di Corinna Pindaro
“L’Italia, davanti a flussi crescenti via mare legati alle situazioni di grave crisi politica ed economica in cui versano Paesi come la Tunisia e la Libia, attende per i prossimi mesi dai Paesi membri un segnale concreto di solidarietà sul fronte del ricollocamento dei migranti”. Così si è espressa la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese di fronte al vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, incontrato oggi al Viminale. L’incontro è stato finalizzato ad un confronto sulle prospettive della trattativa in corso a Bruxelles per il nuovo Patto europeo immigrazione e asilo, trascorso esattamente a un anno dalla sua presentazione..
La Lamorgese ha inoltre sottolineato che sulla rotta balcanica, “anche alla luce della gestione dei profughi in fuga dalla drammatica situazione in Afghanistan” si ponga come ineluttabile “l’urgenza di un incontro tra i Paesi membri interessati, coordinato dalla Commissione europea, per condividere una linea comune di azione sulla gestione dei flussi migratori via terra e delle richieste di asilo nei Paesi di primo ingresso nella Ue”.
Shinas appare concorde con quanto auspicato dalla ministra. “Per anni abbiamo avuto lo stesso problema in Europa e cioè che tutti pensano che la migrazione sia il problema di qualcun altro. Non è così. Le sfide della Lituania al confine con la Bielorussia sono sfide per tutta l’Unione europea. Così come gli arrivi in Italia sono gli arrivi in Europa. Abbiamo bisogno di un approccio europeo comune alla migrazione. Un approccio che tenga conto della situazione specifica dell’Italia”, ha affermato il vicepresidente della Commissione Ue, aggiungendo, “nel breve termine continueremo ad assistere l’Italia dal punto di vista operativo e finanziario e con ricollocamenti ad hoc, ma per affrontare adeguatamente le sfide a lungo termine abbiamo bisogno di un sistema sostenibile con la solidarietà incorporata nel diritto dell’Ue. Questo è ciò che può fornire il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo ed è per questo che dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi collettivi” .
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