Diverse le reazioni del mondo politico
Il dibattito sulla presenza di volontari per la vita nei consultori femminili, resa possibile da un emendamento al decreto legge Pnrr votato alla Camera, ha scatenato reazioni contrastanti all’interno del panorama politico italiano.
Il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha sottolineato l’importanza di garantire massima libertà a tutti su questo tema, ribadendo che le questioni di coscienza non dovrebbero essere trattate come questioni di partito. Ha inoltre assicurato che non vi è alcuna intenzione di cambiare la legge italiana sull’aborto (Legge 194), ma di applicarla pienamente.
D’altra parte, le opposizioni, in particolare il Movimento 5 Stelle (M5S) e il Partito Democratico (PD), hanno criticato duramente l’emendamento, definendolo un attacco alla libertà delle donne e ai loro diritti. Il M5S ha accusato il governo di fare un ulteriore passo indietro, mentre il PD ha promesso di opporsi duramente a questa politica oscurantista.
Anche Pro Vita & Famiglia, un’organizzazione pro-life, ha commentato l’emendamento, affermando di non avere l’intenzione di entrare nei consultori, ma di concentrarsi sulla sensibilizzazione pubblica e sulle campagne nazionali. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di riportare i consultori al ruolo originario previsto dalla Legge 194.
Durante la votazione in Aula, il PD ha organizzato un sit-in davanti alla Camera per protestare contro l’emendamento, ribadendo il loro impegno per la piena attuazione della Legge 194 e il diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza.
Infine, i rappresentanti del M5S hanno evidenziato le difficoltà già esistenti nel Paese per accedere all’aborto e hanno criticato l’emendamento per il suo potenziale impatto negativo sulla volontà delle donne che si trovano ad affrontare la scelta dell’interruzione volontaria di gravidanza.
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