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Nato, deciso un aumento delle spese per la difesa: il 2% del Pil è il minimo

Il Consiglio dei ministri dei Paesi membri dell’Alleanza ha deciso di incrementare le spese per la difesa dei confini interni ed esterni e aumentare la produzione di munizioni per far fronte alle esigenze derivanti al supporto all’Ucraina

di Mario Tosetti

stoltenbergNuove linee guida per la pianificazione della difesa della Nato ed in particolare un incremento delle spese militari da destinare al presidio dei confini interni ed esterni dell’Alleanza. Questo è quanto hanno stabilito i ministri della Difesa dei Paesi membri della Nato.

Fa il punto, il segretario generale Jens Stoltenberg, in conferenza stampa a Bruxelles, dopo il Consiglio dei ministri della Difesa dei Paesi membri spiegando che la decisione “riflette la realtà che viviamo in un mondo più pericoloso, con il comportamento aggressivo della Russia, la persistente minaccia del terrorismo e le sfide poste dalla Cina: guiderà i cambiamenti di capacità per gli anni a venire e garantirà che la nostra deterrenza e la nostra difesa rimarranno forti e credibili”.

Per quanto riguarda le spese militari il Consiglio dei ministri Nato ha deciso che “il 2% del Pil alle spese per la difesa deve essere il minimo e non il massimo”, ha affermato Stoltenberg aggiungendo che “con i ministri della Difesa abbiamo avviato una discussione che concluderemo al vertice di Vilnius. Ma è ovvio che rispetto al 2% indicato nel 2014 ora bisogna fare di più per rispondere alle sfide poste alla nostra sicurezza”. L’aumento delle spese da destinare alla sicurezza è dovuto al gatto che  “il trend è stato crescente e le spese sono aumentate di 50 miliardi di dollari”.

Il Consiglio dei ministri dell’Alleanza ha, inoltre, deciso per l’aumento della fabbricazione di munizioni, anche per far fronte alle esigenze derivanti dal conflitto in Ucraina. In questo senso i Paesi Nato si sono impegnati a collaborare con le industrie per incrementarne la produzione, ricordando come “Stati Uniti, Francia, Germania e Norvegia, ma anche altri alleati, hanno già firmato contratti con l’industria della difesa, il che significa che la produzione sta ora accelerando”.

Jens Stoltenberg nel suo intervento ha poi sottolineato che “la guerra in Ucraina sta diventando una guerra di logoramento” e una guerra di logoramento è una “guerra di logistica”.

Per quanto riguarda, invece, l’iter di adesione della Svezia e della Finlandia ostacolata dal presidente turco Erdogan, il Segretario generale dell’Alleanza ha chiaramente detto che  “sta alla Turchia” decidere se e quando ratificare i protocolli per dare il via libera all’ingresso. “Per noi, i due Paesi sono pronti” a entrare nell’Alleanza”, ha precisato Stoltenberg.

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