Mes, Salvini: “Dopo la mancata ratifica nè l’Italia nè Giorgetti ne sono usciti indeboliti”

Nuove ipotesi circolano a Bruxelles relative a un accordo MES concordato tra i 19 Paesi che adottano l’euro, una mossa che potrebbe lasciare l’Italia fuori. Questa discussione pone vari problemi legali e politici, con Salvini che respinge l’idea di un’Italia indebolita

di Corinna Pindaro

A Bruxelles, l’idea di un accordo MES rivisto e firmato dai 19 paesi dell’euro, con l’esclusione dell’Italia, sta guadagnando terreno. Il Fondo per il salvataggio degli Stati potrebbe quindi persistere escludendo l’Italia. Come trattato intergovernativo, l’accordo MES può essere liberamente firmato da chiunque tra i Paesi europei decida di aderire. Questa proposta sembra essere particolarmente favorevole a diversi Paesi del Nord Europa.

Se l’Italia dovesse essere esclusa da un nuovo accordo MES, dovrebbero essere analizzate le conseguenze legali per restituire al Paese i 14 miliardi di euro versati come copertura contro uno scudo bancario.

Come riporta il Corriere della Sera, alcuni retroscena indicano che parte del Governo, incluso il Primo Ministro, potrebbe essere stato colto di sorpresa da una mossa improvvisa da parte di un gruppo leghista guidato dal Ministro Salvini, che ha condotto alla mancata approvazione con il voto in Aula della ratifica del Mes.

Secondo il vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, la bocciatura del MES in Parlamento non ha indebolito il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Salvini ha respinto l’idea che l’ Italia sia indebolita, affermando: “Abbiamo fatto una grande cosa per l’Italia”. Su ulteriori domande riguardo alla speculazione dell’indebolimento dell’Italia in Europa dopo la bocciatura del MES, Salvini risponde: “No assolutamente. L’economia italiana è solida, cresciamo di più dei francesi e tedeschi.”

Conclude poi Salvini, “Il Parlamento ha esercitato il suo diritto democratico di bocciare uno strumento inutile e dannoso e lo spread è sceso. L’Italia cresce più della Germania, abbiamo fatto il nostro dovere per difendere il lavoro e i risparmi dei italiani.”

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