Politiche 2022: si cercano nuove alleanze nel centrosinistra, nel centrodestra si discute di premiership

di Corinna Pindaro

La crisi di governo e le dimissioni dell’esecutivo guidato da Mario Draghi hanno alterato gli equilibri e i partiti si trovano, adesso, catapultati in una campagna elettorale rapida ed in piena estate. Mancano esattamente due mesi alle elezioni e le forze politiche appaiono agitate, talvolta confuse, nel tentativo di trovare possibili alleanze e convergenze.

In primo luogo il Pd, che ha rinunciato al campo largo, dopo la rottura con il Movimento cinque stelle “colpevole” di aver causato la caduta del governo Draghi sta tentando di dare vita ad una lista di Democratici e progressisti che sia capace di battere la coalizione di centrodestra. Si pensa ad una possibile alleanza con Articolo Uno, sembra che Roberto Speranza abbia già dato il suo assenso, i Verdi e Sinistra italiana e i socialisti. Anche l’ex segretario dem Nicola Zingaretti si dice a disposizione del Pd. Inoltre vi è un’area centrista con cui Letta potrebbe interloquire. C’è poi Insieme per il Futuro, il gruppo parlamentare guidato da Luigi Di Maio. Ci sono Azione guidata da Carlo Calenda e Italia Viva con Matteo Renzi. Un’intesa però in questo caso potrebbe essere difficile considerati i dissapori del passato.  “Se c’è un veto politico su di noi ne prendiamo atto. In una coalizione che va da Fratoianni a Toti passando per Brunetta, Gelmini e Orlando qualcuno mette veti su di noi? Per cosa? Forse perché siamo stati gli unici a proporre Draghi mentre loro inneggiavano a Conte creandone il mito di ‘fortissimo riferimento progressista”? Se invece il veto è legato all’astio di Letta per le vicende del 2014, non possiamo farci niente: per noi conta la politica non i rancori personali”, ha dichiarato Matteo Renzi intervistato dal Corriere della Sera. Il leader di Azione non esclude a priori un’alleanza con il Pd “su una base comune di valori e programmi, riassumibili nell’agenda Draghi”, ma “Letta deve domandare a tutti i suoi compagni di strada se sono d’accordo” proprio su questo. “Se uno dice no all’invio di armi in Ucraina e un altro dice che non vuole il rigassificatore, di che parliamo? Che offerta politica sarebbe? Molto confusa e con poco appeal”. Insomma,  Carlo Calenda propone al Pd di intervenire su “rigassificatori, termovalorizzatori, se necessario fatti militarizzando le aree in cui dovranno esserci. Revisione del reddito di cittadinanza, salario minimo. Facciamo un’agenda, un Patto repubblicano aperto ai cittadini e alle personalità politiche. Chi ci vuole stare ci sta e noi siamo molto contenti”.

Nel frattempo il pd ha già reclutato 100mila volontari che andranno a fare campagna elettorale sui territori, non solo nei luoghi di vacanza ma anche in quelli di disagio e solitudine. Letta ha parlato esplicitamente di una campagna elettorale “casa per casa, con umilità” e in Direzione Nazionale allo stato maggiore dem è intenzionato a chiedere pieno supporto al suo piano per opporsi “alla destra peggiore di sempre”. “Sarà una sfida tra noi e la Meloni. E il Pd è al lavoro nel solco della serietà e del patriottismo di Mario Draghi e con una agenda democratica e progressista”. Dunque, prima di tutto confronto sulle idee. “Sostenibilità ambientale, lavoro, giustizia sociale, diritti: sono i pilastri del centrosinistra e la bussola del Pd ormai da anni”, fanno sapere fonti del Nazareno.

Se a sinistra si tenta, quindi, di dare vita ad una coalizione solida nel centrodestra si continua a discutere sulla premiership.  “Forza Italia e Lega dichiarino qual è il candidato premier prima del voto. Per noi la chiarezza è essenziale. Ci sono punti che non si possono più eludere. Il primo è il patto anti-inciucio, un pilastro di trasparenza”, ha affermato Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fdi alla Camera sottolineando: “ci aspettiamo che le regole che ha sempre usato il centrodestra vengano ribadite”.

Per discutere delle regole proprie della coalizione e della suddivisione delle quote nei collegi è stato indetto un vertice ufficiale del centrodestra a Montecitorio, in una sede “neutra” come richiesto da Giorgia Meloni. Il leader di Forza Italia, all’età di 85 anni è sceso in campo con la sua candidatura al Senato e la prima bozza di programma elettorale. Tuttavia, la discussione sulla premiership agita gli animi. Secondo i sondaggi è Giorgia Meloni il personaggio che potrebbe concretamente ambire a Palazzo Chigi in caso di vittoria.  “Con la campagna elettorale è ripartita, puntuale come sempre, la macchina del fango contro me e Fratelli d’Italia”, ha detto la leader di Fdi riferendosi ad un articolo sul New York Times in cui si parla di “un’alleanza dominata da nazionalisti e populisti di estrema destra”, ma non solo. Vi è poi chi suggerisce Antonio Tajani alla presidenza del Consiglio. “Noi chiediamo pari dignità, chiediamo non cambino le regole né sui collegi né su come si sceglie un candidato. O si vince insieme e si perde insieme”, ha commentato Ignazio La Russa. Da parte sua Tajani minimizza la questione: “Io non sono candidato a nulla. Sto bene dove sto. Ora l’importante è lavorare per gli italiani”, dice.

A tentare di trovare una conciliazione è intervenuto il leader del Carroccio Matteo Salvini sostenendo che  Berlusconi “può aspirare a qualsiasi incarico” mentre per la premiership conferma: “Chi prende più voti indica il premier”. Forza Italia, d’altra parte, ha ora urgente necessità di rassicurare gli elettori moderati ed evitare, dopo lo strappo sul governo Draghi, la fuga di altri esponenti dopo quelle di Gelmini e Brunetta (in mattinata ad annunciare l’addio anche Annalisa Baroni). In proposito l’ormai ex azzurro Brunetta propone “un rassemblement repubblicano” e lavora ad un listone che metta insieme i sostenitori dell’agenda Draghi compresa  Mariastella Gelmini, che si è presa ancora qualche giorno di riflessione per annunciare i suoi programmi, e anche Mara Carfagna, entrambe corteggiate comunque da Carlo Calenda.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati