Pd, Letta pone le basi per la riforma del partito

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letta-segretario-pdEnrico letta, dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti, è il nuovo segretario del Pd. Il suo primo atto, fresco fresco di nomina, è inviare un vademecum alle 5209 sezioni del Pd disseminate in Italia. Nelle intenzioni dell’ ex premier il documento inaugura una campagna d’ascolto, improntata su partecipazione e prossimità, al termine della quale sarà convocata un assemblea per fare un punto della situazione e, probabilmente, per eleggere i nuovi organismi direttivi.

Il questionario inviato da Letta a tutte le sezioni del partito affronta  i temi che l’ex premier ritiene rilevanti, si va dalle alleanze allo ius soli, dal patto tra generazioni al voto ai sedicenni. L’intento di Letta probabilmente è ricevere un feedback che sia una fotografia del paese, capace di trasmettere quali sono le opinioni degli iscritti al partito.

“Non pensiate -afferma Enrico Letta – che sia arrivato qua per essere un commissario del Pd che lo commissaria per renderlo più con la testa chinata nei confronti del governo. Sono qua perché ritengo che il Pd sia a casa sua col programma del governo e per preparare l’alleanza di centrosinistra guidata dal Pd che vincerà le elezioni del 2023. Questo è l’impegno di prospettiva”, che aggiunge, “Non è malato solo il Pd, è malata la democrazia italiana, serve una discussione sul futuro dei partiti politici. In Italia ci sono i partiti leaderistici, e noi non lo saremo mai, e c’è il M5s che ha sfidato con un altro modello, che si sta evolvendo dal tema della democrazia diretta. Io credo che nessuna di queste sia la pista giusta, nel centro e nella destra il partito dei leader non e’ messo in discussione, il M5s sta riflettendo. Io voglio una riflessione sul modello di partito a partire dal ruolo del digitale. Quale idea di terza via abbiamo, sapendo che la nostra è la strada giusta, useremo molto il digitale ma sapendo che il nostro è un partito di popolo”.

Ma non solo, Letta guarda anche all’Europa. In particolare riflette sulla tematica del Netx Generation Eu, il primo impegno sul fronte europeo, dichiarando che “Noi dobbiamo fare una battaglia perchè il patto di stabilità europeo può essere basato su criteri solo finanziari o basato sui criteri della sostenibilità, verde e sociale. Non dobbiamo lasciare nessuno da solo, il mondo degli esclusi è quello su cui dobbiamo lavorare di più. L’Europa dei diritti è il nostro orizzonte e il nostro tratto distintivo”.

Nelle prospettive di Letta occorre dare maggior risalto ai giovani, assicurare alle nuove generazioni le giuste chance, procedere ad una modernizzazione che ponga i giovani al centro. L’ex premier, in ottica di coinvolgimento dei giovani alla vita politica del paese, si propone anche di estendere il diritto di voto ai maggiori di sedici anni. Letta, inoltre, torna a parlare di ius soli, considerandola una normativa di civiltà. “Si parla delle persone che sono italiane a tutti gli effetti – spiega Enrico Letta- che sono nate qui e parlano italiano ed è giusto che abbiano un giorno la cittadinanza italiana. Che sia ius soli o ius culturae si può ragionare, purché si arrivi a un risultato, sono flessibile sugli strumenti, purché si arrivi a un risultato in tema di cittadinanza per chi nasce nel nostro Paese”.

Le congratulazioni per la neo nomina a segretario del Pd sono giunte da tutte le correnti politiche, da Giorgia Meloni a Giovanni Toti, da Roberto Speranza a Maurizio Lupi. Finanche Matteo Renzi ha formalmente augurato un buon lavoro al nuovo segretario e apprezzato il piano riformista elaborato da Letta. L’unico che non si è congratulato e ha, come suo costume, lanciato un messaggio via social è Matteo Salvini che si è limitato a ridurre la tematica dello ius soli ad un “regalare la cittadinanza agli immigrati”.