L’offerta di Macron: estendere la protezione nucleare francese all’Europa

L’idea di un ombrello nucleare europeo si inserisce in un quadro geopolitico in cui l’Europa sta cercando di rafforzare la propria autonomia strategica e su cui influiscono da un lato le elezioni americane, con la possibilità di un ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, e dall’altro la guerra in Ucraina

EMMANUEL MACRON PRESIDENTE FRANCESE

La proposta del presidente francese Emmanuel Macron di estendere la protezione del deterrente nucleare francese, conosciuto come “force de frappe”, all’intera Europa sta guadagnando terreno nel dibattito sulla difesa dell’Unione Europea. Questo discorso è particolarmente rilevante nel contesto della guerra in Ucraina e della crescente spinta verso l’autonomia militare europea rispetto agli Stati Uniti.

Contesto e Motivazioni

L’idea di un ombrello nucleare europeo si inserisce in un quadro geopolitico in cui l’Europa sta cercando di rafforzare la propria autonomia strategica. La possibilità di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, con un conseguente distacco degli Stati Uniti dalla NATO, ha acuito le preoccupazioni europee sulla necessità di un proprio deterrente nucleare. La guerra in Ucraina ha ulteriormente evidenziato l’urgenza di dotarsi di uno scudo contro attacchi missilistici e di un deterrente atomico efficace.

La Force de Frappe Francese

La Francia dispone attualmente di circa 290 testate nucleari, di cui 64 sono imbarcate su quattro sottomarini e altre 54 sono destinate ai caccia Rafale. Questo arsenale è costoso da mantenere, con un costo annuale medio di circa cinque miliardi di euro, ma è costantemente pronto all’azione. Recentemente, è stato effettuato un lancio di prova di un missile cruise Asmpa con una portata di circa 500 chilometri. Macron ha dichiarato che gli “interessi vitali” della Francia coincidono con quelli dell’Europa, sottolineando la necessità di un “dialogo strategico” sul ruolo del deterrente nucleare francese nella sicurezza collettiva dell’Unione Europea.

Reazioni in Europa

La proposta di Macron ha ricevuto diverse reazioni in Europa. I Paesi baltici e la Polonia, che si sentono particolarmente minacciati dalla presenza di testate nucleari russe a Kaliningrad e in Bielorussia, hanno accolto positivamente l’idea. La Germania, attraverso le parole del cancelliere Olaf Scholz, ha espresso supporto per l’enfasi sulla dimensione europea della force de frappe, pur sottolineando che non ci saranno armi nucleari dell’UE e che la sovranità della dissuasion nucléaire francese non sarà messa in discussione.

Sfide e Critiche

Non mancano tuttavia le critiche e le sfide alla proposta di Macron. Leonardo Tricarico, ex comandante dell’Aeronautica e presidente della Fondazione Icsa, ha definito l’idea un “atto di supponenza”, sostenendo che le capacità di deterrenza nucleare dovrebbero essere definite collettivamente dai Paesi dell’UE e non imposte da una sola nazione. Inoltre, Macron deve affrontare l’opposizione interna, con critiche che spaziano dall’estrema destra di Marine Le Pen, che parla di “follia”, alla sinistra di La France Insoumise, che vede il rischio di una “rottura della dottrina della deterrenza”.

Il dibattito sull’ombrello nucleare francese per l’Europa è solo agli inizi e il suo avanzamento dipenderà molto dal contesto militare e politico nei prossimi anni. L’UE potrebbe trovarsi a dover fare una scelta difficile: creare un nuovo strumento bellico dal nulla, un processo che richiederebbe tra i dieci e i vent’anni, oppure affidarsi alla protezione nucleare francese come soluzione immediata.

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