Meloni e von der Leyen in visita all’hotspot di Lampedusa: “Siamo qui per dare una risposta coordinata, basta alle partenze illegali”

La presidente del Consiglio ha espressamente affermato che l’unico modo per affrontare il problema dei migranti è dire stop alle partenze illegali, intraprendere una vera  e propria lotta ai trafficanti di esseri umani, più che redistribuire i migranti. Von der Leyen ha presentato un piano in dieci punti per sostenere l’Italia

di Carlo Longo

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen insieme con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson hanno visitato l’hotspot di Lampedusa.  Il centro di primo soccorso dei migranti rappresenta, infatti, bene quanto sta accadendo. La struttura è al collasso, ha superato di gran lunga il limite di persone che può ospitare e la scelta di visitarlo non è casuale.

Prima dell’incontro non è mancato un momento di tensione. La premier e la delegazione europea sono state fermate dai cittadini di Lampedusa che hanno a gran voce gridato alla necessità di avere un confronto con con le autorità. Meloni è intervenuta rassicurando i lampedusani. “Stiamo lavorando e le istituzioni europee sono con voi”, ha spiegato.

La giornata è invece proseguita come da programma, dopo una visita al molo Favarolo, luogo in cui materialmente si susseguono gli sbarchi si è tenuta la conferenza stampa congiunta tra Meloni e von der Leyen.

“Non è un gesto di solidarietà verso l’Italia, ma un gesto di responsabilità verso l’Europa. Qui è in gioco il futuro dell’Europa. È una sfida epocale per l’Europa. E su questo la presidente von der Leyen è sempre stata collaborativa”, ha esordito Giorgia Meloni. Secondo la premier è necessario trovare “soluzioni durature, complesse e serie, abbiamo bisogno di lavorare tutti nella stessa direzione”. La via per la premier però è unica: “bisogna bloccare le partenze illegali. Stop alle partenze più che redistribuire, lotta più incisiva ai trafficanti di esseri umani, più efficace missione europea navale e strumenti più efficaci per i rimpatri decisi a livello europeo e non dai singoli Stati”.  Meloni ha poi auspicato “un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite e ora l’accordo con la Tunisia va applicato velocemente. Sono ottimista  perchè è la posizione italiana è ampiamente condivisa in Ue”.

Meloni ha poi confermato l’approvazione in seno al Cdm, prevista per il 18 settembre, di “misure studiate per velocizzare i rimpatri e consentire al ministero della Difesa di iniziare a lavorare sulle nuove strutture di accoglienza riservando un’attenzione particolare a donne e minori”. La premier si è detta ottimista in relazione al fatto che l’Europa affronterà il problema delle migrazioni durante il prossimo Consiglio previsto ad ottobre. “Discuteremo lo sblocco del memorandum e un sostegno al bilancio tunisino senza agganciarlo all’accordo con il Fondo monetario”, ha sottolineato aggiungendo che  blocco navale “occorre mettere in atto iniziative in accordo con le istituzioni locali. Credo sia opportuno ripartire dalla seconda e terza parte della missione Sofia”.

La presidente della Commissione europea ha poi presentato un piano di intervento in 10 punti. “Siamo qui per una risposta coordinata. L’emergenza migranti è causata dai trafficanti”, ha detto von der Leyen che ha proseguito,  “Aumenteremo il nostro sostegno per spostare i migranti fuori dall’Italia facendo appello al meccanismo di accoglienza volontario. Offriamo il sostegno di Frontex per consentire ai migranti che non hanno titolo di entrare in Europa di poter rientrare nei loro Paesi. Occorre lavorare tutti insieme per contrastare gli scafisti e con Frontex dialogare con i Paesi di partenza. Dobbiamo migliorare la sorveglianza navale e aerea lavorando anche su nuove missioni e aiutare la guardia costiera tunisina. Necessario, con la collaborazione dell’autorità italiana, di distruggere tutte le imbarcazioni utilizzate dai trafficanti. L’agenzia europea per l’asilo dovrà sostenere l’Italia nell’esame delle domande. Chi non ha diritto di asilo dovrà tornare nel Paese d’origine. Per lottare contro gli scafisti occorre offrire ai migranti corridoi umanitari legali. In questo senso occorre migliorare la collaborazione con le organizzazioni umanitarie che si occupano di corridoi umanitari e possono aiutare nei rimpatri. Ultimo punto è poi il sostegno alla Tunisia per sviluppare l’ufficio per i migranti e garantire gli aiuti alla Tunisia”.

La presidente dell’esecutivo europeo ha anticipato fra l’altro una missione della vice Presidente  Schinas nei Paesi di provenienza dei migranti, nel quadro dello  sforzo, definito dal terzo punto del piano, di operare per il veloce  ritorno dei migranti che non hanno diritto all’asilo nei loro Paesi. La missione di Margaritis Schinas avrà quindi come obiettivo quello di parlare con i rappresentanti dei Paesi di origine dei flussi migratori per assicurare la loro cooperazione su questo fronte.

Sul piano d’azione, la presidente della Commissione, rispondendo alla stampa ha sottolineato che sulle iniziative è in corso un dialogo con tutti i leader europei. “L’idea è quella di affrontare questa sfida tutti insieme e non solo a livello europeo ma anche a livello internazionale”, ha concluso.

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