Morte di Elisabetta II, Operazione London Bridge e Unicorno: cosa succede ora. Carlo III è il nuovo Re

di Corinna Pindaro

All’età di 96 anni la Regina Elisabetta II è morta nella sua residenza a Balmoral. Definita da molti la regina dei record, tanto amata quanto odiata, si è spenta a pochi mesi di distanza dall’aver festeggiato il Giubileo per i suoi 70 anni di regno. Al suo capezzale i figli: i principi Carlo, il nuovo Re, Anna, Andrea ed Edoardo. Presenti anche i nipoti William e Harry. Certo è che  Elisabetta con i suoi cappellini e i vestiti color pastello, il portamento regale, il sorriso che ha contraddistinto le sue apparizioni pubbliche fino agli ultimi scatti lascia un segno indelebile non solo per la monarchia britannica, ma per l’intero pianeta.

Il sito web della famiglia reale si è tinto di nero in segno di lutto e nella homepage a tutto schermo si vede una foto della Regina.  Sotto si legge la scritta: “La Regina è morta in pace a Balmoral nel pomeriggio. Il Re e la Regina consorte resteranno a Balmoral questa sera e faranno ritorno domani a Londra”.

La pianificazione dei dettagli su come procedere alla morte di Elisabetta II è avvenuta negli anni 60 ed è stata svelata nel 2017 al The Guardian. Chiamata Operazione London Bridge descrive minuziosamente i ruoli che dovranno assolvere la famiglia reale, le forze armate e la BBC.

“London bridge is down” è la frase in codice con cui si è comunicata la morte della Regina. In particolare, è il segretario privato della Regina che ha informato la Premier appena insediata, Liz Truss, per poi informare il segretario di gabinetto e alcuni tra i ministri e funzionari più anziani. Successivamente la Premier ha messo al corrente della scomparsa il Privy Council. E’ al Ministro degli Esteri, invece, che è spettato il compito di dare la notizia a tutti i Paesi del Commonwelth. Un iter concitato, che si è svolto in una manciata di ore e che ha condotto all’affissione del cartello alla cancellata di Buckingham Palace che reca la notizia della morte di Her Majesty.

L’operazione “London Bridge” segue quelle già predisposte per Giorgio VI (nome in codice era “Hyde Park Corner”) e per la Regina Madre Elizabeth (“Tay Bridge”, poi usato per lady Diana). Per Elisabetta II è stata predisposta “l’Operation Unicorn”, mai confermata ufficialmente, che probabilmente necessiterà di aggiustamenti dovuti al fatto che la regina è morta in Scozia, a Balmoral.

In base all’ Operazione Unicorno sono stati immediatamente sospesi i lavori del parlamento scozzese per consentire alle autorità di prepararsi ai funerali di Stato che dovrebbero svolgersi tra 10 giorni. La salma sarà esposta all’Holyrood Palace e poi alla Cattedrale di St Giles. Di lì la bara della regina sarà caricata sul treno reale alla stazione di Waverley e quindi riportata a Londra.

E’ stata immediatamente predisposta anche l’operazione “Spring Tride” in base alla quale si colgono le disposizioni per l’ascesa al trono di Carlo. Il ruolo di monarca non può essere vacante e Carlo è re con il nome di Carlo III. L’incoronazione, comunque, potrebbe avvenire tra molti mesi in segno di rispetto per la Regina Elisabetta. L’inno nazionale da “God save the Queen” diventerà “Gd Save the King” e  il volto della Regina Elisabetta scomparirà dalle monete sin da subito.

Chi era Elisabetta II

In 70 anni di regno Elisabetta II è divenuta un simbolo. Divenuta monarca all’età di 27 anni si è sempre contraddistinta per la capacità di adattarsi ai tempi. Con il suo inconfondibile stile british ha saputo destreggiarsi nella modernità. Cinque generazioni l’hanno vista Regina e lei ha visto succedersi 15 primi ministri, da Winston Churchill a Liz Truss e ha assistito a eventi storici: la fine dell’impero britannico, l’uscita del Regno Unito dall’Ue, la guerra delle Falklands/Malvine e i conflitti in Afghanistan e Iraq, gli attentati islamisti, la pandemia da Covid-19.

Nel corso del suo regno la vita privata della Royal Family è stata scossa da numerosi avvenimenti che hanno messo a dura prova l’indice di gradimento dei reali inglesi. Tuttavia, Elisabetta non si è scomposta e con la fermezza e il sorriso ha affrontato anche i momenti critici. Tra questi certamente il 1992, anno in cui assistette alla separazione del principe Andrea da Sarah Ferguson e poi il divorzio della principessa Anna da Mark Phillips. Nello stesso anno è uscito il libro ‘Diana. La sua vera storia’ di Andrew Morton, che segnò l’inizio della fine del matrimonio dell’erede al trono, Carlo, con la principessa.

Anche la morte di Diana, nel 1997, fece vacillare la Corona. Gli inglesi consideravano Lady D la principessa del popolo e l’atteggiamento distaccato di Sua Maestà non fu accolto con favore. Elisabetta II così prese le redini della situazione e decise di parlare in tv per esprimere il suo dolore e la vicinanza al lutto delle persone che, all’esterno di Buckingham Palace, continuavano a depositare fiori in ricordo di Diana.

Negli ultimi tempi dopo la morte di Filippo la Regina Elisabetta ha cominciato a diradare i suoi impegni istituzionali, probabilmente cominciava a sentirsi più fragile. Rimarrà, così, nella storia l’8 settembre 2022, giorno in cui la sovrana più longeva della Corona britannica si è spenta in Scozia.

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