Migranti, Meloni a Malta: “Occorrono soluzioni strutturali altrimenti tutti saranno travolti dal problema”

Intervenendo al vertice di Med9 che ha visto riuniti a Malta tutti i Paesi che affacciano sul Mediterraneo la premier ha deciso di chiarire il suo pensiero quanto alla decisione di Berlino di continuare a finanziare un’ Ong tedesca: Berlino dovrebbe portare i migranti salvati nel Paese di cui battono bandiera e da cui sono finanziate

di Emilia Morelli

“La questione migratoria non può essere rinchiusa entro i confini di una nazione europea, senza risposte strutturali prima saranno travolte le nazioni di primo approdo, ma poi tutti quanti verranno travolti da questo problema”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo al vertice di Med9 che ha riunito i leader dei Paesi europei che affacciano sul Mediterraneo: Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Slovenia e Croazia, oltre alla stessa Malta e all’Italia.

“Ribadiamo che l’unico modo per affrontare seriamente il problema migratorio a partire da chi ha davvero diritto alla protezione internazionale è ricondurla alla legalità. In Europa non si entra illegalmente, non sono i trafficanti a decidere”, ha sottolineato Maloni che ha aggiunto,  “bisogna dare risposte serie a un’Africa sempre più in difficoltà. Nella dichiarazione finale (del vertice ndr) ci sono molti elementi seri e concreti, molti suggeriti dall’Italia. Il vertice ribadisce che la strada da seguire per il contrasto all’immigrazione illegale è la lotta senza quartiere ai trafficanti e andare alle cause dell’immigrazione” per “offrire altre risposte”.

Meloni ha poi affermato che “il piano di azione presentato da Ursula von der Leyen a Lampedusa è una ottima cornice dipartenza, è fondamentale renderlo concreto e operativo e attuare i principi in esso contenuti”.

Il vertice ha preso avvio con un trilaterale che la premier ha tenuto con il presidente francese, Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. L’incontro si inserisce in un più ampio contesto che ha visto l’Italia affrontare un’ondata di sbarchi di enorme portata e accentuarsi le tensioni con la Germania dopo la decisione di Berlino di sostenere  economicamente la ong Sos Humanity,  impegnata nei salvataggi in mare. Sulla querelle con la Germania la premier ha detto: “Ho avuto degli scambi con il cancelliere Scholz nella giornata di ieri. La Germania è arrivata con alcuni emendamenti, uno in particolare, quello che riguarda le Ong, per noi rappresenta un passo indietro. Abbiamo chiesto di avere tempo, non si poteva decidere ieri così”. Meloni ha anche ribadito che dal punto di vista del Governo italiano, le Ong tedesche dovrebbero portare i migranti salvati nel Paese di cui battono bandiera e da cui sono finanziate.

Meloni ha poi confermato che la prossima settimana dovrebbe arrivare la prima tranche di aiuti europei alla Tunisia, in base agli accordi intercorsi col Paese africano da cui partono moltissimi disperati verso le nostre coste.

“Sosteniamo il piano in 10 punti presentato dalla Commissione europea e proponiamo ai colleghi di implementarlo al più presto. Quella dell’immigrazione è una situazione eccezionale, specialmente quella che ha toccato Lampedusa. Ci deve essere una risposta europea unica, tutti dobbiamo dare solidarietà all’Italia e ai primi porti di approdo. Riguarda l’Italia, la Spagna e la Grecia”, ha affermato il presidente francese nelle dichiarazioni finali rilasciate a margine del vertice a Malta.

Certo è che non è passata inosservata la decisione di Ursula von der Leyen e Charles Michel di non parlare della disputa tra Italia e Germania sulle Ong. Ciò che si teme è che salti l’accordo sui migranti.   E’ probabile che  il tema sarà nuovamente affrontato a margine del vertice di Granada di giovedì e venerdì prossimi, che vede sul tavolo il dossier migrazione. Del resto il tempo per l’approvazione formale del Patto stringe: le primissime settimane della presidenza belga, che comincerà a gennaio. Poi l’Europa sarà travolta da una campagna elettorale dove ogni dossier può diventare una potenziale bomba a orologeria.

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