Ius Scholae, la proposta di legge arriva alla discussione in Aula alla Camera

di Emilia Morelli

Qualora fosse approvata la proposta di legge sul cosiddetto Ius Scholae sarebbe una svolta storica. La scuola e lo studio consentirebbero, infatti, a tutti i cittadini figli di migranti ma nati in Italia o arrivati entro i 12 anni di chiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato almeno cinque anni di scuola. Sono quasi un milione i ragazzi under 18 che potrebbero, così, beneficiare dell’aver appreso tra i banchi scolastici i fondamenti della cultura italiana tanto da divenirne cittadini.

La proposta di legge mette d’accordo tutto il centrosinistra, il centrodestra appare invece diviso. Nella votazione che si è svolta all’interno della commissione Affari Costituzionali Lega e Fratelli d’Italia hanno espresso un voto contrario, mentre Forza Italia ha votato a favore.  Lega e Fdi si sono opposti in tutti i modi, il leader del Carroccio Matteo Salvini ha sminuito la portata della misura paragonando la proposta ad un biglietto a premi con in palio la cittadinanza, per Fdi si tratta invece di “uno ius soli mascherato”. “Nel testo unico Pd-M5s la manifestazione di volontà è dei genitori stranieri e non dei ragazzi, il minore non è neppure ascoltato o considerato, ma diventa uno strumento per un lasciapassare alla cittadinanza facile”, hanno commentato i deputati di Fdi Emanuele Prisco e Augusta Montaruli.

Effettivamente non è la prima volta che si tenta di riconoscere la cittadinanza, basata ancora sullo Ius Sanguinis, anche a tutti quei ragazzi che sono italiani a tutti gli effetti ma restano privi del riconoscimento ufficiale. Nella scorsa legislatura si è tentato di introdurre lo Ius Soli e prima ancora lo Ius Culturae molto simile all’attuale proposta di legge. .

“Siamo riusciti, nonostante le difficoltà e l’ostruzionismo di Lega e FdI, a fare un importante passo avanti. La strada è ancora lunga, ma la direzione è quella giusta”, ha fatto sapere il deputato democratico Matteo Mauri, responsabile Pd per le politiche sulla cittadinanza.

Ad ogni modo, qualora il provvedimento fosse approvato la cittadinanza non sarebbe automatica, dopo aver frequentato almeno cinque anni di scuola, ma è subordinata ad una richiesta del bambino o di uno dei due genitori. Tuttavia, sono aspri i comenti della Lega.  “Prove tecniche di sharia in Italia. Con un emendamento a dir poco folle del Pd al cosiddetto ‘Ius scholae’, si vorrebbe consentire a un solo genitore straniero, residente nel nostro Paese, la possibilità di chiedere e ottenere la cittadinanza italiana per il proprio figlio indipendentemente dalla volontà del coniuge e del diretto interessato. Roba da matti”. dichiarano i deputati della Lega in commissione Affari costituzionali.

“Finalmente si va in aula, davanti a tutti gli italiani, per iniziare a saldare un debito con migliaia di ragazzi che si sentono italiani, ma che non sono riconosciuti come tali dallo Stato”, ha detto il  Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e relatore del provvedimento, che ha aggiunto “Lo Ius Scholae è una risposta pragmatica e semplice a una richiesta di cambiamento diffusa. Non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge e crea le condizioni per una società più inclusiva e giusta”.

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