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Legambiente: “Da nord a sud forte inquinamento delle acque, la situazione è critica”

di Mario Tosetti

“La mala depurazione resta il principale nemico del mare e delle acque interne” e  “1 punto ogni 3 è oltre i limiti di legge sulle coste e 1 su 4 sui laghi”, queste le principali affermazioni contenute nel bilancio finale di Goletta Verde e Goletta dei Laghi del 2020. Rispetto allo scorso anno poco o nulla è cambiato. Si legge, infatti, nel documento del 2021 che “su 389 punti totali campionati, 1 ogni 3 è oltre i limiti di legge”. Altro dato negativo, rimasto invariato, è che a causa di sistemi di depurazione inesistenti e inadatti nelle acque viene riversato di tutto. “La situazione è critica alle foci dei fiumi, inquinate nel 58% dei casi” e proprio nell’anno in cui saranno disponibili le risorse del Pnrr sembra doveroso richiamare le amministrazioni locali e nazionali ad intervenire.

Rispetto agli anni passati si registra tutt’altro che un’inversione di tendenza. Legambiente individua addirittura alcuni “malati cronici”, vale a dire punti inquinati fortemente da ormai oltre dieci anni. Situazioni drammatiche si registrano in Sicilia, Lombardia, Campania, Calabria e Lazio. In queste regioni si produce l’80% del carico complessivo degli agglomerati inquinanti e in infrazione europea. Le due campagne itineranti di Legambiente, Goletta Verde e Goletta dei laghi quest’estate hanno visto sul campo un team di oltre 300 volontari e volontarie dei Circoli di Legambiente, che hanno monitorato 18 regioni, in mare, e in 34 laghi italiani.

Nello specifico nel Lazio, secondo i dati monitorati da Goletta Verde presenta connotati di particolare drammaticità la Foce del fiume Marta (Tarquinia, VT), la foce del canale altezza via Filadelfia (canale Crocetta – Pomezia, RM), della Foce del Fosso Grande (Ardea, RM), del Fosso Zambra (Cerveteri, RM), del Rio Vaccina (Ladispoli, RM), la Foce del Rio SantaCroce (Formia, LT). Anche in Campania risultano oltre i limiti di legge da 10 anni: la Foce fiume Savone (Mondragone, CE), la foce del Fiume Sarno (Torre Annunziata/Castellammare di Stabia, NA) e quella Torrente Asa (Pontecagnano Faiano, SA). Malati cronici anche in Calabria: Foce del fiume Esaro (Crotone), Spiaggia presso il canale a destra del Castello (Le Castella nel Comune di Isola di Capo Rizzuto, KR), Foce del torrente Annunziata (Lido Comunale di Reggio Calabria), Foce del Fiume Mesima (San Ferdinando, RC) e Foce del torrente Ruffa (Turiano, VV). Per la Sicilia i malati cronici sono la foce del Gattano a Gela (CL) e la foce dell’Alcantara tra Calatabiano e Giardini di Naxos (CT/ME).

Su 263 campioni prelevati lungo le coste marine, 22 punti sono stati giudicati inquinati mentre ben 70 punti sono risultati fortemente inquinati: complessivamente oltre i limiti di legge quindi il 35% del totale, con 1 punto inquinato ogni 81 km di costa.  Il 50% dei punti monitorati dalla campagna (131 punti su 263) ha riguardato le foci di fiumi e canali. Delle 131 foci campionate, il 58% (76 su 131) è risultato in situazione critica.

Legambiente denuncia inoltre che “sono molte le aree lungo la costa che non vengono controllate dalle autorità di riferimento, che si concentrano prevalentemente sulle aree adibite alla balneazione, abbandonando a loro stessi i tratti di costa antistanti le foci, dove viene dato per scontato che l’inquinamento sia presente. Dei 263 campioni eseguiti da Goletta verde ben 120 hanno riguardato aree non controllate dalle autorità competenti – secondo le indicazioni riportate dal Portale Acque del Ministero della Salute – e nel 52% dei casi sono risultate oltre i limiti di legge”.

Non solo non si tutela la risorsa idrica dall’inquinamento ma soprattutto non si riscontra alcuna informazione per i bagnanti.  Nei tratti di costa non controllati dalle autorità competenti e, di conseguenza, interdetti alla balneazione, in cui i tecnici di Goletta verde hanno eseguito i prelievi, nel 63% dei casi non c’è il divieto di balneazione. In quelle balneabili, mancano i cartelli informativi obbligatori avvistati solo nel 10% dei punti.

Per quanto attiene la situazione emersa dall’attività i Goletta dei laghi, quest’anno la campagna di Legambiente ha aumentato i bacini lacustri esaminati. In particolare si sono esaminati 34 bacini, a fronte dei 28 del 2020. I laghi monitorati sono diffusi capillarmente nelle regioni italiane. Si sono monitorate le acque del Salto e Turano nel Lazio, l’Averno e il Fusaro in Campania, l’Ampollino in Calabria, i laghi di Piana degli Albanesi, Pozzillo e Diga San Giovanni in Sicilia. Sono stati effettuati 126 prelievi in altrettanti punti di campionamento e giudicati, secondo la classifica della Goletta dei Laghi per le analisi microbiologiche, oltre i limiti di legge il 33% dei prelievi (15 inquinati e 27 fortemente inquinati). In totale sono 61 i campioni prelevati in foce, 65 quelli prelevati a lago. Dei campioni giudicati oltre i limiti, il 64% è stato prelevato in foce a canali, fiumi o torrenti.

Dai dati analizzati ne emerge una situazione di forte inquinamento delle acque, da nord a sud indifferentemente. “Nell’anno del PNRR e delle risorse europee destinate ai Paesi membri dell’Ue per accelerare la transizione ecologica – ha detto Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – l’Italia sta trascurando l’annoso tema della mala depurazione, la grande opera incompiuta della Penisola, prevista da una legge del 1976, per la quale il nostro Paese è stato già condannato dall’Ue a pagare ad oggi quasi 80 milioni di euro di multe. Il trattamento delle acque reflue è fondamentale per assicurare la salute dei cittadini, tutelare l’ambiente e il turismo ed è per questo che lanciamo un nuovo appello al Governo, affinché vengano realizzati nuovi depuratori, ammodernati quelli esistenti e completata la rete fognaria. Non sono ammessi più ritardi né scuse. I fondi ci sono, l’Italia destini una parte delle prime risorse europee del PNRR che ha ricevuto proprio in questi giorni per chiudere questa pagina imbarazzante della storia del Paese realizzando anche per gli impianti per il trattamento dei fanghi di depurazione con produzione di biometano e per il riutilizzo delle acque depurate in agricoltura e nell’industria”.