Migranti, Lamorgese “Giusto salvare le vite, ingiusto che se ne faccia carico solo l’Italia”

di Mario Tosetti

“Abbiamo navi di ong che hanno tanti migranti a bordo. E’ giusto  salvare queste persone, è ingiusto che a farsene carico sia un solo Paese, il nostro, solo perché di primo approdo”, si è espressa così la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, intervenendo al Viminale alla cerimonia della firma del protocollo d’intesa che consente l’arrivo in Italia di 1.200 afghani bisognosi di protezione internazionale attraverso corridoi umanitari. La ministra ha proseguito affermando: “E’ ingiusto anche perché siamo in pandemia e abbiamo difficoltà organizzative. Di questo ne ho sempre parlato con la commissaria europea Ylva Johansson e lo farò anche in questi giorni. Serve maggiore partecipazione dei Paesi europei per una giusta redistribuzione dei migranti secondo il principio di solidarietà”.

Il protocollo d’intesa siglato al Viminale vede coinvolte, oltre le istituzioni come il Ministero dell’Interno e il Ministero degli Affari esteri, diverse organizzazioni la Cei, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche, la Tavola Valdese, l’Arci, l’Oim, l’Unhcr e l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (Inmp). L’intesa nasce con lo scopo di aprire un canale d’ingresso, un corridoio umanitario, per i cittadini afghani provenienti dal Pakistan, dall’Iran e altri Paesi considerati di transito.

“Quest’estate gli aerei militari hanno portato in Italia circa 5mila afghani. Oggi abbiamo firmato il protocollo d’intesa per farne arrivare altri 1.200 ed io mi auguro che, con l’impegno di tutti, si arrivi a duemila. In un recente incontro internazionale ho notato che non tutti i Paesi europei hanno questa propensione all’accoglienza, al rispetto dei diritti umani. Non sempre l’Europa è presente, non tutti erano d’accordo con l’accoglienza, dicevano diamo risorse ma a casa loro” detto Luciana Lamorgese che ha sottolineato quanto il popolo afghano abbia “sofferto e si è trovato in grandissima difficoltà. L’Italia è un Paese accogliente, abbiamo aumentato i posti nella rete Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) proprio perchè essa garantisce un percorso di integrazione diverso, con conoscenza della lingua e rispetto delle regole ed il Governo è stato dalla parte del ministero dell’Interno che ha proposto l’iniziativa”.

A margine della sigla del protocollo la ministra dell’Interno ha incontrato il Commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders. Obiettivo dell’incontro è stato affrontare il tema della gestione dei flussi migratori a livello europeo, considerati anche i numerosi migranti provenienti dal Nord Africa. La Lamorgese ha evidenziato la necessità che i migranti che sbarcano in Italia siano, poi, redistribuiti in Europa invocando l’esigenza di una forte solidarietà europea e chiedendo espressamente l’impegno da parte dell’Ue a predisporre partenariati strategici con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori, in primo luogoTunisia e Libia.  La ministra si è, inoltre, soffermata sulla necessità di reprimere forme di sfruttamento dei migranti in agricoltura ed in altri settori ad opera di organizzazioni criminali, in proposito ha avanzato la proposta di istituire appositi canali regolari di ingresso per i lavoratori stagionali. Luciana Lamorgese ha, peraltro, ricordato la recente sottoscrizione in Italia, insieme ai ministri Orlando e Patuanelli e all’Anci, di un protocollo per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato, che prevede, tra l’altro, una più intensa collaborazione a livello locale. Tra gli argomenti trattati notevole rilevanza ha il contrasto ad ogni forma di discriminazione ed, in particolare, la prevenzione dei crimini d’odio online che ultimamente sono particolarmente diffusi. In proposito la ministra ha sottolineato l’importante funzione svolta dalle Forze di polizia e, in particolare, dalla Polizia postale e delle comunicazioni che si occupa di  un costante monitoraggio della rete oltre che la figura dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD), organismo interforze che opera presso il Viminale con l’obiettivo di agevolare le denunce dei crimini d’odio e monitorare il fenomeno.  Il Commissario Reynders, ha apprezzato la gestione italiana e ha sottolineato l’esigenza di una intensificazione degli interventi a livello europeo, prevedendo anche iniziative per promuovere la formazione degli operatori di polizia.

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