L’Ue approva il nuovo Patto di Stabilità, cosa prevede

Il nuovo accordo stabilisce che alle nazioni con un debito che superi il 90% del Prodotto Interno Lordo, sarà richiesto di abbassarlo di un punto percentuale ogni anno; mentre quelle con un debito tra il 60% e il 90% dovranno effettuare un abbassamento dello 0,5%

PARLAMENTO EUROPEO UE

Il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Patto di Stabilità. Le nuove regole di bilancio, concordate in via preliminare con il Consiglio, entrano in vigore da quest’anno per la preparazione delle “finanziarie” del 2025. Ora al Consiglio non resta che adottare la riforma del patto di stabilità in via formale. La direttiva per la nuova governance economica dell’Europa è stata approvata con 359 voti favorevoli, 166 contrari e 61 astensioni. I presenti in Aula a Strasburgo erano 586.

Il nuovo accordo stabilisce che alle nazioni con un debito che superi il 90% del Prodotto Interno Lordo, sarà richiesto di abbassarlo di un punto percentuale ogni anno; mentre quelle con un debito tra il 60% e il 90% dovranno effettuare un abbassamento dello 0,5%.

In aggiunta, gli Stati membri dovranno mantenere un fondo di riserva fiscale pari all’1,5% del PIL al di sotto del limite obbligatorio del 3%; per finanziare tale riserva, l’adeguamento annuale dovrebbe ammontare allo 0,4% del PIL (nel caso di piani di rientro di quattro anni), riducibile allo 0,25% del PIL (nei piani di rientro di sette anni).

Queste nuove disposizioni risultano meno vincolanti rispetto a quelle vigenti prima della pandemia, secondo cui ogni paese avrebbe dovuto ridurre il proprio debito del 5% ogni anno rispetto all’eccesso superiore al 60%. I governi potranno deviare dal percorso di spesa netta dello 0,3% del PIL su base annuale e dello 0,6% del PIL cumulativamente nel periodo di monitoraggio.

Sarà possibile estendere il periodo di aggiustamento da quattro a sette anni utilizzando gli investimenti e le riforme inclusi nei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza. Per gli Stati che infrangono le regole sul deficit e devono impegnarsi in uno sforzo fiscale annuo pari allo 0,5% del PIL, l’incremento dei pagamenti di interessi sarà escluso dal calcolo nel periodo 2025-27.

Rimangono comunque le soglie del 3% del PIL per il deficit e del 60% del PIL per il debito. Ogni paese dovrà presentare piani a medio termine entro il 30 settembre che delineino gli obiettivi di spesa e le modalità di realizzazione degli investimenti e delle riforme. Gli Stati membri con elevati livelli di deficit o debito riceveranno indicazioni preliminari sugli obiettivi di spesa. Le spese per la difesa saranno considerate un fattore significativo nel calcolo dei piani di riduzione del deficit. Inoltre, su richiesta del Parlamento europeo, la spesa nazionale per il cofinanziamento dei programmi finanziati dall’Unione europea sarà esclusa dal calcolo della spesa governativa.

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