Manifestazioni No Green Pass: il Viminale valuta stretta sui cortei, Pd e Leu presentano proposte di sciolglimento di FN

di Emilia Morelli

Una vera e propria guerriglia urbana fatta di scontri ferocissimi, culminati con l’assalto a Palazzo Chigi e alla sede della Cgil: ecco come potremmo definire la manifestazione No Green Pass a Roma.  La manifestazione ha assunto i tratti più efferati e violenti, lungi dall’essere un semplice corteo in cui i cittadini manifestano legittimamente il loro dissenso. Il bilancio della giornata conta tredici persone arrestate (tra cui i due leader di Forza Nuova: Roberto Fiore e Giuliano Castellino,), 600 manifestanti identificati, 38 agenti alle forze dell’ordine rimasti feriti. A finire in manette anche l’ex Nar – ora esponente di Forza Nuova – Luigi Aronica, uno dei fondatori dei primi Nuclei Armati Rivoluzionari, coinvolto in diverse vicende giudiziarie, e il ristoratore Biagio Passaro, leader del movimento “IoApro”. Ma ci sono anche volti emergenti dell’estremismo di destra, come la 39enne Pamela Testa, tra i promotori della manifestazione.  Quello che doveva essere un sit in autorizzato in piazza del Popolo, a cui hanno aderito 10mila persone, è degenerato in feroci scontri quando un gruppo di manifestanti ha cercato di forzare il cordone delle forze dell’ordine. Alcune centinaia di persone si sono, poi, dirette a Palazzo Chigi, mentre un altro gruppo ha assaltato la sede della Cgil. E non è ancora finita, come si evince dal comunicato di Forza Nuova, in cui si legge: “Da domani, dal 15 ottobre, e fino a che il Green pass non verrà ritirato definitivamente la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi”.

Preso atto della violenza perpetata il Ministero dell’Interno abbandona la politica finora adottata, quella del dialogo e del contenimento, e  valuta una rimodulazione nelle modalità di approccio a manifestazioni e cortei per contestare le normative per gestire la pandemia. Il Viminale nell’adottare le nuove misure dovrà fare certamente i conti con un’infiltrazione nelle file dei manifestanti degli esponenti di Forza Nuova che hanno puntato ferocemente alla sede del sindacato, in tal senso comunque gli arresti che hanno decapitato gli esponenti di spicco del partito di estrema destra fanno presagire qualche blanda rassicurazione. Ad ogni modo il Ministero dell’Interno non può trascurare che accanto agli estremisti a manifestare vi sono anche famiglie che, semplicemente, sono contrarie alle normative adottate.

Per discutere su una stretta sui cortei la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese ha convocato il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. In questa sede la ministra dovrà affrontare anche gli attacchi pervenuti da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, la prima ha infatti definito la gestione dell’ordine pubblico “pessima” mentre il leader del Carroccio ha addirittura invocato una forma di responsabilità ulteriore affermando “Chi sbaglia paga, gli estremisti violenti come il ministro”. Nell’incontro tra i vertici di polizia e gli apparati di intelligence, che era già in programma in quanto è necessario organizzare al meglio dal punto di vista della sicurezza il prossimo vertice del G20 a Roma, si discuterà  comunque soprattutto delle modalità con cui fronteggiare la violenza che non si è certo esaurita come dimostrano, tra l’altro, le chat telegram di Forza Nuova. Il cambio d’approccio condurrà certamente un nuovo giro di vite sulla prevenzione, considerato l’elemento chiave per evitare che le manifestazioni si trasformino in guerriglia urbana; ma anche un cambio di rotta nella gestione della piazza.

Intanto Mario Draghi ha fatto visita  alla sede nazionale della Cgil per dimostrare la solidarietà del governo al segretario della Cgil Maurizio Landini, dopo l’assalto subito. Il premier, accolto dagli applausi dei presenti e da Landini, ha visitato i locali presi d’assalto dai manifestanti. Peraltro l’attacco subito dalla  Cgil viaggia su più fronti: una violenta irruzione nelle sedi fisiche accanto ad un attacco hacker che ha messo fuori uso da giorni il sito internet sindacale.  Mentre i responsabili della violenza fisica sono stati identificati e arrestati l’attacco hacker rimane senza volto ma “la firma in calce è così evidente che chiunque potrà intuirne la matrice”, scrive il sindacato in una nota che continua, “i tentativi (parzialmente respinti) di incursione informatica sono partiti contemporaneamente all’azione contro la sede di Corso Italia e testimonia un’organizzazione ad ampio raggio tesa a colpire anche l’infrastruttura tecnologica della confederazione nel tentativo di bloccarne le fonti autonome di comunicazione”.

Si colloca in questo contesto la mozione presentata alla Camera dal Pd per chiedere lo scioglimento di Forza Nuova e di tutti gli altri movimenti dichiaratamente fascisti. La proposta se, da un lato, ha il sostegno del Movimento 5 Stelle è osteggiata dalla Lega e da Fratelli d’Italia.  Giuseppe Conte, leader dei pentastellati, ha in proposito dichiarato: “Il Movimento 5 Stelle aderisce e rilancia le iniziative volte allo scioglimento di Forza Nuova e delle altre sigle della galassia eversiva neofascista. Saremo in prima fila per tutte le iniziative parlamentari che muoveranno in tal senso”. Matteo Salvini, leader della Lega, ha invece sostenuto: ” Vogliamo fare una cosa seria? Tutto il Parlamento si unisca per approvare un documento contro ogni genere di violenza e per sciogliere tutte le realtà che portano avanti la violenza, non è che la violenza dei centri sociali lo è meno”.

Come il Pd, anche Liberi e Uguali ha presentato, rivolgendosi però al Senato, un analoga mozione per chiedere lo scioglimento di Forza Nuova.  “Dopo gli assalti squadristi di sabato e la delirante rivendicazione di FN che promette di proseguire su quella strada non si può più essere tolleranti.  Bisogna agire, far rispettare la Costituzione e le leggi, sciogliere i gruppi fascisti”, sottolinea la capogruppo di LeU al Senato, Loredana De Petris continuando, “Anche FdI, se fosse onesta e coerente, dovrebbe votare a favore della mozione. Invece Giorgia Meloni prosegue con la tattica dell’ambiguità, senza mai nominare i fascisti perché sa che da quelle aree le arrivano voti, ma fingendo di voler invece combattere la violenza per non inimicarsi altre fasce del suo elettorato”.

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