Vivremmo nel benessere se il quadro politico internazionale non fosse infettato dalle guerre. Ben 180 sono
i conflitti armati in essere sparsi nel pianeta ma Luigi Troiani autore del saggio “La Diplomazia
dell’arroganza. Potenze e sistema internazionale nel XXI secolo” l’Ornitorinco Editori, afferma che la guerra
oggi, compare come un fattore “obsoleto”. Un libro di 1180 pagine di non facile lettura, ma di grande interesse per ricercatori , studenti e cultori della materia, dove il professore Troiani spazia da spiegazioni accademiche su cosa si intende per “politica, diritto, organizzazione internazionale, storia dei trattati e diplomazia, per poi approdare ai settori scientificicome politologia applicata, sociologia della politica, psicologia sociale e antropologia dei popoli e degli stati.
Nell’introduzione, con il verso virgiliano dall’Eneide del “Rari Nantes” l’autore paragona gli Stati a dei
naufraghi (rari nuotatori nel vasto gorgo) vicini all’estinzione, perché si sono allontanati dalle radici della
loro ragion d’essere. E afferma che per evitare il deperimento degli stati e l’avanzare verso il “gorgo”, che la storia
potrebbe decretare nei loro confronti, è auspicabile che cessino l’arroganza che li sta caratterizzando e si
aprano a trattative e multilateralismo cooperativo, è necessario tutelare gli interessi dei propri cittadini,
non ucciderli di guerra o sfruttamento.
“Nel libro dico che se gli stati non tornano alle radici della loro ragion d’eessere rischiano l’irrilevanza o
peggio. Nulla nella vita umana è eterno: gli stati sono nati a un certo punto della storia e a un certo punto
della storia potrebbero anche finire. Gli umani si organizzeranno in altro modo”. Sottolinea però che “ci
sono stati e stati. Ci sono le democrazie, democrazie che possono anche essere imperfette, ma vivono nella
tolleranza. Ci sono, gli autoritarismi, le dittature, che con l’autorità e la prepotenza non rispettano i diritti
altrui. Se vogliamo essere giusti, i due casi, vanno visti e trattati nelle critiche in modo diverso”.
Ritornando all’obsolescenza del sistema guerra il prof. Troiani spiega che le guerre, quelle delle
devastazioni nucleari e batteriologiche, non servono, perché porterebbero alla distruzione del genere
umano e questo non è l’obiettivo. La guerra si fa in vista del tipo di pace che si vuole raggiungere, è la
rappresentazione di un successo in chiave politica economica; “Evitare che la specie umana si distrugga per
arroganza, spetta agli uomini che hanno nelle mani il suo destino: i potenti della Terra, in primo luogo i
politici e gli straricchi. Ci riusciranno se sceglieranno di pacificare i conflitti nella giustizia, se la diplomazia
rinuncerà all’arroganza che la sta caratterizzando in questa fase storica, fortunatamente solo fuori dalle
istituzioni dell’Unione Europea”,
Asserisce inoltre che un modello di pace può passare soltanto se il regionalismo economico transita in
garanzia, fiducia e sicurezza, e conclude il suo discorso volgendosi al pubblico con una sua citazione: “Chi si
occupa di relazioni internazionali, ha l’obbligo morale, oltre che professionale, di non rinunciare mai alla
ricerca dei mezzi che possano condurre alla pacificazione, nella giustizia, dei rapporti tra gli stati e
all’interno degli stati, unica chiave per allontanare con certezza e in modo definitivo l’alea della reciprocadistruzione garantita, sorta di grande fuoco d’artificio al termine del quale resterebbe la cenere della specie
umana”.
Luigi Troiani è professore di Relazioni Internazionali e Storia e Politiche delle Istituzioni Europee e membro
del Senato accademico alla Pontificia università san Tommaso d’Aquino in Roma, membro del comitato
scientifico e coordinatore dell’Osservatorio costituzionale della fondazione Bruno Buozzi. Scrittore e
saggista nel 2023 ha ottenuto il Premio nazionale “il Libro”, il Pleiade International Award per questa
pubblicazione e il Premio Amerigo per il giornalismo online.
Il libro, che é stato presentato nelle sale di Banca Generali Private alla presenza dell’autore, moderatrice Simona Agostini presidente di Pleiade International Award Franz Ciminieri e con la partecipazione in video, dalla sede Onu, New York, del giornalista Stefano Vaccara, in prima stesura nel 2020 e rivisto nel 2023, si colloca tra quei testi che attraverso un’approfondita ricerca nell’ economia, nella politica e negli assetti strategici del sistema internazionale individuano le tappe attraverso le quali le potenze hanno accantonato il metodo della collaborazione multilaterale e scelto di
competere per la supremazia. A sostegno della svolta una politica estera fondata sull’arroganza, espressa in
campo economico e militare, motiva in oltre, quali condizioni possono portare ad un mondo fondato sulla
giustizia e sulla libertà umana, ad una pacificazione universale.
Ricercare la giustizia e la pace è un dovere degli uomini, di coloro che governano, la diplomazia è il mezzo
che gli organi istituzionali hanno a disposizione per relazionarsi e mantenere i rapporti con gli altri stati. Le
trattative tra stati non sempre sono semplici, ci vuole volontà, fine abilità e prudenza per non cadere nella
trappola del conflitto e dell’ostilità.
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