Nord Stream 2, il ruolo del gasdotto nelle tensioni tra Russia e Usa

di Carlo Longo

Nel contesto di crisi innescato tra le potenze mondiali sul confine ucraino il gasdotto Nord Stream 2 è certamente motivo di tensioni tra Russia e Usa.  Il gasdotto sottomarino, del valore di 11 miliardi, che collega la Russia alla Germania costituisce una pedina fondamentale in termini di sicurezza e dominio energetico ed è, pertanto, usato come arma di ritorsione nei confronti della Russia.

In particolare, dopo le notizie su possibili scontri Washington-Berlino riguardo alla possibilità di utilizzare lo stop al gasdotto Nord Stream 2 il presidente Usa, Joe Biden, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, hanno voluto mostrare vicinanza e sono tornati a minacciare dure ritorsioni nei confronti di Mosca in caso di azione militare: “Prenderemo tutte le misure necessarie, insieme ai nostri alleati e partner, saremo uniti”, ha detto il tedesco. Mentre il capo della Casa Bianca ha rincarato la dose: “Se la Russia attraversa il confine ucraino non ci sarà più un Nord Stream 2. Prometto che il gasdotto chiuderà“. E hanno ribadito: “Se la Russia invade ulteriormente l’Ucraina, noi siamo pronti, tutta la Nato è pronta” a reagire e ci saranno “conseguenze rapide e severe”.

Il gasdotto russo che dovrebbe portare la tanto richiesta risorsa energetica in Germania, escludendo il passaggio nei Paesi dell’Est, è così tornato prepotentemente protagonista sulle scene internazionali. In un contesto di crisi degli approvvigionamenti energetici il gasdotto di 750 miglia, completato a settembre ma non ancora operativo perchè manca la certificazione finale da parte delle autorità di regolamentazione tedesche, quando sarà operativo incrementerà notevolmente le consegne di gas dalla Russia all’Europa. Nel dettaglio si tratta di 55 miliardi di metri cubi all’anno, più della metà del consumo annuale della Germania.

Sin dagli esordi nel 2015 il gasdotto Nord Stream 2 non è però stato ben visto dagli Stati Uniti che si sono duramente opposti al progetto avvertendo che, attraverso il gas, l’Europa sarebbe diventata nei fatti dipendente dalla Russia la quale avrebbe giovato, invece, di un notevole accrescimento della sua influenza politica oltre che benefici in termini economici.

Secondo un’analisi dell’Ispi normalmente la Russia invia in Europa 160 miliardi di metri cubi di gas che potrebbero essere trasportati attraverso l’Ucraina, sono inoltre attivi i gasdotti in Bielorussia e il TurkStream. Ad oggi, in un contesto in cui la Russia è accusata di fornire poca materia prima e il Nord Stream 1 è stato utilizzato quasi al 100% appare chiaro che il Nord Stream 2 rappresenterebbe un importante sicurezza nel caso in cui sia bloccato il canale ucraino più che rispondere ad una reale necessità di approvvigionamento.

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