Meloni sul Mes: “Come mai in un momento in cui tutti cercano risorse nessuno decide di attivarlo?”

Durante la presentazione di PhotoAnsa 2023, la premier Giorgia Meloni ha ribadito la sua posizione sulla riforma del patto di stabilità e ha discusso della ratifica del Mes, sottolineando la complessità della questione e sottolineando la necessità di una comprensione approfondita del contesto

di Mario Tosetti

“Credo fermamente che non sarebbe responsabile accettare un patto di stabilità al quale nessuno Stato potrebbe conformarsi. Dobbiamo essere seri al riguardo. Tuttavia, intravedo possibilità per una soluzione concreta che tenga debitamente conto del contesto in cui agiamo”.  La premier ha espresso queste opinioni durante la presentazione di PhotoAnsa 2023 a Roma premesso che la riforma del patto di stabilità sarà un argomento chiave durante la prossima riunione del Consiglio europeo prevista per il 14 dicembre.

Durante l’evento, il dibattito si è spostato sul Mecanismo Europeo di Stabilità (MES), durante il quale Meloni ha mostrato un tono di disappunto. Afferma che la discussione sul MES è tipicamente italiana e influenzata da sfumature ideologiche. Ha sottolineato l’importanza della comprensione del contesto per discutere efficacemente del MES.

Meloni ha anche risposto alle dichiarazioni di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che afferma “Non possiamo tenere ferma tutta Europa”. Meloni ha dichiarato: “Forse non conosce l’esistenza del MES; chiunque voglia attivarlo può farlo tranquillamente”. Ha aggiunto: “Forse dovremmo chiederci perché, in un momento in cui tutti cercano risorse, nessuno sembra voler attivare il MES; questo dovrebbe essere al centro del dibattito”.

Schlein ha prontamente replicato a Meloni accusandola di “giocare a tre carte”. Ha criticato Meloni per il suo impegno a difendere una politica economica, a suo dire, indifendibile e ha ricordato che la questione in discussione non è l’attivazione del MES, ma la ratifica del trattato che lo modifica. Schlein ha sottolineato che 26 dei 27 paesi hanno già ratificato le modifiche e l’Italia è l’unico paese rimasto a causa del persistente blocco ideologico della destra.

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