Nuovo mecenatismo meneghino

Nicole Saikalis Bay racconta la sua attività a sostegno dell’arte e la nascita di Circolo, spazio milanese che espone gallerie internazionali

Nella collezione che Nicole Saikalis Bay ha costruito negli anni con il marito Matteo Bay, c’è un’opera di Alberto Garutti tra le sue preferite. «Sono i suoi passi – spiega – rappresentati da un filo di ottone, che percorrono la strada che a Roma va da Piazza del Popolo al MAXXI».

Cita anche nomi internazionali come Tracey Emin, Rachel Whiteread, Mandy El-Sayegh, oltre a Ettore Spalletti e Carla Accardi, la prima artista entrata nella collezione. Libanese di origine, Saikalis Bay è in Italia da non più di dieci anni. Prima Beirut, dove ha vissuto gli anni della guerra civile, poi Abu Dhabi, Parigi, Londra e Milano. Una formazione di architetto ma un’anima che racchiude diverse attitu- dini, più che semplici professioni: «Negli anni ’90 – rac- conta – ho fondato a Londra uno studio di architettura ma ho sempre avuto una particolare attenzione anche per il design di interni, il design vintage e una forte passione trasmessami da mio padre per l’arte moderna».

Nel cammino frammentato di una vita cosmopolita, Saikalis Bay prova a ricostruire le tappe che l’hanno portata oggi a Milano ad aprire Circolo, uno spazio no-profit dove dare voce alle gallerie di tutto il mondo. «L’inizio di Circolo non è Circolo», ci tiene tuttavia a precisare. «Tutto è iniziato nel 2019 con una piccola comunità di donne milanesi professioniste di settori diversi e appassiona- te d’arte. Poco a poco si è creato un gruppo allargato di persone che sostengono l’arte in modo disinteressato. Amiche e amici, amici di amici hanno così nel tempo manifestato la volontà di aiutarmi a sostenere l’arte nelle sue forme più svariate». Così, dalle prime visite nelle gal- lerie di Milano, si sono potuti poi raccogliere fondi che, tra l’altro, hanno permesso di aiutare nel 2021 due asso- ciazioni impegnate nel mondo dell’educazione scolastica in Libano.A questi si sono aggiunti nel 2022 sostegni a titolo personale alla Biennale di Lione e al Padiglione Italia alla Biennale di Venezia e, l’anno successivo, Saikalis Bay ha ricevuto dalla Città di Firenze il pre- mio Rinascimento+, dedicato a collezionisti e mecenati.

«La relazione di fiducia con questa comunità – spiega – credo si sia rafforzata in virtù del fatto che non guadagno nulla da queste attività.Tutto parte dalla domanda: cosa posso fare per Milano?». E così nel 2021 ha iniziato a collaborare, insieme al marito, con diverse gallerie di arte contemporanea a Milano per aiutarle a esporre i loro artisti durante il lockdown, trasformando, con il progetto ATO Art Takes Over, le boutique vuote del centro della città in contenitori espositivi di opere d’arte. «L’obiettivo – ammette – era in quel caso anche di ridare all’arte un ruolo di protagonista in un contesto permeato dalla moda.

Un tempo il centro di Milano era costellato di attività artigianali e di quartiere, oltre che di strade come Via della Spiga che hanno avuto un importante peso culturale nel passato di Milano». Il risultato è stato un vincente connu- bio interdisciplinare e dalla vocazione internazionale che da ottobre 2023 si è rafforzato con la presenza di Circolo, al numero civico 48. Con l’idea di base di creare con- nessioni tra il territorio e gli artisti stranieri, Circolo non si presenta come una galleria bensì come una piattaforma dove le gallerie estere possono appoggiarsi per presentare in Italia i propri artisti. Nei primi mesi di attività Circolo ha anche ospitato due gallerie milanesi e una collettiva di giovani artiste italiane curata da Sergio Risaliti (Museo Novecento, Firenze), esprimendo il desiderio di coinvol- gere la scena milanese e italiana che troppo spesso necessita di contributi e supporto come quelli offerti da Circolo. In programma poi non ci sono soltanto esposizioni ma anche incontri, talk e momenti di scambio culturale.

L’ultima mostra, Geometrie a mano, inaugurata da Circolo a gennaio e conclusasi a marzo 2024, era infatti il frutto di una collaborazione con le gallerie londinesi greengrassi e Corvi-Mora, una collettiva con una selezione di opere degli anni Novanta e Duemila di Joanne Greenbaum, Ri- chard Hawkins, Jim Isermann e Pae White. «In genere – spiega Saikalis Bay – si tratta di gallerie con cui abbiamo già un rapporto pregresso, di reti che abbiamo intessuto grazie alla nostra attività di collezionisti. Le gallerie ci conosco- no, sanno qual è il nostro lavoro e finora questo network di conoscenze ci ha aiutato molto. In programma come ospiti per il 2024 abbiamo gallerie americane, tedesche e svizzere. Anche in questi casi l’ospitalità è pro bono, non c’è un nostro guadagno». Che cosa vuol dire quindi oggi essere mecenati? «Non farsi domande – risponde con onestà Saikalis Bay – il mecenatismo è una cosa che nasce dentro di noi. È uno stile di vita che a me è stato trasmesso dalla mia famiglia, non si insegna nelle scuole.Vuol dire guardare fuori da sé stessi, non fermarsi nel proprio giardino».