Ponte sullo Stretto: “L’obiettivo è posare la prima pietra entro l’estate 2024”

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto sul Ponte sullo Stretto. Notevoli i vantaggi in termini economici, infrastrutturale per il raggiungimento della Sicilia ma anche in termini di impatto ambientale. Costo stimato 10 miliardi

di Corinna Pindaro

“Una scelta storica, che apre a una infrastruttura da record mondiale e con forte connotazione green: il Ponte permetterà una drastica riduzione dell’inquinamento da Co2 e un calo sensibile degli scarichi in mare. L’obiettivo è posare la prima pietra e aprire i cantieri entro l’estate 2024”, con queste parole viene annunciato dal Ministero delle Infrastrutture  l’ultimo tassello dell’iter del decreto sul Ponte sullo Stretto che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E’ stato sostanzialmente confermato il testo approvato in Cdm.

Il costo per la realizzazione del Ponte è stimato in 10miliardi, il Mit ha sottolineato come di fatto dal 2019 al 2022 il “Rdc  ha avuto un impatto per le casse dello Stato di 25 miliardi”, avvalorando la bontà del progetto. Oltre all’aspetto economico  il Ponte avrà dei benefici in termini di riduzione dell’inquinamento e un calo degli scarichi in mare. Senza contare che costituirà un notevole vantaggio per raggiungere la Sicilia da tutta Italia, con il completamento dell’alta velocità in Calabria e Sicilia si stima un dimezzamento dei tempi di percorrenza.

Dal punto di vista pratico il progetto è quello di un ponte sospeso. Il progetto tecnico attuale prevede 8.000 elaborati e una lunghezza della campata centrale tra i 3200 e i 3300 metri, 60,4 metri di larghezza, 399 metri di altezza delle torri, 2 coppie di cavi per il sistema di sospensione, 5.320 metri di lunghezza complessiva dei cavi. Il ponte avrà 6 corsie stradali, 3 per senso di marcia e 2 binari ferroviari. La capacità stimata è di  6.000 veicoli/ora e 200 treni/giorno. Il Ponte sullo stretto è progetto con una resistenza al sisma pari a 7,1 magnitudo della scala Richter, con un impalcato aerodinamico di “terza generazione” stabile fino a velocità del vento di 270 km/h.

Per quanto riguarda l’assetto societario il Ministero delle Infrastrutture specifica che la società Stretto di Messina, in liquidazione, torna in bonis e si trasforma in una società in house e sarà costituita da Rfi, Anas, delle Regioni Sicilia e Calabria e per una quota non inferiore al 51% di Mef e Mit.

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