L’Olanda va verso una nuova era politica. Dopo 13 anni alla guida del governo Mark Rutte si è dimesso, travolto da una crisi interna al suo partito e alla sua coalizione sulla questione migratoria e la concessione dell’asilo politico, e da una situazione economica segnata dal costo crescente della vita, degli alloggi, della sanitá e da una fortissima emergenza ambientale. E il paese il 22 novembre andrá al voto anticipato per il rinnovo del parlamento con una serie di formazioni e contendenti completamente nuovi rispetto alle elezioni del 2021, compresi i due principali sfidanti.
In testa ai sondaggi ci sono Dilan Yeşilgöz, 46 anni, la nuova leader del VVD, il partito, liberal-conservatore di Rutte, figlia di rifugiati turchi, che potrebbe diventare la prima premier donna del paese, e il suo contendente è Pieter Omtzigt, 49 anni, che sta cavalcando un’onda di grande popolarità, con il suo partito centrista Nuovo Contratto Sociale, da poco costituito ma dato per favorito tra i 26 partiti in corsa per i 150 seggi del Parlamento ma che per entrare dovranno superare anche uno sbarramento. Una frammentazione che rende sempre difficoltosa la formazione delle coalizioni, l’ultima delle quali ha richiesto nove mesi di serrate consultazioni. La Yeşilgöz è stata ministro della Giustizia, e il suo modo di fare, le ha aggiudicato in passato il nomignolo di ” pitbull in tacchi alti” .