Moussa Faki (Unione Africana), sul piano Mattei avremmo auspicato di essere consultati

 

“L’Unione Africana si fonda sulla libertà di scelta dei suoi partner, libertà non allineata a un blocco unico, e su reciproco rispetto. Come noi non imponiamo, così non vogliamo che ci si impongano delle scelte”. Quanto al Piano Mattei, “avremmo auspicato di essere stati consultati”. Lo ha detto Moussa Faki, presidente della Commissione della Ua, nel suo intervento ufficiale che ha tenuto oggi a Palazzo Madama in apertura dei lavori del vertice Italia Africa.  Parole non morbide le sue, espressione forsedi quei paesi dell’Unione che nutrono dubbi e perplessitá sul progetto italiano. “Il piano Mattei -ha detto- è una iniziativa su cui l’Africa è pronta a discutere. Ma vorrei che si passasse ora dalle parole ai fatti. Capirete bene che non possiamo accontentarci di semplici promesse che poi non vengono mantenute”. “Sappiamo -ha aggiunto-  che l’Italia è il principale hub di arrivo dei migranti, e questa è una questione su cui dobbiamo trovare soluzioni in comune. L’emigrazione di giovani è un dramma per l’Africa stessa, la partnership tra di noi sarà sempre limitata finché non sia modificherà in maniera strutturale il modello di sviluppo dell’Africa”. E ancora.“Per essere più chiaro devo sottolineare con forza che l’Africa non vuole tendere la mano, non siamo mendicanti. Peroriamo un nuovo paradigma di un nuovo modello di sviluppo. No a barriere securitarie che sono barriere di ostilità. La soluzione deve essere collettiva. Il nostro auspicio è che l’Italia sia sempre più coinvolta in questa ottica”, ha rimarcato Faki, che poi rivolgendosi al ministro Antonio Tajiani ha detto: “Sette anni fa mi sono presentato al parlamento europeo e oggi sto trasmettendo lo stesso concetto”.

Il presidente della Commissione della Ua ha anche tenuto a ribadire che le prioritá dell’Africa derivano dalle tante sfide che assediano il continente, come  “il pesante fardello del debito, i cambiamenti climatici, gli estremismi violenti e il terrorismo, l’instabilità politica, il deficit di finanziamenti adeguati, problemi a livello di governance”.