Leonardo: la squadra di Profumo, le sfide e i perché dei cambiamenti

di Giulio Talarico

Dopo la conferma di Alessandro Profumo come amministratore delegato di Leonardo, non scontata e arrivata soltanto grazie al decisivo impegno di Paolo Gentiloni, nella principale conglomerata italiana di tecnologia ed armamenti è scattata l’ora della riorganizzazione interna. Un comunicato stampa dell’azienda sintetizza un ordine di servizio che illustra la squadra con la quale Profumo intende affrontare le prossime complicate sfide di mercato. Perché il primo problema del confermato Ad è proprio questo: dimostrare agli azionisti, e anche al management, di avere le capacità per poter ridare all’azienda quello smalto, quel piglio innovativo, quell’aggressività che nel ventennio precedente l’arrivo di Mauro Moretti, “il ferroviere” passato alla storia per averne smantellato la struttura operativa e cambiato inutilmente il nome, avevano fatto dell’allora Finmeccanica un’azienda che a livello globale veniva considerata un vero gioiello del suo settore.

Insomma, ad Alessandro Profumo, un banchiere che prima dalla tolda di Unicredit poi da quella compromessa di Monte dei Paschi di Siena ha costruito quel network di relazioni che oggi lo sostiene, per la gestione non proprio brillante del suo primo triennio sono state concesse le attenuanti generiche. Quelle che si accordano a chi è nuovo del mestiere, a chi non conosce il mercato della tecnologia militare e degli armamenti. Un settore ricchissimo, ma di nicchia, governato da gente che sta li da decenni e che non è necessariamente pronta ad accordare fiducia a chi i galloni non se li è conquistati sul campo ma li ha avuti per le bizzarrie della politica italiana.

Vediamo dunque come Profumo ha modellato a sua immagine e somiglianza la squadra con la quale conta di risalire la china ed anzi riconquistare fette di mercato. Partiamo però da quello che è successo prima di quest’ultimo ordine di servizio. Perché qualcosa era già successo. Cominciamo dalla direzione delle Relazioni Istituzionali Italia, affidata nel novembre 2018 a Paolo Messa. Un ottimo acquisto. Messa è un super professionista con forti legami sia sul fronte politico interno che sul fronte atlantico. E’ un eccellente comunicatore, molto amico dell’ex presidente Gianni de Gennaro, nonché editore in proprio con “Formiche” una media company specializzata in comunicazione politica e pubblica. Messa arriva in Leonardo e fa sentire subito la sua mano, guidando con sapienza le uscite e le mosse di Profumo e, soprattutto, di De Gennaro. Un attivismo apprezzato al punto che dopo pochi mesi dal suo arrivo salta la poltrona del capo della comunicazione. Raffaella Luglini viene così rimossa e prontamente parcheggiata nella fondazione di casa dedicata alla “Civiltà delle Macchine”.  Al suo posto viene nominato Gianbattista Vittorioso, un interno capace e affidabile che conosce bene tanto la macchina che il capo macchinista.

Un altro cambiamento non molto sottolineato dalla pubblicistica di settore è l’addio a Leonardo di Carlo Formosa. Era Vicepresidente e aveva la delega per le attività diplomatiche con una missione chiara, sviluppare le relazioni commerciali all’estero. Formosa, che era stato voluto proprio da Profumo, è stato nominata ad inizio d’anno ambasciatore in Portogallo, una sede prestigiosa ottenuta pare anche per intercessione diretta presso il Ministero degli Affari Esteri del Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. Un’uscita senza rumore che però è sembrata sancire una qualche diversità di vedute tra l’Ad e Formosa. La poltrona è per rimasta vacante.

E veniamo alle novità di questi giorni. L’ordine di servizio è corposo e ha spostato vari nomi. Vediamo i cambiamenti più significativi. La novità di maggior rilievo è rappresentata innanzitutto della costituzione della direzione generale. Era oggettivamente un vuoto, che finalmente viene occupato. La prestigiosa poltrona viene affidata a Lucio Valerio Cioffi, un super professionista, leonardiano di lungo corso attualmente responsabile della Divisione Velivoli. Profumo, dicono fonti interne, lo ha scelto per le sue capacità professionali, la sua affidabilità e la sua capacità di fare squadra. Il suo scranno diventa il più importante del gruppo. Sotto di lui un mondo. Cioffi dovrà coordinare e gestire le attività della “sua” Divisione Velivoli, ora affidata a Marco Zoff, la Divisione Aerostrutture, in mano a Giancarlo Schisano, la parte commerciale affidata a Pasquale Di Bartolomeo, ed in più avrà la nuova struttura organizzativa New Business Development & Country Support che si occuperà di gestire e sviluppare il business delle Nuove Iniziative del Piano Strategico raccordando in una visione unitaria e trasversale le differenti iniziative aziendali. Questa nuova struttura organizzativa dovrà per altro assicurare la coerenza delle attività di Leonardo con il programma Nazionale “Progettiamo il Rilancio”. Insomma, Cioffi è l’uomo sul quale punta Profumo per rilanciare il gruppo.

L’ordine di servizio poi denuncia una grave lacuna: la casella del procurement è rimasta vuota. Quello che un tempo si chiamava ufficio acquisti in un gruppo come Leonardo è un ruolo chiave. Il fatto che Profumo non sia riuscito a trovare un nome adatto dimostra quanto delicato sia quel posto e quanto l’Ad abbia preferito prendersi qualche mese in più pur di trovare il candidato giusto. Il nome con tutta probabilità spunterà a settembre.

Infine la questione che riguarda Lorenzo Mariani, fino ad oggi direttore commerciale del gruppo. Dal primo settembre Mariani assumerà l’incarico di Amministratore Delegato di MBDA Italia, società sempre del Gruppo Leonardo, e Executive Group Director Sales & Business Development della stessa MBDA. MBDA è una società a maggioranza francese ma a guida paritetica con Leonardo che vende armamenti, missili in prevalenza. Questo spostamento ad alcuni è sembrato di tipo punitivo. Un modo per Profumo di sbarazzarsi di un manager che ha in mano il mercato ma che, al contrario di altri dirigenti interni, ha l’età e l’ambizione per puntare in alto. In realtà questa è una lettura miope. Lo spostamento sancito nell’ultimo ordine di servizio in merito a questa posizione di fatto va bene a tutti. Mariani fa un salto di qualità entrando nel ristretto novero degli amministratori delegati, il che per l’età che ha gli consente di stare in una posizione che se ben gestita lo potrà proiettare alla prossima tornata di nomine verso poltrone più alte. Profumo allo stesso tempo si libera di un manager intrapendente senza però rompere il rapporto con lui ma anzi di fatto spingendo lo stesso Mariani a mettere a servizio del gruppo la sua esperienza di mercato e le sue conoscenze internazionali che in questo mondo pesano. Come si dice uno spostamento “win-win”, che fa tutti felici.

A questo punto la parola passa al mercato. La nuova Leonardo ora indubbiamente tagliata a immagine e somiglianza di Alessandro Profumo dovrà fare vedere di che pasta e fatta e soprattutto dovrà recuperare quell’immagine e quei mercati che sono all’altezza della sua tradizione. E lo dovrà fare sapendo che per quella poltrona sono già pronti candidati autorevoli e capaci come Fabrizio Palermo, oggi Ad di Cassa Depositi e Prestiti, e Giuseppe Giordo, Direttore Generale di Fincantieri Navi Militari, tanto per fare due nomi. E soprattutto sull’andamento di Leonardo vi è, come sempre, l’attenta e critica supervisione di un vecchio leone come l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono. Si preannuncia una partita avvincente.

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