di Mario Tosetti
La quarta ondata della pandemia ha iniziato, incessante, il suo corso. Si corre allora a tentare di emanare misure volte a limitare i contagi, si inserisce in quest’ottica la decisione di ridurre la capienza degli stadi al 50% e quella dei palazzetti al 35%. La decisione è contenuta nel decreto che entrerà in vigore il 10 gennaio, tuttavia la decisione di ridurre le capienze di stadi e palazzetti ha effetto immediato.I. Questo vuol dire che la restrizione si applicherà già ai big match di serie A in programma all’Epifania (Milan-Roma) e il 9 gennaio (Inter-Lazio e Roma-Juve).
Non tardano le reazioni. In particolare il Comitato 4.0, di cui fanno parte vari club e associazioni sportive, in una nota ha commentato: “la restrizione degli accessi gli impianti sportivi ha un riflesso negativo evidentissimo: i club, che da due anni vivono una condizione di difficoltà finanziaria gravissima per gli effetti negativi causati dalla pandemia, rischiano il tracollo, perché da un lato vedranno ridursi gli incassi da botteghino; questa situazione sarà aggravata dal fatto che gli sponsor sottoscriveranno contratti in numero inferiore e con importi ridotti; dall’altro i club vedranno aumentare le spese per le misure di salvaguardia della salute”.
Il Comitato 4.0 lamenta, inoltre, il mancato rifinanziamento della misura del credito di imposta sulle sponsorizzazioni sottolineando che il Governo non ha tenuto conto che le partite di tutti gli sport hanno continuato ad avere luogo pur senza pubblico con evidenti effetti negativi sulle finanze dei club, che fanno capo ad investitori privati, che non hanno ricevuto alcun ristoro. In particolare la nota prosegue affermando: “abbiamo necessità del rifinanziamento della misura relativa al credito d’imposta, la diminuzione delle capienze nei palazzetti e negli stadi rende l’intervento urgentissimo ad horas; abbiamo necessità di una misura che assicuri ristori, lo diciamo senza remore perché il tracollo è vicino, a fondo perduto per evidente e pesante contrazione dei ricavi e a ciò si sono sommati i costi dovuti al fatto che le attività sono state mantenute aperte; delle rateizzazione dei rimborsi fiscali e contributivi in modo che lo Stato recuperi quanto dovuto e i club possano farlo: se ciò non si verificasse, i club rischiano il fallimento e lo Stato perderà quanto a lui dovuto”.
Se un altro settore, quello sportivo, mostra i segni di cedimento dovuti alla crisi innescata con la pandemia uno spiraglio di luce infondo al tunnel arriva dall’Aifa. L’Agenzia ha infatto dato la sua approvazione alla pillola molnupiravir di Merck e l’ antivirale remdesivir.
Nella nota con cui l’Aifa informa dell’approvazione si legge: “La Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco, nella seduta del 22 dicembre ha autorizzato due antivirali, molnupiravir e remdesivir, per il trattamento di pazienti non ospedalizzati per Covid-19 con malattia lieve-moderata di recente insorgenza e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di Covid-19 grave”.
Si ricorda che il molupiravir è il farmaco antivirale il cui utilizzo è indicato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. “La durata del trattamento, che consiste nell’assunzione di 4 compresse da 200 milligrammi 2 volte al giorno, è di 5 giorni. La determinazione Aifa relativa alle modalità di utilizzo è stata pubblicata il 29 dicembre sulla Gazzetta ufficiale ed è efficace da oggi, 30 dicembre. Per la prescrizione del farmaco è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio che sarà presto accessibile online sul sito dell’Agenzia e sarà distribuito da parte della Struttura Commissariale alle Regioni dal 4 gennaio”ha specificato l’Agenzia che ha proseguito indicando le caratteristiche dell’altro antivirale approvato.
“Per remdesivir è stata recentemente autorizzata dall’Agenzia europea del farmaco Ema un’estensione di indicazione relativa al trattamento dei soggetti non in ossigenoterapia ad alto rischio di Covid-19 grave e il farmaco può essere utilizzato fino a 7 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste in una somministrazione endovenosa, è di 3 giorni. Anche per questa nuova indicazione è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio, accessibile da oggi sul sito dell’Agenzia”, ha concluso l’Aifa.
(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati