Myanmar, continua a dilagare la violenza contro chi manifesta per un ritorno alla democrazia

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di Emilia Morelli

myanmar-birmania-violenza“La nostra strada porta alla democrazia!”, “alla caduta del regime militare” gridano le folle  con tre dita alzate in segno di resistenza mentre cntinuano incessanti gli episodi di violenza in Myanmar. Le forze dell’ordine reprimono, infatti,. le manifestazioni sparando senza criterio su chiunque in un vortice  di violenza. A perdere la vita sono uomini ma anche donne e bambini, che provano a manifestare contro la giunta militare che ha preso il potere a seguito di un golpe da inizio Febbraio. 

 Il sito di news birmano Irrawaddy ha pubblicato la foto di quello che viene descritto come “un agente di sicurezza in borghese”, mentre prende la mira con un fucile contro i manifestanti a Mandalay, la seconda città più popolosa del  Myanmar.

Durante l’ultima manifestazione, il 2 Maggio, hanno perso la vita otto persone. A riferirlo sono i testimoni oculari scampati alle violente repressioni che ne raccontano i particolari ai media birmani, tra i quali Myanmar Now. Gli attivisti pro democrazia hanno invocato, inoltre,  uno sciopero generale, in concomitanza con le manifestazioni di solidarietà che si sono svolte anche in altri Paesi, tra i quali il Regno Unito e l’Italia. Secondo quanto riportato dai media, le forze di sicurezza hanno eseguito numerosi arresti ed impiegato sia proiettili di gomma che proiettili veri per fermare le manifestazioni ed intimidire i partecipanti. Migliaia di persone hanno manifestato  contro la giunta militare invocando una ‘primavera rivoluzionaria’ dopo che una potente fazione ribelle nell’est del paese ha invitato altri gruppi all’unità contro i militari. 

Il tentativo di ripristinare la democrazia non si ferma e molti giovani continuano ad incontrarsi nel crocevia della capitale economica Rangoun per poi marciare rapidamente per le strade prima di disperdersi per evitare il confronto con le forze di sicurezza. “Centinaia di persone hanno marciato anche nella regione di Mandalay con i monaci in abiti color zafferano che guidavano la processione, portando la bandiera della lega nazionale della democrazia (lnd), il partito di Aung San Suu Kyi. l’ex leader, vincitrice del premio nobel per la pace nel 1991, non appare in pubblico dal suo arresto dopo il colpo di stato del primo febbraio scorso

Le proteste si fanno capillari e frequenti in tutte le città della Birmania.In alcune città i manifestanti provano a reagire al dilagare della violenza con armi rudimentali e alcune strutture militari e governative sono state colpite da attacchi ed esplosioni. In Myanmar le proteste continuano incessantemente da tre mesi da  quando l’esercito guidato dal generale Min Aung Hlaing ha fatto arrestare tutti i principali esponenti del partito di maggioranza che aveva da poco vinto le elezioni, compresa la leader di fatto del paese Aung San Suu Kyi.

 

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