Kherson è libera, Zelensky: “Oggi è una giornata storica”

Le truppe di Kiev hanno ripreso il controllo di Kerson dopo il ritiro delle truppe di Mosca. Intanto l’Ucraina sta costruendo un muro al confine con la Bielorussia

di Mario Tosetti

Kherson è stata liberata. I soldati ucraini sono stati accolti da una folla festante subito dopo che le truppe russe hanno annunciato il loro ritiro dalla regione. Diversi video geolocalizzati nella centralepiazza Svobody (libertà) mostrano l’esultanza dei cittadini davanti al palazzo del Municipio, gli slogan “gloria all’Ucraina, gloria agli eroi” scanditi in coro, le bandiere sventolate, le lacrime di gioia, gli abbracci e i selfie con i primi soldati di Kiev entrati nel centro cittadino Kherson era caduta in mani russe all’inizio dell’invasione, dal primo marzo scorso.

“Kherson è nostra”. Volodymyr Zelensky  esulta in un video su telegram a due giorni dall’annuncio del ritiro russo dalla città. “Oggi è una giornata storica. Ci riprendiamo  Kherson – ha detto il presidente ucraino – Per ora, i nostri difensori  sono alla periferia della città. Ma le unità speciali sono già in  città. Gli abitanti di Kherson stavano aspettando. Non hanno  mai rinunciato all’Ucraina. La speranza per l’Ucraina è sempre  giustificata”, ha scritto ancora Zelensky, sottolineando che, “anche  se la città non è ancora completamente ripulita dalla presenza del nemico, gli stessi abitanti di Kherson stanno già rimuovendo i simboli russi dalle strade e dagli edifici e ogni traccia della permanenza  degli occupanti a Kherson”.

Sono 30 mila i militari russi che si sono ritirati sulle sponde orientali del Dnipro, per Mosca si è trattato un ritiro organizzato mentre Kiev ha parlato di una ritirata caotica di soldati nel panico che abbandonano le loro uniformi. Da quando è iniziato il conflitto quella da Kherson è stata la terza grande ritirata russa dall’inizio dell’invasione, la prima a riguardare un grande centro abitato. La prima era stata a Kiev, poi a Kharkiv. La ritirata a Kherson comunque si connota di un significato ulteriore in quanto è tra le regioni di cui il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto l’annessione: perderne la capitale rappresenta una battuta d’arresto probabilmente definitiva al piano originario che prevedeva di avanzare  lungo la costa del Mar Nero, verso Mykolaiv e Odessa e fino alla Transnistria, la regione controllato de facto da Mosca in territorio moldavo. “Torna la vita a Kherson” questo il commento ai video che circolano sui social ucraini.

L’avanzata di Kiev è stata rapida, ancor più rapida di quanto stimato dal ministro della difesa  Oleksii Reznikov stimava una settimana di tempo. Il portavoce di Putin Dmitry Peskov ha negato che le notizie di oggi rappresentino “un’umiliazione” per il Cremlino.

Si ci domanda cosa accadrà adesso. Secondo il think tank statunitense Institute for Study of War  i combattimenti non si fermeranno con il clima invernale. Tuttavia, “il fango autunnale può rallentare o fermare i movimenti militari, e il clima invernale può danneggiare molto di più le forze russe, male equipaggiate, rispetto a quelle ucraine, che invece potrebbero essere in grado di sfruttare il terreno ghiacciato per muoversi più facilmente rispetto ai periodi piovosi”.

Nel frattempo l’Ucraina sta costruendo un muro al confine con la Bielorussia. Il muro di cemento sarà rinforzato con filo spinato, un fossato e un terrapieno per fortificare il confine con la Bielorussia nell’oblast ucraino di Volyn. Tymoshenko, vice capo dell’ufficio presidenziale, ha sottolineato che il muro si estende già per tre chilometri, e la costruzione è in corso anche negli oblast di confine di Rivne e Zhytomyr.

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