di Mario Tosetti
E’ morto Franco Marini, il Covid se l’è portato via a 87 anni. Il coriaceo politico abruzzese, ministro del Lavoro nel 1991-92 nel governo Andreotti e presidente del Senato nel 2006-08, era stato ricoverato nel reparto predisposto per le persone affette da Coronavirus all’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti il 2 gennaio scorso, per poi essere dimesso il 27 gennaio. Storico leader della Cisl, poi approdato in Parlamento con Democrazia cristiana Marini era stato uno dei fondatori del Partito Popolare Italiano partito di cui divenne leader.
Franco Marini, noto anche per la sua grande passione per la montagna, soprattutto lo sci alpinismo, era nato a San Pio delle Camere un piccolo paese dell’Abruzzo a due passi da l’Acquila. Di origini umili, il padre faceva l’operaio nella fabbrica della Snia di Rieti, Marini era parte di una famiglia numerosa (erano sette fratelli), ma nonostante questa .provenienza certo non agiata riesce a fare un buon percorso scolastico fino a laurearsi in giurisprudenza. Pochi anni dopo entra nel sindacato di cui ha fatto la storia, chiamato da Giulio Pastore, il fondatore e leader della Cisl.
Nel sindacato entra negli anni 70. In pochi anni assume posizioni di vertice nazionale, facendosi notare per le sue capacità di mediazione, per la lucidità politica ma anche per la fermezza che riesce a mantenere. Sono anni difficili. Il ’68 fa ancora sentire il suo peso. Il terrorismo dilaga, spesso colpendo proprio i sindacalisti cattolici come lui. Nel 1985 diventa Segretario Generale della Cisl. Sei anni di duro lavoro sindacale sempre pronto a mediare, a ricucire a rilanciare le diverse anime e le diverse proposte che arrivavano dai confederati. Un lavoro di qualità, che non sfugge a vari leader democristiani che vedono nel “Lupo marsicano”, come era soprannominato Marini, le doti per diventare un politico di rango. Fu così che nel 1991, uno dei leader della sinistra Dc, Carlo Donat, ormai anziano lo mette a capo della sua corrente, ”Forze nuove”.
Da li parte l’ascesa politica di Marini. Il primo incarico importante fu come Ministro del lavoro con il Governo Andreotti VII. Poi primo eletto alle politiche del 92, quindi Segretario del PPI nel 1997 e deputato europeo nel ’99. Partecipò alla nascita della Margherita partito del quale nel 2002 divenne responsabile amministrativo e rappresentante dell’ala centrista.
Nel 2006 viene eletto senatore. Sfidando Giulio Andreotti conquista la presidenza del Senato, la seconda carica dello stato. Segue sempre molto attivamente le trasformazioni politiche della sua parte. Partecipa così alla nascita del Partito Democratico del quale, con Dario Francescini, diventa uno dei più importanti rappresentanti dell’anima cristiano sociale di provenienza Dc. Passano gli anni ma “Il lupo Marsicano”, non molla mai la presa. Sempre attivo, sempre partecipe ai cambiamenti della politica e della società. La sua ultima grande chance nel 2013 quando fu in corsa per la presidenza della Repubblica. Una metà fallita per un soffio, anche per l’opposizione dell’allora sindaco di Firenza Matteo Renzi.
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