L’Ue si prepara ad affrontare le possibili sfide belliche: 1,5 miliardi per l’industria della Difesa

Di fronte alle crescenti tensioni globali, l’Unione Europea deve prepararsi per un possibile conflitto armato, portando un cambiamento storico nel suo approccio alla difesa ed alla pace

 

L’Unione Europea (UE), creata oltre 70 anni fa per prevenire ulteriori guerre sul territorio europeo, potrebbe dover fronteggiare un nuovo panorama di conflitto. Con le minacce da parte della Russia, il caos in Medio Oriente e il potenziale ritorno di Donald Trump negli Stati Uniti, l’UE si sta preparando ad affrontare eventuali sfide belliche.

È questa l’essenza di quanto annunciato dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che la scorsa settimana ha affermato: “Putin ha usato il periodo di pace per prepararsi alla guerra. L’Europa deve svegliarsi”. E il modo per farlo, continua von der Leyen, è attraverso la Strategia Europea per l’Industria della Difesa (EDIS), un programma che prevede l’investimento di 1,5 miliardi di euro entro il 2025 per costruire ciò che viene definita la “prontezza della difesa europea”.

Di fatto, l’UE ha iniziato a modificare seriamente il suo approccio geopolitico due anni fa, abbandonando l’illusione di una pace perpetua. Fino ad ora, le azioni intraprese erano principalmente dirette a sostenere militarmente l’Ucraina, Paese già attaccato. Ora l’attenzione si sta spostando verso la preparazione dell’industria militare interna dell’UE a qualsiasi scenario, incluso quello di un “conflitto ad alta intensità”.

“L’UE non è un’alleanza militare, ma dobbiamo avere un’industria militare pronta: è il momento di passare da una modalità di emergenza a una visione a medio-lungo termine”, ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera, Josep Borrell. Una posizione condivisa dalla Commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, che ha espressamente affermato la necessità di cambiare il modo di spendere, investendo all’interno dell’Europa ed evolvendo da una modalità di risposta alla crisi a quella di una prontezza strutturale della difesa.

Questo approccio potrebbe richiedere risorse finanziarie significative. Nonostante il budget previsto di 1,5 miliardi di euro in due anni sia solo una frazione di quanto potrebbe essere necessario per un tale cambio di passo, Vestager ha sottolineato in conferenza stampa che “è un’allocazione iniziale per incentivare l’azione degli Stati membri, e potrà solo crescere”.

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