L’inchiesta si è ampliata coinvolgendo, oltre a Cutfield, anche ad altri due membri dell’ equipaggio. Le accuse mosse agli indagati includono la mancata adozione delle misure di sicurezza necessarie e l’omissione di attivare i sistemi di chiusura dei portelloni
A dieci giorni dal naufragio del veliero Bayesian avvenuto la notte del 19 agosto, tutti i 15 sopravvissuti hanno lasciato l’Italia. Tra di loro ci sono anche i membri dell’equipaggio, compresi il comandante James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffiths, che sono attualmente indagati dalla procura di Termini Imerese per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. Gli ultimi quattro membri dell’equipaggio sono partiti martedì sera con un volo privato diretto in Spagna, mentre Griffiths ha preso un volo per Nizza. Nonostante le gravi accuse, nessuna misura cautelare è stata emessa, permettendo loro di lasciare il paese.
Il comandante Cutfield, che ha partecipato recentemente a un interrogatorio, ha scelto di non rispondere alle domande dei magistrati, decisione anticipata dai suoi avvocati, Giovanni Rizzuti e Aldo Mordiglia. Gli avvocati hanno dichiarato di non avere ancora una piena conoscenza del quadro accusatorio raccolto dalla Procura.
L’inchiesta si è ampliata coinvolgendo, oltre a Cutfield, anche Parker Eaton e Griffiths. Le accuse mosse agli indagati includono la mancata adozione delle misure di sicurezza necessarie e l’omissione di attivare i sistemi di chiusura dei portelloni, il che avrebbe permesso l’ingresso dell’acqua nella sala macchine, causando un blackout esteso. Questo blackout, secondo i pm, avrebbe portato all’affondamento del veliero a causa di un downburst, un fenomeno meteorologico caratterizzato da forti raffiche di vento discensionali.
La situazione legale dei membri dell’equipaggio resta complessa, con la possibilità di ulteriori sviluppi nelle indagini man mano che emergono nuovi dettagli.