Lombardia: Letizia Moratti ora al Pirellone, domani in corsa per Palazzo Marino?

di Mario Tosetti

Letizia Moratti Assessore alla sanità in Lombardia sembrerebbe la soluzione a due problemi. Il primo è ridare smalto ed efficienza ad una giunta regionale a trazione leghista che la gestione dell’emergenza Covid sta facendo percepire a gran parte dell’elettorato come inadeguata. Il secondo è trovare un candidato all’altezza della sfida con Peppe Sala per la conquista di Palazzo Marino. Il deus ex machina di questo rilancio dell’ex Ministro della Pubblica Istruzione, ex Presidente della Rai ed ex sindaco di Milano è Silvio Berlusconi, antico mentore di Letizia e storico amico dei Moratti.

Il cavaliere cercava da tempo un coniglio è con Brichetto Arnaboldi sembra proprio averla trovata. Le polemiche nate dopo la serie di Netflix su San Patrignano, feudo solidaristico morattiano, ironia del destino, potrebbero addirittura aver aiutato Letizia a rompere gli indugi e i due a trovare l’intesa per lo sbarco al Pirellone. La signora del resto è una top manager coi fiocchi e ha un curriculum da paura. Ovunque sia andata ha lasciato un segno, quasi sempre positivo. Insomma, nulla a che vedere con il povero Giulio Gallera, schiacciato da siringhe e tamponi e da una gestione della pandemia non proprio all’altezza della supposta supremazia lombarda della sanità.

Donna Letizia sembra avere sciolto positivamente le riserve mettendo però da subito in chiaro le sue condizioni: oltre all’assessorato alla sanità pare infatti abbia preteso anche la Vicepresidenza della regione. Una richiesta più di valore politico più che operativo che però serve a dimostrare anche pubblicamente che con il suo arrivo parte effettivamente la fase di rilancio della giunta a guida Lega.

Un boccone amaro (fuori un leghista dentro una berlusconiana) che però Matteo Salvini, animato da sano pragmatismo, non solo a accettato ma cavalcherà proprio per provare a recuperare terreno a casa sua. Una partita delicata per il segretario leghista che se non gestita bene potrebbe in prospettiva costargli prezzi molto alti. Pd e Movimento 5 Stelle infatti non lasciano passare giorno senza sottolineare i ritardi e le inadeguatezze della Lombardia nella gestione del Covid. Reali o strumentali che siano le critiche importa poco, quel che conta è l’impatto negativo che producono sull’elettorato Lumbard, soprattutto quello di mezzo. Rischi che Salvini del resto ha ben chiari ed è proprio per questo che ha deciso di mettere mano alla giunta, ammettendo nei fatti che le cose fin qui non sono andate bene.

Questo clima di ritrovata fiducia e unità nel centrodestra, ottenuto proprio grazie al ritorno in campo della Moratti, lascia dunque dire a più di un osservatore di cose milanesi che sia proprio lei la candidata migliore da opporre al sindaco uscente Sala. E’ vero, fino a qualche giorno fa si era parlato di Roberto Rasia dal Polo, il direttore della comunicazione del gruppo Pellegrini, come candidato a Palazzo Marino del Centrodestra.

Ma oggettivamente i due pesi specifici sono incomparabili. La Moratti è donna (un fattore importante), è molto capace, è onesta, da del tu da pari a pari tanto a Berlusconi che a Salvini. Ed è una gran signora, che di sicuro non guasta. Certo non è un volto nuovo e non è giovanissima. Ma l’usato sicuro in tempi di crisi da più ampie garanzie di riuscita rispetto al Rasia di turno. Capiremo nelle prossime settimane come andrà a finire. Intanto vediamo come la Regione saluterà Gallera e gli altri defenestrati (il rimpasto sarà ampio) e come Fontana saprà gestire la regione avendo di fianco la Lady di ferro meneghina.

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