Partiti: Azione, si gira! Con “I mostri” il programma politico di Carlo Calenda

di Alessandro Caruso

Roma – Il titolo del nuovo libro di Carlo Calenda è molto evocativo: “I mostri”,  evidente omaggio al film di Dino Risi. Basta poca immaginazione per capire che si tratta di un saggio politico, che somiglia molto a un programma, calibrato e coraggioso, un modo per scacciarli, questi mostri, e soprattutto per evitare che tornino a disturbare la vita pubblica e sociale. Ma chi sono? Dove si annidano? Calenda nel suo libro li stana tutti e sembra trovare un’ arma per batterli. “Affiliamo la spada della consapevolezza – il suo appello – e sconfiggiamoli tutti insieme”. Il saggio, con i suoi mille spunti politici, appare come un vero e proprio programma politico per Azione, il partito che ha fondato lo scorso anno. Un programma concreto, responsabile e preparato, come del resto è l’immagine che Calenda sta costruendo di se . Dietro questa maturità c’è la preparazione di un uomo con esperienza di governo e di opposizione, ma soprattutto di cultura amministrativa. Una cultura che si evince, ad esempio, in quella che lui individua come una misura utile a prevenire disastri sanitari come è quello che abbiamo vissuto quest’anno per il Covid-19, e che non a caso fa parte del programma politico di “Azione”: la riforma del sistema sanitario nazionale, per superare le proverbiali lacune e inefficienze della nostra “prima linea di difesa”.

Nel libro, infatti, Calenda parte dal mostro dei mostri, il Coronavirus, che ha fatto palesare i tanti altri mostri che popolano la nostra società: incapacità organizzativa e gestionale, identità fragile, media allo sbando, messaggi confusi e provvedimenti incomprensibili, inesistenza di una catena di comando, Europa nel caos. Il Coronavirus è diventato il mostro che incorpora tutti gli altri mostri. “Il governo – scrive Calenda – non è riuscito a mettere insieme una risposta forte ed efficace al primo manifestarsi della crisi. Iniziative simboliche, semplici da implementare ma sostanzialmente inutili, come il blocco dei voli dalla Cina e la verifica della temperatura corporea negli aeroporti, hanno mascherato per qualche giorno la mancanza di un piano di intervento rapido e serio e di una catena di comando funzionante. Poi tutto è precipitato. Approfittando della debolezza dello Stato centrale, le Regioni hanno reagito in ordine sparso. Messaggi contraddittori, lanciati da tutte le forze politiche, hanno accompagnato le prime settimane della pandemia.”

Il vero problema sembra annidarsi nella reale mancanza di un’idea, di un ragionamento, di una logica. Quelle cose apparentemente semplici e scontate ma che con il veloce passare degli anni sono state smarcate da anti-valori che hanno fatto facilmente presa sulla coscienza civile, quali l’approssimazione, l’inesperienza, l’anonimato, che a molti sono sembrati l’antidoto migliore contro la corruzione, la disonestà e la tracotanza.

In realtà ci stiamo accorgendo ora che le vere armi per tenere lontani i mostri sono altre. Calenda nel suo libro le analizza. E su queste costruisce un’idea forte, convincente: “Davanti alla durezza della realtà di un’emergenza vera abbiamo compreso che l’unica cosa che davvero conta è la capacità di affrontare e gestire i problemi. La tecnica di governo, la competenza e la serietà sono ridiventate un valore dalla mattina alla sera. Almeno così mi sembra, o così voglio sperare. Eppure sento che, dietro una società temporaneamente ibernata dalla diffusione del virus, i nostri mostri rimangono in agguato. Non basterà l’emergenza a cancellarli. Il “saremo tutti migliori” di Conte è un vuoto espediente retorico. Saremo migliori solo se dalla crisi scaturirà la consapevolezza che ci è mancata in tutti questi anni”.

Il copione è scritto: è una bella storia, difficile e complicata, ma c’è e con “I mostri” il percorso è indicato chiaramente. Ora, come direbbe Macron, per Calenda e i suoi uomini è arrivato il momento di mettersi in marcia, male che va le elezioni sono solo tra due anni. Dunque Azione, si gira!

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