
di Corinna Pindaro
Dopo un week end di incontri telefonici con i suoi omologhi europei e, soprattutto della Russia e dell’Ucraina, oltre che Usa, Emmanuel Macron è volato a Mosca e proseguirà per Kiev al fine di negoziare personalmente una “de-escalation” delle tensioni in Ucraina. Dall’ Eliseo fanno sapere che Macron “entrerà in contatto” con i leader di Russia e Ucraina, “avvierà i negoziati nei termini più chiari possibili. Non si tratta di risolvere tutto, ma di andare verso una de-escalation”.
Si tratta, quindi, di un momento cruciale e un ruolo fondamentale è svolto dal presidente francese Macron, legittimato dalla presidenza francese di turno al Consiglio dell’Unione Europea, che ha commentato: “Discuteremo i termini della de-escalation, ma bisognerà essere molto realistici: non otterremo gesti unilaterali”, ma un alleggerimento delle tensioni sarebbe “fondamentale per evitare un deterioramento della situazione”.
Al Journal du Dimanche Macron ha, inoltre, dichiarato che il reale obiettivo della Russia “non è l’Ucraina, ma un chiarimento delle regole con la Nato e l’Ue” auspicando che il suo intervento possa essere sufficiente a prevenire il degenerare del conflitto. Secondo Macron Putin sarà disponibile a discutere di questioni più ampie e la Russia ha diritto di esprimere le proprie preoccupazioni. Il presidente francese ha però aggiunto che il dialogo con la Russia non può “passare attraverso l’indebolimento di nessuno Stato europeo. Dobbiamo proteggere i nostri fratelli europei proponendo un nuovo equilibrio in grado di preservare la loro sovranità e pace. Questo deve essere fatto rispettando la Russia e comprendendo i traumi contemporanei di questo grande popolo e grande nazione”. In particolare, queste parole hanno suscitato una forte preoccupazione nell’opinione pubblica europea perchè ritenute troppo accomodanti nei confronti di Putin e della Russia.
Ad ogni modo, successivamente all’incontro con Putin, Macron andrà a Kiev ed incontrerà oltre il presidente ucraino i ministri degli Esteri di Austria, Slovacchia e della Repubblica Ceca, già arrivati nella regione di Luhansk controllata da Kiev, a poca distanza dalla linea di contatto con le forze separatiste. E’ stato il ministro degli Esteri ucraino, Dmitry Kuleba a volere la loro presenza in modo che possano “verificare in prima persona le conseguenze dell’aggressione della Russia e gli sforzi dell’Ucraina per superarle”.
Mentre Macron è in Russia, il cancelliere tedesco Olaf Scholz è negli Stati Uniti per la sua prima visita a Washington e ha, inoltre, in programma un vertice a Berlino con il presidente polacco Andrej Duda e Macron. La posizione della Germania, accusata di non aver sostenuto abbastanza l’Ucraina, è particolarmente delicata. Per i tedeschi, infatti, il gas è un punto fondamentale. “Lotteremo per il transito del gas attraverso l’Ucraina e saremo molto forti se questo transito di gas sarà messo in pericolo. Abbiamo lavorato duramente per inviare un messaggio chiaro alla Russia che pagherebbe un prezzo elevato se dovessero intervenire in Ucraina”, ha dichiarato Sholz al Washington Post.
Tuttavia, secondo il Cremlino è molto difficile che durante il vertice tra Macron e Putin si discuterà del gasdotto Nord Stream 2. “Non può essere un argomento centrale delle discussioni. Potrebbe essere menzionato in qualche modo. Ma difficilmente sarà un argomento centrale”, ha fatto sapere il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov aggiungendo, peraltro, che il presidente russo non parteciperà alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco insieme alle principali organizzazioni internazionali quali Onu, Nato e Ue.
Intanto l’amministrazione Biden continua a ritenere imminente un’invasione della Russia in Ucraina lanciando ripetuti allarmi e paventando l’ipotesi che l’invasione potrebbe condurre alla caduta di Kiev in soli due giorni e determinare 50.000 morti civili. A destare più di qualche sospetto sulle intenzioni russe, inoltre, sono le navi della Flotta russa del Nord che, senza tentare di nascondersi troppo, sono entrate nel Mar Mediterraneo dopo aver oltrepassato lo Stretto di Gibilterra. In risposta la Nato sta seguendo il gruppo navale sin dalla partenza e continuerà a monitorarne il transito mentre vengono svolte operazioni di presenza e sorveglianza nelle aree cruciali, sotto forma di esercitazioni congiunte con le forze aeronavali italiane, francesi e statunitensi.
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