Notizie dagli Stati Uniti: armi, complotti, cyberwar, Taiwan

Nuova vendita di armi a Taiwan, stretta tra Pechino e Washington. Il business degli armamenti in Nigeria. L’azienda russa di cybersicurezza Kaspersky Lab inserita nella lista nera americana

di Ilaria Sbarigia

Usa-Pakistan, complotti e accuse reciproche

L’ex Primo Ministro del Pakistan Imran Khan che, dopo una mozione di sfiducia del Parlamento, è stato rimosso dal suo incarico, ha accusato l’opposizione di aver tramato con l’amministrazione statunitense per cacciarlo. Secondo Khan, che ha visto venir meno l’appoggio dei suoi sostenitori in Parlamento ma anche dell’esercito, gli Stati Uniti avrebbero voluto il suo allontanamento a causa del suo rifiuto di allinearsi alle posizioni americane sulla Cina e sulla Russia. Khan ha inoltre accusato l’amministrazione Usa di aver chiesto di poter utilizzare la basi militari del Pakistan. Washington ha smentito categoricamente ogni interferenza nella vicenda, ma nelle strade del Paese in migliaia hanno iniziato a manifestare contro il presunto complotto occidentale. Khan, che era in carica dal 2018, è stato l’unico Primo ministro del Pakistan a essere rimosso con un voto di sfiducia.

Voto 5: al ricorso alle logiche e ritorsioni complottiste, sia da parte degli ipotetici autori che delle ipotetiche vittime.

Taiwan stretta tra Pechino e Washington

La Cina ha affermato di aver tenuto esercitazioni militari intorno a Taiwan, in risposta alla visita di una delegazione di sei senatori statunitensi sull’isola. L’esercito cinese ha mobilitato fregate, bombardieri e aerei da combattimento contro quella che il Ministero della Difesa cinese ha definito una mossa “deliberatamente provocatoria”. La Presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha affermato invece di aver accolto favorevolmente la visita della delegazione e di sperare che questo possa contribuire ad approfondire la cooperazione Usa-Taiwan. “L’invasione russa dell’Ucraina ha dimostrato che le democrazie devono rafforzare le loro alleanze e che collettivamente possiamo difenderci dalle minacce poste dalle nazioni autoritarie che cercano di interrompere la pace regionale”, ha affermato Tsai Ing-wen. Intanto il Dipartimento di Stato americano ha approvato una nuova vendita di armi a Taipei, per un valore di 95 milioni di dollari.

Voto 4: la pace regionale si costruisce e mantiene attraverso il dialogo e la coerenza tra gli interlocutori, dimostrazioni di forza “proxy” e indirette la mettono a rischio.

Usa-Russia, relazioni pericolose

L’Ambasciata russa a Washington ha consegnato una nota diplomatica al Dipartimento di Stato americano in cui si avverte che gli invii all’Ucraina di materiali bellici più avanzati potrebbero portare “conseguenze imprevedibili”. La comunicazione arriva pochi giorni dopo che l’amministrazione Biden ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari per 800 milioni di dollari, che prevede, fra l’altro, anche l’addestramento dei militari ucraini. La nota, secondo quanto riporta il Washington Post, avrebbe innescato una discussione all’interno del Pentagono e delle agenzie di intelligence sul fatto che le “conseguenze imprevedibili” potrebbero includere il tentativo di prendere di mira alcune delle spedizioni di armi mentre sono ancora nel territorio di Paesi appartenenti alla Nato. La Russia ha accusato gli Usa e la Nato di violare i princìpi che regolano il trasferimento di armi nelle zone di conflitto, e di non tenere in considerazione la “minaccia che armi di alta precisione cadano nelle mani di nazionalisti radicali, estremisti o fuorilegge” presenti in Ucraina.

Voto 3: attenzione all’attuale corsa al riarmo di tutte le parti, non necessariamente il gioco al rialzo nel campo degli armamenti garantisce l’effetto deterrenza.

Il business delle armi in Nigeria

Gli Stati Uniti hanno approvato una vendita di armi per quasi un miliardo di dollari alla Nigeria. L’accordo arriva dopo che a luglio i legislatori della Commissione per gli Affari esteri della Camera e del Senato avevano bloccato la vendita perché preoccupati della deriva autoritaria del Presidente Muhammadu Buhari e dell’uso eccesivo della forza sui civili disarmati. Anche in quell’occasione il segretario di Stato Blinken aveva ribadito però che gli Stati Uniti considerano la Nigeria come un partner importante nella lotta contro il terrorismo in Africa Occidentale e nel Sahel. La Nigeria importa armi da Paesi diversi, tra cui la Russia, con la quale, solo un anno fa, ha chiuso un importante accordo per la fornitura di equipaggiamento militare. Mosca tra il 2017 e il 2021, è stato il maggiore fornitore d’armi dell’Africa, rappresentando il 44% delle importazioni dell’intero continente. Le sanzioni occidentali, dovute alla guerra in Ucraina, potrebbero però mettere in seria difficoltà l’industria delle armi di Mosca, spingendo i Paesi africani a rivolgersi altrove.

Voto 3: la guerra commerciale degli armamenti può facilmente degenerare e non è una solida base di alleanze geopolitiche.

Cyberwar: tecnologia e liste nere

Dopo l’invasione dell’Ucraina, l’azienda russa di cybersicurezza Kaspersky Lab, produttrice di un famoso antivirus, è stata inserita nella lista nera americana, perché considerata un “rischio per la sicurezza nazionale”. Anche altri Paesi, come Italia, Francia e Germania hanno già intrapreso azioni contro la Kaspersky, raccomandando agli utenti di sostituire il loro antivirus con altre applicazioni, per evitare di esporsi ad attacchi informatici. Kaspersky Lab è la prima società russa a venire inserita nella lista nera della Federal Communications Commission (Fcc), composta altrimenti da sole società cinesi.

Voto 6: la cyberwar va combattuta con le liste nere ma anche con il potenziamento della ricerca e delle innovazioni tecnologiche.

Testo e foto pubblicati per gentile concessione di Eastwest, magazine di geopolitica diretto da Giuseppe Scognamiglio www.eastwest.eu

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati