Nordio intende “rimodulare” il concorso esterno in associazione mafiosa, la proposta spacca il centrodestra

Da un lato c’è il ministro della Giustizia che trova appoggio in Forza Italia e dall’altro c’è il parere contrario di Fdi e Lega

di Mario Tosetti

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha annunciato di voler rimodulare il reato del concorso esterno in associazione mafiosa. E’ sulle pagine di Libero che il ministro della giustizia fa sapere senza giri di parole che “sul concorso esterno, la Commissione per la riforma del codice penale che è stata istituita nel 2002 e da me indegnamente presieduta aveva all’unanimità deciso che il concorso esterno in associazione mafiosa fosse un reato evanescente e andasse completamente rimodulato secondo i criteri del concorso di persona nel reato”. L’idea è lanciata e il Guardasigilli ha assicurato che comunque questo non interferirà “minimamente sulla lotta alla mafia”.

La notizia è esplosa come una vera bomba che, per l’ennesima volta in pochi mesi mette alla prova la stabilità del governo. Da un lato l’idea del ministro della Giustizia trova supporto tra le fila di Forza Italia, dall’altro non è ben vista da Fdi e Lega. In concreto, quindi, la  fattispecie per cui sono stati condannati in via definitiva Marcello dell’Utri, Nicola Cosentino e Antonio D’Alì (ed è imputato – in due processi – un altro ex politico di Forza Italia, Giancarlo Pittelli) è la causa di una nuova profonda frattura tra i partiti di governo.

I malumori sono palesi tra i membri del partito guidato dalla premier ed è addirittura Alfredo Mantovano, braccio destro di Meloni, a tentare di dare un deciso stop. “Dico che modificare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non è un tema in discussione, il governo non farà alcun passo indietro nella lotta alla criminalità organizzata. Ci sono altre priorità”, ha fatto sapere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Nordio però non sembra intenzionato a cedere e durante un evento di Fratelli d’Italia ha espressamente dichiarato che  il concorso “non esiste come reato” ma “è una creazione giurisprudenziale”, sottolinea che “il concetto stesso è contraddittorio, un ossimoro“. “Noi non vogliamo eliminare il concorso esterno. Sappiamo che si può essere favoreggiatori all’esterno dell’organizzazione. Ma allora va rimodulato il reato che in questo momento non esiste. La fattispecie penale in questo momento non è strutturata. Pensare che si possa fare in questo modo un favore ai mafiosi è vuota metafisica”, ribadisce dal palco dell’evento La Giustizia in Piazza a Roma.

Non contento, evidentemente Nordio, rilancia in un’intervista al Corriere della Sera nella quale ha evidenziato l’esigenza di una “norma ad hoc molto semplice e molto chiara” per un reato che è “un enigma dentro un indovinello avvolto in un mistero“.

Un no alla riforma proposta da Nordio arriva anche dal leader della Lega Matteo Salvini, secondo cui la modifica del concorso esterno in associazione mafiosa “non è la priorità”. “Serve una riforma della giustizia urgente, efficace e condivisa non contro nessuno ma coivolgendo tutti, magistrati compresi, sperando che nessuno sia bloccato dall’ideologia”, ha aggiunto Salvini.

L’unico che sembra supportare la tesi del guardasigilli è Antonio Tajani. “Sul concorso esterno da un punto di vista giuridico credo che abbia ragione il ministro Nordio, ne parleremo, ma non si tratta di cambiare o rendere più debole la lotta alla malavita organizzata, anzi, dobbiamo indurire la lotta alla malavita organizzata”, ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri.

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