Mario Draghi alla Camera: “La ripresa sarà sostenuta, la fiducia sta tornando”

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di Carlo Longo

draghi-annuncia-rinascita“Il mio intervento intende rendervi partecipi degli argomenti in discussione nel Consiglio Europeo di questa settimana. Si tratta di un passaggio importante e per cui vi ringrazio. L’interlocuzione con il Parlamento è infatti essenziale per meglio definire la posizione del nostro Paese su temi di grande rilevanza per la vita dei nostri cittadini e delle nostre istituzioni” ha esordito così il presidente del Consiglio Mario Draghi  nel suo intervento alla Camera.

Draghi espone con fermezza quali siano gli obiettivi perseguiti con il suo mandato, in primo luogo “superare in maniera duratura e sostenibile i tassi di crescita anemici che l’Italia registrava prima della pandemia. Durante la pandemia abbiamo impiegato risorse ingenti per proteggere la capacità produttiva della nostra economia. Ora dobbiamo assicurarci che la domanda aggregata sia in grado di soddisfare questi livelli di offerta”.

Le considerazioni di Draghi muovono dai confortanti dati che mostrano quanto l’economia italiana riscontri, finalmente, un momento di crescita. Secondo le proiezioni della Commissione europea, nel 2021 e nel 2022 l’Italia godrà di un incremento economico rispettivamente del 4,2% e del 4,4%, come il resto dell’Ue. “Molti degli indicatori che abbiamo a disposizione ci indicano che la ripresa probabilmente sarà ancora più sostenuta. La fiducia, insomma, sta tornando”, afferma in primo luogo il Premier aggiungendo che, “Per favorire la crescita  è fondamentale mantenere a livello europeo una politica di bilancio espansiva nei prossimi mesi”.

Mario Draghi da economista esperto avverte, comunque, che: “In questo quadro economico positivo, permangono alcuni rischi. Il primo è proprio la situazione epidemiologica. Sebbene in forte miglioramento, questa deve essere monitorata con attenzione. In particolare, dobbiamo tenere sotto controllo l’emergere e il diffondersi di nuove e pericolose varianti, che possono rallentare il programma di riaperture e frenare consumi e investimenti. Il secondo potenziale pericolo è l’inflazione, che nell’area euro ha raggiunto il 2% a maggio dopo l’1,6% ad aprile. C’è largo consenso che, a oggi, questo aumento sia temporaneo perché legato a un recupero della domanda, a strozzature dell’offerta e a effetti contabili. L’ultimo rischio riguarda la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Le fasi di ripresa dalle crisi recenti hanno spesso favorito solo alcune fasce della popolazione, penalizzando i meno abbienti, i più giovani e le donne. Non abbiamo prestato la dovuta attenzione alla crisi climatica, che colpisce soprattutto le aree più fragili del nostro Paese. Questa volta dobbiamo agire diversamente. Ad esempio, dobbiamo mettere in campo politiche attive del lavoro efficaci, per aiutare chi ha bisogno di formazione per trovare un nuovo impiego”.

Per far fronte ai potenziali pericoli occorre essere preparati e, in tal senso, gestire al meglio i fondi del Recovery è una sfida che non si deve perdere. “L’approvazione del Piano di ripresa e resilienza italiano da parte della Commissione, confermata dalla presidentessa Von der Leyen durante la sua visita di ieri a Roma, conferma il grande lavoro svolto dal nostro Paese. Abbiamo messo insieme un piano ambizioso di riforme e investimenti e lo abbiamo fatto con la collaborazione degli enti territoriali, delle parti sociali e del Parlamento che ci tengo a ringraziare.Il vostro ruolo come Parlamento sarà fondamentale durante tutta l’attuazione del Piano”, dichiara fiero Mario Draghi sottolineando che adesso “Gli occhi dell’Europa sono sull’Italia. Il nostro è infatti il programma più sostanzioso, per un importo pari a 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 30 miliardi del fondo complementare. Il successo del programma Next Generation Eu dipende in larga parte da noi”.

Il Premier passa poi ad analizzare l’andamento della campagna di immunizzazione e del quadro epidemiologico affermando che” rispetto alle mie Comunicazioni alle Camere del 24 marzo, il quadro epidemiologico in Italia e in generale in Europa è molto migliorato. La scorsa settimana in tutta l’UE abbiamo registrato circa 90 mila casi e ci sono stati 2.600 decessi dovuti al Covid-19. Due mesi fa, i casi erano circa un milione a settimana e i decessi settimanali erano sei volte quelli attuali. Questo miglioramento è merito della campagna vaccinale che procede in modo spedito. Ad oggi, nell’Unione Europea più di metà della popolazione adulta ha ricevuto almeno una dose di vaccino. In Italia la quota è quasi del 60% e circa il 30% della popolazione adulta ha completato l’intero ciclo di vaccinazione”.

Draghi, anche in questo ambito d’intervento, si mostra molto cauto e sottolinea che “I rischi legati alle varianti, e in particolare alla cosiddetta “variante Delta”, ci impongono di procedere nella campagna vaccinale con la massima intensità. Dobbiamo inoltre continuare a concentrarci sui soggetti più fragili, come i più anziani, che sono maggiormente a rischio di morte o di ospedalizzazione”.

Un cenno del Premier anche al Green Pass: “Poco fa il ministro Speranza mi ha comunicato che più di 5 milioni di persone hanno già scaricato il certificato di vaccinazione” dice poi il presidente del Consiglio in Senato. Dal primo luglio, la certificazione sarà valida anche come certificato verde europeo, per poter viaggiare da e per i paesi dell’UE e dell’area Schengen”.

Altro tema che non può essere considerato di second’ordine riguarda i flussi migratori. In merito Draghi spiega che il tema “torna ad essere in agenda al Consiglio Europeo su precisa richiesta dell’Italia. Come ho dichiarato in passato, il Governo vuole gestire l’immigrazione in modo equilibrato, efficace e umano. Ma questa gestione non può essere soltanto italiana. Deve essere davvero europea. Occorre un impegno comune che serva a contenerei flussi di immigrazione illegali; a organizzare l’immigrazione legale; e aiutare questi paesi a stabilizzarsi e a ritrovare la pace. Al momento, però, una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane divisiva per i 27 Stati Membri. Serve un’alternativa di lungo periodo, per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo. Vogliamo che il Consiglio promuova un’azione più incisiva sui rimpatri, anche attraverso lo strumento dei rimpatri volontari assistiti, e che favorisca un impegno comune a sostegno dei corridoi umanitari: attualmente siamo protagonisti per i corridoi, ci sono pochissimi altri Paesi che li fanno e li fanno così bene”.

Sull’argomento Migranti, Draghi sottolinea quanto un’azione integrata sia necessaria ma al contempo che il confronto mostra un terreno comune fra gli Stati europei su diversi aspetti fondamentali. “Tra i 27 Stati membri ci sono punti di convergenza,- spiega Mario Draghi- innanzitutto sul riconoscimento delle rotte migratorie come parte integrante dell’azione esterna dell’Unione europea. Intendiamo intensificare in tempi rapidi partenariati e forme di collaborazione con i Paesi di origine e di transito, in particolare con i Paesi africani. Lo scopo è evitare perdite di vite umane, ma anche contrastare le partenze illegali, nonché ridurre la pressione sui confini europei. Ho discusso anche di questo durante gli incontri, avvenuti nelle ultime settimane, con il primo ministro libico Dabaiba e il presidente della Repubblica tunisina Saied, dai quali ho ricevuto riscontri positivi”.

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