Meloni: “L’approvazione della manovra non è stata facile, tra le priorità Giustizia e Presidenzialismo”

Giorgia Meloni ha tenuto il suo discorso di fine anno prendendo le mosse dall’approvazione della Legge di bilancio e toccando i temi fondamentali per la vita del Paese. Tra le priorità del governo la Premier ha indicato la riforma della giustizia e la riforma sul presidenzialismo

di Mario Tosetti

Il giorno in cui la Legge di Bilancio ha ricevuto l’ok definitivo dal Senato, la Premier Giorgia Meloni ha tenuto il suo discorso di fine anno che non poteva non prendere le mosse proprio dalla manovra. Giorgia Meloni ha definito l’iter di approvazione “non facile” considerato anche che si tratta di “una manovra politica scritta in tempi molto rapidi”. La legge di bilancio è stata approvata in Cdm “in un’ora. Ho fatto parte di altri governi e ricordo dibattiti molto più articolati e accesi. Era una legge di bilancio che non lasciava molto alle legittime rivendicazioni dei ministri”, ha sottolineato la presidente del Consiglio che ha aggiunto “la manovra è stata approvata un giorno in anticipo rispetto agli ultimi due anni”.

“Pur investendo gran parte delle risorse sulla priorità del caro bollette siamo riusciti a mantenere o a iniziare a mantenere gli impegni presi”, ha rivendicato Meloni sottolineando che sono state destinate “tutte le risorse che avevamo sulle grandi misure a cui volevamo dedicarci”.

“Mi fido dei miei alleati al governo. A di là dei dibattiti naturali all’interno di una maggioranza, e delle sfumature diverse nei programmi dei singoli partiti, c’è visione comune. È normale che ci sia dibattito. Poi contano i fatti”, ha detto la presidente del Consiglio, parlando dei rapporti nella coalizione dopo la manovra. “Trovo un clima assolutamente positivo nella maggioranza, non posso lamentarmi e non lo dico per fatto dovuto”.

Per quanto riguarda gli altri temi attuali anzitutto Giorgia Meloni si è soffermata sulla situazione Covid, e le preoccupazioni che desta l’allentamento delle restrizioni da parte della Cina. “Per quanto accaduto in Cina ci siamo mossi immediatamente: abbiamo disposto il tampone per tutti quelli che vengono dalla Cina,  ma è efficace se viene presa da tutta l’Ue. Per cui abbiamo scritto a Bruxelles. Ci aspettiamo che l’Ue voglia operare in questo senso. Abbiamo bisogno di capire se quello che sta arrivando è coperto dai vaccini o no. Dei primi casi sequenziati di Covid su persone provenienti dalla Cina 15 sono di variante Omicron, già presente in Italia, e questo dovrebbe essere abbastanza tranquillizzante. Il caso cinese lo dimostra: lavoro su responsabilità e non coercizione: situazione abbastanza sotto controllo”, ha spiegato la Premier che ha poi aggiunto:  “Penso a un osservatorio sul Covid”. Inoltre, la presidente del Consiglio ha ricordato che c’è “la campagna del governo che invita alla vaccinazione soprattutto gli anziani e i fragili che sono i soggetti più a rischio e su cui mi sento di fare un invito più deciso” a vaccinarsi. “Per gli altri l’invito è di rivolgersi al medico che ne sa qualcosa più di me”.

Altro tema centrale è quello del lavoro e della crescita economica del Paese. Sul punto Meloni ha affermato: “Credo che creare le condizioni per migliorare la qualità del lavoro in Italia sia materia che riguarda soprattutto il tema della crescita economica. Bisogna cioè mettere le persone nelle condizioni di assumere. E noi ci stiamo muovendo esattamente in questo senso, togliendo alcuni cavilli che sono per noi controproducenti per dare dei segnali sulla detassazione. Abbiamo, per esempio, previsto una misura che riguarda la decontribuzione totale per chi assume a tempo indeterminato”, ha detto Giorgia Meloni convinta che occorra ”creare le condizioni per assumere” perché la povertà ”non si abbatte per decreto”.

In proposito Meloni ha sottolineato che il governo ha a disposizione sette mesi di tempo per riformare le politiche attive del lavoro,  utilizzando i fondi europei. “I percettori di reddito di cittadinanza tra 18 e 59 senza figli a carico continueranno a percepirlo per 7 mesi perché vogliamo affrontare la sfida della possibilità di aiutarli a trovare un posto di lavoro, quando vogliono. Come si fa? Mentre spendevamo 8-9 mld per dare il reddito di cittadinanza a persone perfettamente in grado di lavorare, l’Italia non spendeva 8 mld del fondo sociale europeo, che devono essere utilizzati per la formazione, anche con un rimborso spese. Abbiamo 8 mld non utilizzati per la vecchia programmazione, 13 mld della nuova e il Pnrr prevede risorse. Immagino un meccanismo nel quale quando ci si reca in un centro per l’impiego o in una realtà privata, quel soggetto sia in grado di indicarmi dove è richiesto il lavoro e chi mi forma”. Quella formazione va fatta “con il Fse”.

Ancora, in relazione alla riforma fiscale Meloni ha annunciato l’intenzione di “andare avanti secondo le direttrici visibili  già in manovra finanziaria con le poste in bilancio” e “le direttrici su cui la riforma si deve muovere ci sia il taglio del costo del lavoro e su questo si deve fare molto di più”. “Abbiamo dato un segnale con il taglio del cuneo fiscale, ma su questo vorrei andare avanti. Il secondo obiettivo , ha continuato, è la “tassazione che tenga conto della composizione del nucleo famigliare. Consideriamo il tema del sostegno alla genitorialità una priorità ed anche la tassazione deve tenerne conto”. Per Meloni la questione ha anche rilievo “sulla tenuta del welfare”. Il terzo obiettivo, infine,è quello di promuovere una ” tassazione che incentivi di più chi si mette in gioco e crea ricchezza: il tema – ha concluso – è più assumi e meno paghi”.

Rivolgendosi velatamente a quanti hanno ravvisato nella misura della manovra che prevede la pace fiscale un condono Meloni ha obiettato: “I condoni non ci sono nella nostra legge di bilancio: chiediamo a tutti di pagare il dovuto, con una maggiorazione, consentendo una rateizzazione. Abbiamo stralciato solo le cartelle inferiori ai mille euro con più di 7 anni perché costa più la riscossione che lo stralcio”. Quanto alla norma sui reati fiscali, “non c’è in legge di bilancio, non abbiamo fatto quello che ha fatto Renzi nel 2014. Ma penso che per chi dichiara e non versa, che non è secondo me chi vuole fregare lo Stato ma chi non ce l’ha fatta, penso sia abbastanza normale che quando io decido di pagare, con la maggiorazione, io abbia pagato il mio debito dello Stato”.

Un passaggio del discorso della Premier è stato riservato al Pnrr.  “Sono contenta che l’Italia sia riuscita a raggiungere tutti e 55 gli obiettivi previsti per richiedere la tranche di 19 miliardi di euro. Quando siamo arrivati erano stati conseguiti 25 obiettivi su 55, quindi abbiamo lavorato per terminare gli altri 30. Direi che questa staffetta ha funzionato”, ha sottolineato. Meloni ha però anche avvertito che “ora arriva la parte difficile del piano perché il grosso fatto finora era programmazione e riforme, la parte su carta, mentre ore c’è la parte complessa in cui questi obiettivi devono diventare cantieri”. Le difficoltà, ha aggiunto, deriva “dall’aumento dei costi e dal fatto che il piano è stato scritto prima del conflitto in Ucraina, in un mondo diverso dalle priorità di oggi”. “C’è lo strumento del Repower EU molto interessante che penso vada mediato con il Pnrr per affrontare le priorità e lavorare sul tema dell’aumento dei costi delle materie prime”, ha proseguito. “Non è un lavoro facile, è molto complesso – ha sottolineato Meloni – è forse la questione alla quale stiamo dedicando più tempo come governo, credo sia l’occasione per darci delle priorità strategiche che non avevamo”.

La riforma della Giustizia rappresenta una priorità del governo, ha sottolineato Meloni. “Per farla serve un governo coraggioso e deciso, e coraggio e decisione non ci difettano”. “Credo che il governo, mettendo insieme le varie anime della maggioranza, abbia una visione equilibrata su questa materia. Intanto abbiamo scelto un ottimo ministro della Giustizia, coadiuvato dai partiti della maggioranza, ed è molto deciso ad andare avanti. Nei prossimi mesi lavoreremo per la riforma della giustizia con capisaldi noti, come la separazione delle carriere, e credo che questo possa aiutare l’Italia da vari punti di vista, che possa aiutare investimenti, il Pnrr, il rapporto tra Stato e cittadino”.

Un’altra riforma considerata dal governo Meloni una priorità è quella in senso presidenzialista è “Il mio obiettivo è riformare le istituzioni di questa nazione in questa legislatura. È una riforma a cui tengo particolarmente e credo che si possa solo fare bene all’Italia con una riforma che consenta di avere stabilità e governi frutto delle indicazioni popolari, chiari. Credo che siano due principi capaci di restituire efficienza al nostro sistema, perché l’instabilità incide negativamente”, ha spiegato Giorgia Meloni che ha continuato:  “Io sono sempre partita dal semipresidenzialismo alla francese, non perché sia il mio modello preferito ma perché è quello su cui storicamente c’è stata una maggiore convergenza. Vorrei fare una riforma il più possibile condivisa e quindi sono partita per un gesto di disponibilità da una cosa su cui alcuni degli altri avevano detto non avere preclusioni. Per quanto riguarda il punto di caduta i modelli sono diversi e si possono anche inventare, il punto è capire la volontà”.

Per quanto attiene al dossier migranti, che Meloni lega alla questione dell’energia la premier ha affermato: “Non ho attuato il blocco navale per come molti di voi lo hanno raccontato in questi anni, ossia come un atto di guerra. Non lo intendo come mandare le navi della Marina contro i Paesi del Nord Africa e scatenare una guerra. La mia ipotesi è una missione europea, in accordo con le autorità nordafricane, per bloccare le partenze, formare degli hotspot e ridistribuire rifugiati in Europa. È quello su cui continuo a lavorare. Le cose si fanno con serietà. Abbiamo posto alcune questioni a livello europeo che consentono oggi di discutere questa materia, come finora non è stato fatto adeguatamente”. Inoltre, “il tema dell’energia offre un’occasione all’Africa, all’Europa di tornare a essere presente in Africa, perché in questi anni ha indietreggiato con risultati sotto gli occhi di tutti, e all’Italia di fare da nazione capofila di questo nuovo approccio europeo all’Africa”. “Qui ci aiuta la nostra posizione geostrategica. Siamo in una posizione privilegiata. Abbiamo appena sbloccato – ha ricordato – un finanziamento da 350 milioni di euro per collegare l’Italia alla Tunisia, in collaborazione con Terna; il Sud Italia ha un potenziale enorme sulle rinnovabili; e i paesi africani sono tutti interessati a investire in alta tecnologia sul tema dell’approvvigionamento energetico. Con un po’ di risorse spese bene, da parte dell’Europa, ma la cosa riguarda anche il nostro Pnrr, si può ragionare prevalentemente con il nord Africa per produrre l’energia che serve, diversificando le fonti di approvvigionamento, le forme di energia, e fare dell’Italia la porta d’ingresso di questa energia”.

“Stiamo lavorando sul tema del gas e della “strettoia” nei nostri gasdotti in centro Italia: quando dovesse essere risolta, comporterebbe per l’Italia anche la possibilità di valorizzare e implementare anche diverse città del Sud Italia che sarebbero più che contente di poter avere sviluppo, affrontando una questione che è per l’Italia e l’Europa assolutamente strategica”, ha concluso Meloni, richiamando un “piano Mattei” per l’Africa con il quale “noi non andiamo in un’altra nazione per portare via qualcosa, ma per lasciare qualcosa e costruire rapporti in cui c’è pariteticità tra l’Italia e le altre nazioni”.

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