La premier Meloni vara il piano Mattei, giá pronti 5,5 mld di euro

“L’Europa e il mondo intero non possono ragionare di futuro senza tenere in considerazione l’Africa. Il nostro futuro dipende inevitabilmente anche dal continente africano.Noi siamo consapevoli di quanto il destino dei nostri continenti sia interconnesso, e che è possibile immaginare e scrivere una pagina nuova nelle nostre relazioni, una cooperazione da pari a pari, lontana da ogni tentazione predatoria e approccio caritatevole”.  Lo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel dare il via a Palazzo Madama ai lavori del primo vertice Italia Africa e nel varare il suo piano Mattei. Un piano, ispirato alla visione del fondatore dell’Eni, che incarna,  ha detto la presidente del Consiglio, di “politica estera precisa”. E lo dimostra anche, ha aggiunto, “il posto d’onore riservato all’Africa  nell’agenda della  presidenza del G7. L’Italia”.

Diversi i progetti giá messsi in cantierei n Algeria, Mozambico, Egitto, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya, su cinque aree di interesse – istruzione e formazione, agricoltura, salute, energia, acqua –  per i quali si puó intanto contare su fondi per  5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie, di cui circa 3 miliardi provengono dal fondo italiano per il clima e 2,5 miliardi e mezzo dal fondo per la Cooperazione allo sviluppo. Tra le iniziative che partiranno a breve, ha annunciato la premier, un grande centro di formazione professionale sull’energia rinnovabile in Marocco, una  partnership  sull’istruzione in Tunisia, iniziative sulla sanità in Costa d’Avorio.

Ecco nei dettagli i cinque settori sui quali si concentrerá il piano Mattei

Istruzione e formazione: il Piano si occuperà degli interventi che si prefiggono di promuovere la formazione e l’aggiornamento dei docenti, l’adeguamento dei curricula, l’avvio di nuovi corsi professionali e di formazione in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro e la collaborazione con le imprese, coinvolgendo in particolare gli operatori italiani e sfruttando il ‘modello’ italiano di Piccola e Media Impresa.

Agricoltura: gli interventi saranno finalizzati a diminuire i tassi di malnutrizione; favorire lo sviluppo delle filiere agroalimentari; sostenere lo sviluppo dei bio-carburanti non fossili. In questo quadro noi riteniamo fondamentali lo sviluppo dell’agricoltura familiare, la salvaguardia del patrimonio forestale e il contrasto e l’adattamento ai cambiamenti climatici tramite un’agricoltura integrata.

Salute: si punta a rafforzare i sistemi sanitari, migliorando l’accessibilità e la qualità dei servizi primari materno-infantili; a potenziare le capacità locali in termini di gestione, formazione e impiego del personale sanitario, della ricerca e della digitalizzazione; sviluppare strategie e sistemi di prevenzione e contenimento delle minacce alla salute, in particolare pandemie e disastri naturali.

Energia: l’energia è uno dei settori centrali del Piano. L’obiettivo è quello di rendere l’Italia un hub energetico, un vero e proprio ponte tra l’Europa e l’Africa. Sarà ovviamente centrale il nesso clima-energia, come ad esempio a tutti gli interventi che verranno portati avanti per rafforzare l’efficienza energetica e l’impiego di energie rinnovabili con azioni volte ad accelerare la transizione dei sistemi elettrici, in particolare per la generazione elettrica da fonti rinnovabili e le infrastrutture di trasmissione e distribuzione. È un impegno che ricomprenderà anche lo sviluppo in loco di tecnologie applicate all’energia anche attraverso l’istituzione di centri di innovazione, dove le aziende italiane potranno selezionare start-up locali e sostenere così l’occupazione e la valorizzazione del capitale umano.

Acqua: una risorsa preziosissima, la cui scarsità in Africa rappresenta uno dei principali fattori di insicurezza alimentare, conflittualità e spinta alla migrazione. In questo quadro gli interventi riguarderanno: la perforazione di pozzi, alimentati da sistemi fotovoltaici; la manutenzione dei punti d’acqua preesistenti; gli investimenti sulle reti di distribuzione; e le attività di sensibilizzazione circa l’utilizzo dell’acqua pulita e potabile. Tutti questi pilastri sono interconnessi tra loro con gli interventi sulle infrastrutture, generali e specifiche su ogni settore di intervento.