Open Arms, Conte: “Chiesi lo sbarco dei soli minori”, Di Maio “Decisioni autonome di Salvini”

Nell’udienza odierna del processo Open Arms che vede imputato Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio sono stati chiamati a testimoniare Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese

di Emilia Morelli

Continua il processo Open Arms, che vede imputato l’allora ministro dell’Interno e ad oggi ministro delle Infrastrutture e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Matteo Salvini, per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio nell’ambito della vicenda che nell’estate 2019 ha visto coinvolta l’ong spagnola rimasta 19 giorni al largo delle coste siciliane in attesa di un porto dove approdare con i 147 migranti a bordo. Nell’udienza odierna sono stati chiamati a testimoniare l’ex premier, Giuseppe Conte, e l’ex vicepremier, Luigi di Maio, e l’ex ministra dell’ Interno nei governi Conte II e Draghi, Luciana Lamorgese.

Prima dell’udienza,  Salvini ha scritto un post su facebook in cui ha ribadito la sua posizione: “Oggi sono per l’ennesima volta a Palermo, nell’Aula Bunker dell’Ucciardone famosa per i maxiprocessi contro i mafiosi, per il processo Open Arms. Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso l’Italia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge”.

Nel corso della testimonianza resa dall’ex premier Giuseppe Conte ha dichiarato esplicitamente di aver chiesto lo sbarco immediato dei minori che erano a bordo della Open Arms mentre non ha chiesto nè tantomeno insistito per lo sbarco degli altri profughi a bordo della nave. Rispondendo alle domande dell’avvocata  del leader della Lega, Giulia Buongiorno, ha poi detto: “Le persone fragili, a partire dai minori, non era dal mio punto di vista giustificato trattenerle. Per le altre un trattenimento poteva protrarsi per qualche giorno, ma certo non ho mai detto che si doveva prima raggiungere l’accordo di redistribuzione e solo dopo era possibile concedere loro il porto sicuro”.

Conte ha poi citato una missiva in cui dice di aver spiegato a Salvini che era stata ottenuta la  disponibilità alla redistribuzione dei profughi da sei Paesi. A questa affermazione la legale ha incalzato affermando: “Ma nella parte finale della lettera inviata al titolare del Viminale non si dice mai di far sbarcare tutti”. Così a Conte non è rimasto che ribadire: “Premesso che lo sbarco era una decisione del Viminale, invitai Salvini ad abbandonare rispetto ai minori una posizione difficilmente sostenibile. L’immigrazione è stato sempre un grande tema di riflesso politico e il ministro dell’epoca ha sempre avuto delle posizioni molto chiare sulla gestione di questo tema. Ai tempi si voleva dare l’idea  di un presidente del Consiglio debole sul fenomeno migratorio, mentre il ministro dell’Interno aveva una posizione molto più rigida”.

Il leader M5s ha poi aggiunto: “Con il successore di Salvini, la ministra Lamorgese nel mio secondo governo, decisi che il problema dei migranti non doveva essere politicizzato. Anche con la ministra Luciana Lamorgese, quindi col Conte 2, di fronte a un fenomeno da controllare, abbiamo cercato di gestire con buonsenso la situazione legata ai migranti. Non lo escludo ma non ricordo provvedimenti particolari in tal senso”.

Sulla stessa linea di Conte l’ex ministra Luciana Lamorgese che ha dichiarato: “Noi abbiamo messo sempre in primo piano il salvataggio delle persone”. L’intento di Lamorgese era, dunque, far emergere la differenza tra il suo operato e quello del suo predecessore. Lamorgese ha inoltre precisato che durante la sua permanenza alla guida del Viminale i tempi di attesa per lo sbarco delle navi delle ong è stato di media 2 o 3 giorni. “Si arrivava a 7-8 solo se c’era da concordare la redistribuzione con altri Paesi”, ha aggiunto.

Luigi Di Maio, nella sua deposizione, ha totalmente preso le distanze dalle scelte di Salvini affermando che sul tema non è mai stato interpellato il Consiglio dei Ministri. “La maggior parte delle volte sapevamo del rifiuto di pos da parte di Salvini dai media che riportavano le sue dichiarazioni. Non ci sono mai state riunioni del Consiglio dei Ministri, né informali né formali, sulla questione della concessione del porto sicuro alle navi con i migranti. Casomai le riunioni vennero fatte per affrontare le conseguenze del diniego di Pos dell’ex ministro dell’Interno”, ha affermato Di Maio. Inotlre, l’allora vicepremier rispondendo alle domande della pm Giorgia Righi, ha smentito che la concessione del pos dovesse essere subordinata al completamento della procedura di redistribuzione dei migranti. “I ritardi sulla concessione del Pos, il porto sicuro, avevano solo una finalità di consensi politici”, ha sottolineato Di Maio.

La prossima udienza è stata fissata per il 24 marzo, è prevista la deposizione dei consulenti di accusa, difesa e parti civili e di Oscar Camps, armatore di Open Arms.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati