L’Ue chiederà all’Italia 8 mld, pesano sul debito il Superbonus e le nuove regole del Patto di Stabilità

Questa richiesta arriverà in autunno, ma il governo non può ignorare la situazione. Ciò ha portato a un ridimensionamento dell’entusiasmo attorno al Bonus Befana e al rinvio al 2025 della riduzione delle aliquote Irpef da tre a due

La Commissione Europea si prepara a richiedere all’Italia una correzione dei conti pari a 8 miliardi di euro, a causa dell’impatto del Superbonus e delle nuove regole del Patto di Stabilità sul debito italiano. Questa richiesta arriverà in autunno, ma il governo non può ignorare la situazione già da ora. Anche con il probabile taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea a giugno e i numeri positivi confermati dall’Ocse sulla crescita economica, sull’occupazione e sullo spread sotto controllo, l’esecutivo deve essere prudente. Ciò ha portato a un ridimensionamento dell’entusiasmo attorno al Bonus Befana e al rinvio al 2025 della riduzione delle aliquote Irpef da tre a due.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti dovrà affrontare sfide significative sia a Bruxelles che con gli alleati all’interno della maggioranza. La Stampa riporta che l’Europa chiederà una correzione dei conti di 8 miliardi di euro all’Italia, e il 19 giugno si prevede l’avvio della procedura d’infrazione per deficit eccessivo, con l’Italia accompagnata da altri dieci paesi. Successivamente, arriveranno le traiettorie pluriennali del Patto di Stabilità, che concedono fino a sette anni per risanare i conti. Tuttavia, il 20 settembre gli Stati dovranno presentare i piani pluriennali di spesa, e il governo dovrà spiegare a Paolo Gentiloni come intende rispettare gli impegni presi con Bruxelles.

Secondo le stime dei tecnici, la Commissione chiederà all’Italia una correzione pari a quattro decimali di Pil, vale a dire otto miliardi di euro, una cifra apparentemente gestibile. Tuttavia, alla fine dell’anno, il governo dovrà anche mantenere le promesse elettorali. Ci sono due opzioni principali: ridurre la spesa, con particolare riguardo alla decontribuzione per i redditi oltre i 35 mila euro e all’accorpamento delle aliquote Irpef. Entrambe queste misure richiedono almeno venti miliardi di euro, e il governo non potrà finanziarle tramite deficit, poiché da quest’anno il numero deve iniziare a scendere. In questo contesto, Meloni e Giorgetti dovranno prendere delle decisioni difficili: tagliare pensioni e welfare o richiedere un sacrificio ai più ricchi, entrambe le opzioni andrebbero contro il programma elettorale con cui Giorgia Meloni ha vinto le elezioni.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati