Palazzo Chigi: scherzo russo a Giorgia Meloni, pensava di parlare con il presidente dell’Unione Africana

Imbarazzo alla Presidenza del Consiglio per la mancata vigilanza da parte dell’Ufficio Diplomatico, ma evitato il peggio: in fondo sono emersi commenti non troppo lontani dalle versioni ufficiali. Le altre burle fatte a leader europei dal duo comico russo, pare vicino ai servizi segreti 

di Carlo longo

“C’è un forte senso di affaticamento da entrambe le parti” riguardo al conflitto in Ucraina, e “il momento in cui tutti comprenderanno la necessità di una soluzione sta avvicinandosi.” Queste sono le parole pronunciate da Giorgia Meloni in una conversazione telefonica con due comici russi, Vovàn (Vladimir Kuznetsov) e Lexus (Alexey Stolyarov), uno dei quali si è finto un politico africano.

La registrazione di questa conversazione, che risale al 18 settembre, è stata caricata ieri mattina su Rumble, una piattaforma online canadese, e ripresa dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti. I due comici russi, noti per aver preso di mira in passato vari capi di Stato e leader governativi, sono riusciti a ingannare i protocolli ufficiali di diversi paesi stranieri, fingendosi il presidente della Commissione dell’Unione africana. La notizia ha ovviamente scosso gli uffici della presidenza del Consiglio e il personale del capo del governo. Infatti, fino a ieri, sembra che nessuno avesse notato l’inganno subito da Giorgia Meloni. Nella telefonata, la premier ha discusso della situazione in Ucraina, sottolineando la necessità di trovare una soluzione accettabile per entrambe le parti senza violare il diritto internazionale. Ha menzionato di avere alcune idee in proposito, ma aspetta il momento giusto per presentarle.

Meloni ha anche condiviso le difficoltà emerse dal conflitto, notando che “l’offensiva dell’Ucraina non sta procedendo come previsto”, e ha espresso preoccupazione sul fatto che il conflitto potrebbe protrarsi per molti anni se non verrà trovata una soluzione. Inoltre, una parte della conversazione si è concentrata sul tema dell’immigrazione, con Meloni sottolineando che l’Europa aveva erroneamente pensato che il problema potesse essere risolto solo dall’Italia, mentre in realtà coinvolge anche l’Unione Europea e le Nazioni Unite. Ha notato che altri paesi sembrano disinteressarsi alla questione, costringendo l’Italia a gestire il problema da sola.

Dopo la diffusione dell’audio, Palazzo Chigi ha emesso una dichiarazione in cui l’Ufficio diplomatico del governo ha espresso rammarico per essere stato ingannato da un impostore, assumendosi la responsabilità dell’accaduto. Il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, ha dichiarato che è essenziale agire per evitare che simili situazioni si ripetano in futuro, riconoscendo il potenziale malevolo di tali azioni.

Meloni ha spiegato ai suoi collaboratori che, se l’ufficio diplomatico le inoltra una telefonata attraverso il centralino di Chigi, deve considerarla valida, anche se aveva sospettato qualcosa dal tono del suo interlocutore. Ha ribadito le sue posizioni sulla situazione, ma ha riconosciuto la necessità di indagare su come sia stato possibile l’inganno per evitare che si ripeta in futuro.

Le reazioni politiche alla vicenda sono state diverse. Carlo Calenda ha invitato a non strumentalizzare politicamente l’errore commesso dai diplomatici, mentre l’ex premier Giuseppe Conte ha definito la situazione una “figuraccia planetaria”, opinione condivisa anche da Matteo Renzi, che ha criticato un “livello di superficialità devastante”. Il deputato del PD ed ex sottosegretario Enzo Amendola ha persino citato il film “Totòtruffa62”, in cui Totò si finge ambasciatore del Catonga.

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