Israele: “Stiamo colpendo in tutte le aree della Striscia”, oltre 400 vittime a causa del bombardamento su un campo profughi

Sono state sganciate sei bombe su un campo profughi nel nord della Striscia ma Israele ha fatto sapere di stare colpendo tutte le zone al fine di smantellare le infrastrutture di Hamas. Intanto se da un lato Hamas si dice pronta allo scambio dei prigionieri, dall’altro la situazione in Medio Oriente appare sempre più instabile: continuano le minacce dell’Iran ed arriva la dichiarazione di guerra a Tel Aviv anche dai ribelli Huthi dello Yemen

di Emilia Morelli

Oltre 400 vittime tra morti e feriti, questo il bilancio a seguito dell’attacco di Israele sul capo profughi a Jabalya, nel nord della Striscia. Lo ha fatto sapere il ministero degli interni di Hamas. Fonti locali hanno spiegato che il numero delle vittime è solo approssimativo, e basato sui ricoveri nel vicino ospedale “Indonesi”. Nel corso dell’attacco sono state sganciate sei bombe e, dalle immagini immortalate da un fotografo di Reuters, si vedono diversi crateri e numerose persone intrappolate sotto le macerie.

Ma questo non è certo l’unico attacco, le forze israeliane stanno colpendo tutta la striscia. E’ lo stesso portavoce dell’Idf Jonathan Conricus che ha spiegato che oltre agli attacchi nel nord della Striscia  “continuiamo a colpire in altre aree di Gaza. Diamo la caccia ai comandanti di Hamas, attacchiamo le loro infrastrutture e quando c’è un obiettivo importante, colpiamo”. Solo nelle ultime ore Israele ha colpito oltre 300 obiettivi. Inoltre i jet israeliani hanno colpito depositi di armi di Hezbollah nel sud del Libano.

“È cominciato con Israele, con gli ebrei, ma non finirà mai lì. L’Europa sarà la prossima, ed è per questo che stiamo combattendo una battaglia per conto del mondo intero”, ha affermato il presidente israeliano Herzog a voler evidentemente giustificare quanto sta accadendo in forza di una ragione più grande. Secondo quanti riportato dal portavoce dell’Idf Daniel Hagari  si stanno svolgendo feroci battaglie in cui “i terroristi di Hamas vengono eliminati”. “I combattimenti sono complessi,” ha aggiunto Hagari, “ma sono necessari per la nostra capacità di raggiungere i nostri obiettivi”.

Nel frattempo Hamas ha rivendicato la controffensiva alle forze di fanteria israeliane che erano entrate nel Sud della Striscia di Gaza. Nelle ore passate sono risuonate molte volte le sirene antiaeree in tutte le zone di Israele confinanti con la Striscia costringendo anche gli israeliani a vivere nel terrore e correre nei rifugi.

Hamas ha intanto riferito di essere pronta allo scambio di prigionieri con Israele che ribatte: gli ostaggi sono 240. Lo ha detto ad Al Jazeera il portavoce del gruppo islamista palestinese Hazem Kasem che ha esplicitamente detto  che Hamas è disposta a rilasciare tutti i prigionieri da essa detenuti in cambio di tutti quelli detenuti da Israele. Il portavoce dei miliziani ha inoltre osservato che Hamas spera di “affrontare la battaglia attuale, contando sulle proprie forze e sulla capacità di resistenza del popolo palestinese”.

Intanto dal valico di Rafah per oggi era prevista l’entrata di 80 camion che trasportano aiuti, da lunedì sono 144 quelli entrati. Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa israeliano.

La situazione però è instabile in tutto il Medio Oriente, negli attacchi a Israele è probabile il coinvolgimento a stretto giro dei ribelli Huthi dello Yemen finanziati dall’Iran. “Questi droni appartengono allo stato dello Yemen”, ha  rivendicato  il primo ministro del governo Huthi, Abdelaziz bin Habtour, che ha lanciato un’offensiva verso Eilat, sul Mar Rosso. E arriva anche direttamente la minaccia iraniana: “Se il conflitto a Gaza si espanderà, non resterà nulla del regime di Israele”. A dirlo, secondo l’agenzia Irna, è il vice ministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani.

“Intanto il Pentagono continua a fornire spedizioni di armi a Israele quasi quotidianamente”, ha comunicato  la vice addetta stampa del Dipartimento della Difesa americano Sabrina Singh. Nonostante il numero crescente di vittime civili “non stiamo ponendo alcun limite al modo in cui Israele usa le armi. Spetta davvero solo alle forze di difesa israeliane usarle e decidere come condurranno le loro operazioni”, ha aggiunto Singh.

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