Medicina, la fine del numero chiuso: selezione con esami dopo il primo semestre aperto a tutti

L’iscrizione al secondo semestre sarà vincolata al superamento di tutti gli esami richiesti per raggiungere un certo numero di crediti formativi, che sarà stabilito dal Ministero dell’Università e della Ricerca insieme alla media dei voti

La possibile fine del numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina è un cambiamento significativo nel panorama dell’istruzione superiore italiana. Il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato ha adottato praticamente all’unanimità un testo base per la riforma dell’accesso alla facoltà universitaria, aprendo le porte a tutti gli aspiranti studenti di Medicina al primo semestre. Tuttavia, l’iscrizione al secondo semestre sarà vincolata al superamento di tutti gli esami richiesti per raggiungere un certo numero di crediti formativi, che sarà stabilito dal Ministero dell’Università e della Ricerca insieme alla media dei voti.

Questa decisione, accolta con soddisfazione dal presidente della Commissione Roberto Marti, rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui gli studenti accedono alla facoltà di Medicina. La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha elogiato il percorso di riforma avviato dal Parlamento, sottolineando l’importanza di puntare all’eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze.

Il nuovo testo prevede l’abolizione del quiz di ingresso iniziale, consentendo a chiunque di iscriversi al primo semestre di studio in Medicina. Gli studenti dovranno sostenere gli esami dei corsi svolti durante il primo semestre e guadagnare i relativi crediti formativi. Solo al termine del primo semestre sarà applicata una graduatoria nazionale di merito per l’ammissione al secondo semestre di Medicina.

Coloro che non superano il test potranno seguire gli studi in altre aree biomediche, sanitarie, farmaceutiche o veterinarie, o cambiare facoltà. Tuttavia, la decisione di eliminare il numero chiuso non è priva di criticità. Molti si preoccupano che un numero eccessivo di laureati in Medicina possa portare alla creazione di disoccupati nel settore.

Mentre la Lega esulta per questa decisione, l’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri e il sindacato dei medici ospedalieri esprimono preoccupazione per le possibili conseguenze negative sulla formazione medica e sulla professione.

Gli studenti universitari, sebbene accolgano positivamente il superamento del numero chiuso, sono delusi dalle modalità scelte e richiedono maggiori investimenti nell’istruzione superiore e nel sistema sanitario nazionale.

Nonostante questi cambiamenti, i test di ammissione per quest’anno rimarranno invariati, ma la riforma potrebbe entrare in vigore nell’anno accademico 2025-2026, previo iter parlamentare.

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