New York: Mario Draghi è stato premiato come “Statista dell’anno”, applaudito da Biden e Kissinger

di Corinna Pindaro

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in occasione della sua premiazione come “Statista dell’anno” da parte della “Appeal of Conscience Award”, ha deciso di lasciare un messaggio chiaro a quattro giorni dal voto in Italia e di incentrare il suo discorso sulla politica estera. Per Draghi “L’invasione russa dell’Ucraina rischia di inaugurare una nuova era di polarizzazione. Un’era che non abbiamo visto dalla fine della guerra fredda. La questione di come trattiamo con le autocrazie definirà la nostra capacità di plasmare il futuro comune per molti anni a venire”. Il premier ha continuato spiegando che “quando tracciamo una linea rossa, dobbiamo farla rispettare. Quando prendiamo un impegno, dobbiamo onorarlo. Le autocrazie prosperano sfruttando la nostra esitazione. Dovremmo evitare l’ambiguità, per non pentircene in seguito. Infine, dobbiamo essere disposti a collaborare, purché ciò non significhi compromettere i nostri principi fondamentali”.

Successivamente Mario Draghi ha citato la coerenza e la forza con cui l’Ue e il G7 “sono rimasti fermi e uniti a sostegno dell’Ucraina, nonostante i tentativi di Mosca di dividerci. La nostra ricerca collettiva per la pace continua, come dimostra l’accordo per sbloccare milioni di tonnellate di cereali dai porti sul Mar Nero. Solo l’Ucraina può decidere quale pace sia accettabile, ma dobbiamo fare tutto il possibile per favorire un accordo quando finalmente sarà possibile”. Per quanto riguarda la Russia resta l’augurio “che ci sia un futuro in cui decida di tornare alle norme che ha sottoscritto nel 1945”.

Il premier ha, poi, continuato spiegando che il mondo ha bisogno di coraggio, di idee chiare, espresse con amore e che guardino al futuro con speranza. “Come mi è stato ricordato durante la mia recente visita a Yad Vashem, l’indifferenza è il peggior nemico dell’umanità. Parlare apertamente non è solo un obbligo morale, è un dovere civico. A coloro che chiedono silenzio, sottomissione e obbedienza dobbiamo opporre il potere delle parole e dei fatti”.

Draghi ha concluso il suo intervento ricordando lo scomparso premier giapponese che ha ricevuto lo stesso premio nell’edizione dell’anno scorso. “Vorrei rendere omaggio al compianto Shinzo Abe, che è salito su questo palco lo scorso anno e ha ricevuto questo premio – ha detto il premier- Abe credeva fermamente nel dovere del Giappone di contribuire alla stabilità globale. Ha agito con forza per rinvigorire l’economia giapponese, attraverso una combinazione di politica fiscale, politica monetaria e di riforme dal lato dell’offerta. La vita di Abe è stata tragicamente interrotta, ma la sua eredità sopravvive tra la gente del Giappone e oltre”.

Il presidente del Consiglio è stato celebrato ed esaltato dalle parole di Herny Kissinger, l’ex segretario di Stato americano che all’età di 99 anni è stato presente durante la cerimonia seduto accanto al premier. Kissinger ha definito Mario Draghi un leader mondiale, visionario e dalle innate capacità di problem solving: “Ho grande rispetto per lui e per la sua capacità di analisi”, ha detto l’ex segretario di Stato. Ma non solo, Mario Draghi è stato elogiato anche dal presidente Usa Joe Biden: “Mi congratulo con il mio amico per il suo lavoro nel far progredire i diritti umani nel pianeta. Draghi è stato una voce potente nel promuovere la tolleranza e la giustizia e lo ringrazio per la sua leadership”.

Alla cerimonia hanno assistito molte illustri personalità. Oltre all’ambasciatrice d’Italia a Washington, Mariangela Zappia erano presenti il ceo di Bank of America Brian Thomas Moynihan, il presidente e ceo di Blackstone Group Stephen Allen Schwarzman, e il Segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin.

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