Parità di Genere: la “Rivoluzione rosa” di Ugo Zampetti al Quirinale e alla Camera dei Deputati

di Ennio Bassi

In giorni in cui la società civile ha più volte richiamato l’attenzione della politica sulle differenze e sulle discriminazioni di genere, in alcune delle istituzioni più importanti del Paese vi sono state piccole rivoluzioni compiute in favore delle donne, rimaste sconosciute al grande pubblico. La rivoluzione rosa e’ stata attuata per primo dal nostro Presidente che, già nel passato settennato, ha affidato due Uffici dì alto rilievo a due donne: un Prefetto, Emilia Mazzuca, alla Sovrintendenza per la sicurezza interna ed esterna al Palazzo e un diplomatico l’Ambasciatrice Emanuela D’Alessandro alla guida dell’ufficio per gli Affari diplomatici.

Poi vi è la rivoluzione portata a compimento prima alla Camera dei deputati e poi alla Presidenza della Repubblica sotto la Segreteria generale di Ugo Zampetti, oggi ai vertici dell’Amministrazione  del Quirinale e protagonista di una lunga e prestigiosa carriera che lo porta, a soli 50 anni, a diventare Segretario generale della Camera dei deputati e poi, nel 2015, a passare con la stessa carica alla Presidenza della Repubblica. Animato dal senso etico che ha contraddistinto tutto il suo percorso professionale, egli ha favorito un processo di apertura alle donne che non ha precedenti nella storia della pubblica amministrazione italiana. E lo ha fatto nel silenzio che ha sempre contraddistinto il suo operare.

Di questa rivoluzione ne abbiamo avuto sentore quasi per caso quando ha affidato all’architetto Cristina Mazzantini, esperto di arte e design, la curatela del progetto Quirinale Contemporaneo. Un’operazione culturale di portata storica, ideata da Zampetti e fortemente sostenuta dal Presidente Mattarella, il quale, con questa operazione, ha consentito per la prima volta l’apertura delle porte del palazzo più importante del nostro Paese agli artisti moderni e contemporanei e ai protagonisti del design “made in Italy”. Una vera svolta che ha messo fine ad una incomprensibile chiusura nei confronti delle produzioni artistiche  contemporanee, praticata dal Quirinale sin dalla nascita della Repubblica.

Nonostante la pandemia da Covid e grazie al continuo sostegno del Presidente della Repubblica e del Segretario generale, l’operazione è stata portata a termine attraverso tre edizioni di Quirinale Contemporaneo, durante le quali, tra prestiti e donazioni, sono state collocate a Palazzo 101 opere d’arte contemporanee e 102 oggetti di design, alcuni anche di straordinario valore economico. Un’operazione culturale senza precedenti ma, se vogliamo, anche una brillante operazione patrimoniale di grande prestigio e valore per il Paese , dato che la maggior parte dei lavori é stata donata dagli artisti che, con generosità, hanno partecipato ad un progetto concepito nell’ottica virtuosa della diffusione e della condivisione della cultura.

Ma la ‘rivoluzione rosa’ portata avanti sotto la Segreteria generale di Zampetti ha varie altre pietre miliari, vediamo le più significative: a capo del Cerimoniale della Presidenza della Repubblica, in un ruolo particolarmente delicato,  e’ stata insediata Cinzia Raimondi. È la prima volta in assoluto che una donna assuma la direzione di un servizio con un così forte impatto organizzativo nella gestione della vita pubblica e sociale della Presidenza della Repubblica. Al suo fianco Alessia Cellitti che insieme a 3 colleghe funzionari donne , completa la squadra del Servizio del Cerimoniale,  che appare quindi decisamente declinato al ‘femminile’. E’ grazie al lavoro delle prime due che si deve il compimento di un altro fatto storico: la realizzazione del libro “Il Cerimoniale della Presidenza della Repubblica”: una  novità assoluta.

Mai in precedenza era stato condotto a termine un approfondito lavoro di ricognizione di documenti ufficiali e di fonti archivistiche; in questa circostanza si è ritenuto opportuno  utilizzare nuove tecnologie digitali sia per categorizzare gli eventi  presenti nell’Agenda del Capo dello Stato,  che per creare  banche dati e produrre statistiche sul numero degli eventi e il luogo in cui essi si siano  svolti.

Queste elaborazioni, per le quali e’ stato  adottato un linguaggio prettamente digitale, si inseriscono  in un più ampio programma di innovazione  che, già dal primo settennato del Presidente Mattarella,   aveva favorito  un processo di forte  informatizzazione del complesso delle attività svolte nell’ambito del Segretariato generale, a conferma della spinta innovativa impressa fin da subito all’amministrazione del Palazzo.

Esaminando l’organigramma del Quirinale,  si scopre ancora di più la vastità di questa coloritura rosa del Palazzo presidenziale voluta dai suoi vertici. Con la loro  gestione si è arrivati ad una parità di genere che ha pochi uguali sia nel pubblico che nel privato. L’alta dirigenza del Quirinale conta oggi complessivamente ben 9 donne su 16 dirigenti, a queste sono affidati servizi di massima responsabilità che,  ad oggi, appaiono tutti gestiti con eccellenti risultati.

Ecco i nomi delle protagoniste e le relative loro occupazioni: ad Elena Zefelippo  è andato il delicato settore della  gestione delle risorse umane. Silvia Viva coordina tutta l’attività’ logistica del Palazzo e delle altre sedi. A Giulia Bonella è stata affidata la direzione della tenuta di Castelporziano, una gestione brillante e  recentemente premiata per i risultati raggiunti in termini di biodiversità. Ancora, Miryam Muscolo è il primo medico donna nello staff dell’assistenza sanitaria del Quirinale. Sempre sul Colle si trova Enza De Leo , lei a capo della segreteria del Segretario generale composta, peraltro, da tutte donne.

Come già avvenuto alla Camera, il Segretario generale ha promosso l’istituzione dell’ufficio legale del Quirinale,  il cui coordinamento è stato assegnato a Barbara Giuliani. Giovanna Ferri e’ preposta al Servizio per il controllo amministrativo, Adriana Longhi a quello del  bilancio, Anna Monorchio al Servizio rapporti con la società’ civile per la coesione sociale.
Marina Giannetto è a capo dell’Archivio storico, Antonella Mangia dirige il Servizio amministrazione e  Laura Santocchi è titolare di un incarico dirigenziale di raccordo. Mai in precedenza così tante donne al Quirinale avevano avuto ruolo apicali.

Una sensibilità nei confronti della valorizzazione del lavoro delle donne che non è stato esplicitato soltanto nei ruoli di vertice ma anche in settori meno visibili e molto operativi. Già dal precedente settennato Mattarella si era avviato un processo di inserimento di elementi femminili nelle attività di scorta e di sicurezza del Capo dello Stato, con la prospettiva di proseguire in questa direzione,  cosi come, per la prima volta, alcune donne sono state assegnate all’anticamera del Presidente e , proprio per loro,  è stata disegnata una divisa ‘ad hoc’ da una donna italiana, eccellenza della sartoria femminile, come Luisa Spagnoli che, ancora una volta e come molti altri, ha donato a Quirinale la propria opera creativa.

Ma, come dicevamo all’inizio, l’attenzione del Segretario generale Zampetti nei confronti della questione femminile è antica, risale ai tempi della Camera dei deputati. La sua presenza infatti ha portato con se una serie di provvedimenti e promozioni che vanno in questa stessa direzione. E’ utile ricordare alcune nomine al femminile effettuate  in quegli anni: Paola Perrelli, Consigliere Capo Servizio di Gestione amministrativa, Maria Consuelo Amato, Consigliere Capo Ufficio Pubblicazioni e Relazioni con il pubblico, Maria Teresa Losasso, Consigliere Capo dell’Ufficio Legale, Claudia Di Andrea, Vicario Ufficio Affari Generali e Consigliere Capo Ufficio coordinamento segreteria del Segretariato generale, Daniela D’Ottavio, Capo Ufficio Programmazione lavori dell’Assemblea e successivamente Vicario del Servizio Assemblea, Lucia Pagano Consigliere Capo Servizio Affari Generali che,  nel 2015, è stata nominata prima donna nel ruolo di Segretario generale della Camera dei deputati. Tutti ottimi esempi della trasformazione compiuta.

Anche a Montecitorio , come al Quirinale, diversi ruoli  più operativi sono stati assegnati  a donne fortemente impegnate in  compiti importanti  per la vita dei deputati e chiamate ad assicurare una corretta funzionalità della Camera , come le Assistenti parlamentari a cui  erano affidati compiti di responsabilità e coordinamento;  tra queste , in quegli anni, Gabriella Manara e’ stata nominata Vice Assistente superiore,  la prima donna inserita nel gruppo di vertice degli Assistenti.

Queste donne, nel tempo e per le loro capacità professionali, hanno scalato via via i livelli gerarchicamente più elevati, distinguendosi ciascuna nel proprio specifico e autonomo percorso. Ciò a dimostrazione della visione lungimirante di chi, nel gestire la macchina dello Stato, ha ben presente quanto sia doveroso attuare una politica di inclusione in ogni senso e valorizzare le promesse migliori della pubblica amministrazione.

Questa ricostruzione ha lo scopo di  portare alla luce una storia poco nota di conquiste al femminile realizzate in luoghi simbolo della Repubblica come lo sono il Palazzo del  Quirinale e quello di Montecitorio. Ma e’ utile  anche a ricordare che lo Stato, quando guidato da persone di qualità, dedite a servire le istituzioni con efficienza e secondo principi etici e morali di alto profilo, funziona molto meglio e raggiunge efficacemente i propri obiettivi.

È una sineddoche: quella parte a simbolo del tutto che dimostra quanto questo Paese sappia uscire anche dalle crisi peggiori perché ha istituzioni forti, gestite da uomini e donne di spessore e valore.

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