La Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di arresto per Putin, le conseguenze

Emesso un mandato d’arresto dalla Corte Penale Internazionale per Putin. La decisione, sebbene la Russia non riconosca la Corte e non conceda l’estradizione ai suoi cittadini, è chiaro che non rimarrà senza conseguenze e potrebbe rivelarsi un ostacolo per la ripresa dei negoziati di Pace

di Mario Tosetti

La Corte Penale Internazionale (Cpi) ha emesso un mandato di arresto internazionale contro il presidente russo Vladimir Putin. Secondo la sentenza emessa  dal Tribunale dell’Aja Putin è “responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”.

Nel dettaglio, secondo la decisione dei giudici della II Camera -tra cui l’italiano Rosario Aitala- vi sono “fondati motivi per ritenere che Putin abbia la responsabilità penale individuale per i suddetti crimini, per averli commessi direttamente, insieme ad altri e/o per interposta persona, e per il suo mancato controllo sui subordinati civili e militari che hanno commesso quegli atti”

Con la stessa decisione è stato, inoltre, emesso un mandato di arresto anche nei confronti  di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino. I reati sarebbero stati commessi nel territorio occupato ucraino almeno a partire dal 24 febbraio 2022.

Per quanto riguarda le conseguenze del mandato emesso dalla Cpi si tenga presente che la Russia ha smesso di riconoscere la Corte nel 2016, pertanto non è vincolata alle decisioni e  non concede l’estradizione dei suoi cittadini, quindi è chiaro che né il presidente né la commissaria Lvova-Belova verranno consegnati al tribunale fino a quando durerà l’attuale regime russo.

Tuttavia, nel medio e nel lungo periodo il mandato d’arresto potrebbe avere risvolgi significativi. Anzitutto, è un chiaro segnale nei confronti di funzionari e militari russi ma mette Putin nella condizione di non poter  più viaggiare all’estero. Se il presidente russo fosse trovato in uno dei 123 Paesi che aderiscono alla convenzione con cui è stata costituita la corte, lo Statuto di Roma del 2002, molto probabilmente verrebbe arrestato salvo che il Paese ospite non si appelli al principio dell’immunità dei capi di Stato esteri, come già accaduto nel 2015 al presidente sudanese Bashir quando visitò il Sudafrica malgrado il mandato d’arresto.

Ad ogni modo appare difficile che Putin lasci la Russia per recarsi in qualsiasi Paese straniero rischiando l’arresto, al massimo potrebbe decidersi di rifugiarsi in un Paese alleato come la Cina o la Bielorussia.  Ma il vero problema potrebbe essere u altro, dopo il mandato di arresto Putin sarà di fatto ancora più escluso dalle decisioni a livello mondiale, non potrà più partecipare alle riunioni internazionali tra i Capi di Stato.  E’ chiaro quindi che, se la guerra finisse, il mandato d’arresto potrebbe rivelarsi un concreto ostacolo per gli accordi di pace.

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