Prima di partire per il Cairo, la premier Meloni ha convocato la cabina di regia del Piano Mattei

Il presidente del Consiglio sará in Egitto con  Ursula von der Leyen e alcuni primi ministri di altri paesi europei. Nel corso dell’incontro con Al Sisi sará annunciato un memorandum  of understanding simile a quello predisposto con la Tunisia. Non solo. Meloni  ha anticipato anche in parallelo la formalizzazione di un lavoro di cooperazione bilaterale che riguarda il Piano Mattei, nei settori agricolo e della formazione

Domenica prossima Giorgia Meloni sará al Cairo, dove incontrerá il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Una visita che la premier ha voluto far precedere da una riunione da lei stessa aperta e  presieduta oggi -la prima operativa- della cabina di regia sul Piano Mattei per l’Africa.

Al meeting hanno preso parte, oltre ai ministeri coinvolti e alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, i rappresentanti delle diverse agenzie e società dello Stato e delle imprese a partecipazione pubblica, dell’università, della ricerca, del terzo settore che si occupano di cooperazione e sviluppo.

La premier, nel suo discorso, ha tenuto a ricordare  i sei pilastri del Piano, che sono istruzione/formazione; sanità; acqua e igiene; agricoltura; energia; infrastrutture e i progetti pilota avviati, nella prima fase di attuazione del progetto, in nove paesi: Algeria, Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico e Tunisia. Meloni ha poi anche fatto  il punto sulle prime missioni operative svolte dalla struttura appositamente attivata  e sulle prossime in calendario, precisando che,  in questo quadro, rientra a la sua visita al Cairo in programma per dopodomani.

“Sarò in Egitto con la presidente della commissione Ue von der Leyen e alcuni primi ministri”, ha detto annunciando un memorandum  of understanding simile a quello predisposto con la Tunisia. Non solo. La premier ha anticipato anche in parallelo la formalizzazione di progetti di cooperazione bilaterale che riguardano il Piano Mattei, nei settori agricolo e della formazione. “Firmeremo -ha riferito anche-  una serie di intese e collaborazioni nei settori della salute, del sostegno alle piccole e medie imprese e degli investimenti”. Poi la Meloni ha richiamato tutti a essere concreti e voloci e a inviare entro la fine del mese il proprio contributo alla prima nota di sintesi sul Piano, che, ha precisato,  “è in costante aggiornamento”.

“Volutamente – ha quindi ricordato – abbiamo previsto una composizione della Cabina di regia molto ampia e articolata, che a differenza di quello che accade per altre cabine di regia non comprende solamente le Amministrazioni centrali, i Ministeri, la Conferenza delle regioni e delle Province, ma abbiamo previsto una Cabina di regia che comprendesse anche le diverse agenzie e le società dello Stato, i rappresentanti delle imprese a partecipazione pubblica, dell’Università, della ricerca, del Terzo settore che si occupano particolarmente di cooperazione e sviluppo”. “È una composizione che nasce da una scelta che è chiaramente politica e cioè coinvolgere in questa grande sfida, che è il piano Mattei, tutto il sistema Italia, mettere in rete le esperienze migliori che già esistono in molti casi su questa materia, i progetti più efficaci e le risorse adeguate delle quali disponiamo”, ha rimarcato la presidente del Consiglio facendo riferimento all’approccio speciale di questa iniziativa italiana.  “Un approccio nuovo, diverso nei rapporti e nella cooperazione con il continente africano, che non è predatorio, che non è paternalistico, che non è caritatevole. Non è l’approccio di chi ti guarda dall’alto in basso, tende a spiegarti che cosa dovresti fare, come dovresti vivere e tendenzialmente poi non è molto disponibile a dare una mano”.

“La cooperazione che noi vogliamo mettere in piedi coni Paesi africani -ha ribadito- è una cooperazione che tiene conto del fatto che l’Africa non è un continente povero. L’Africa è un continente che attualmente detiene il 60% di metalli e terre rare, il 60% di terre arabili, un continente in forte crescita demografica e quindi anche con un enorme potenziale di capitale umano, che chiaramente non sempre è stato messo nella condizione di poter sfruttare al meglio quelle risorse per sé stesso prima di tutti, non per gli altri”.
“L’Europa -ha aggiunto-  in molti casi ha avuto, rispetto ad altri attori che pure sono molto presenti oggi nel continente africano, la capacità di cooperare lasciando qualcosa sul territorio, lo ha fatto anche l’Italia in diverse occasioni , ma un approccio di questo tipo è un approccio che bisogna saper rafforzare e mettere a sistema se vogliamo essere competitivi con altri attori che sono molto presenti e che hanno secondo me un approccio diverso.  Questa capacità di immaginare la cooperazione come un rapporto da pari a pari, e non come un semplice aiuto di chi ti vede in difficoltà e vuole essere a posto con la sua coscienza dandoti una mano, è una cosa che viene molto ben vista da questi interlocutori che sono stanchi di essere considerati o trattati semplicemente come persone che vanno salvate da qualcosa. Questo è il primo elemento”.

“Il secondo elemento – ha proseguito- è la condivisione. Noi non ci siamo approcciati con i Paesi con i quali ci siamo incontrati, con i quali abbiamo dialogato e con i quali stiamo già lavorando, cercando di spiegare a loro cosa fosse necessario per loro. Noi abbiamo detto quali erano secondo noi le priorità di intervento sulle quali l’Italia era anche meglio capace di lavorare, ma quello che noi stiamo facendo con il Piano Mattei è condividere con i Paesi nei quali operiamo attraverso il Piano, su quali siano, nell’ambito delle cose che l’Italia sa fare bene, quelle che per loro sono prioritarie. E quindi anche in questo c’è un rapporto da pari a pari e una cooperazione strutturale che diventa cooperazione di medio e lungo periodo nella capacità di costruire insieme risposte durature, non iniziative-spot”.

La concretezza, infine, é “il terzo elemento, che forse è il più importante di tutti perché davvero fa la differenza con molto di quello che è accaduto in passato la concretezza”, ha rimarcato la premier,  annunciando giá per aprile la seconda riunione della Cabina di regia.  Chiaramente, ha anche tenuto a rammentare, tutto ció “non è qualcosa che possiamo o vogliamo fare da soli”. “Quello che ho in mente -ha spiegato-  è che l’Italia può essere pioniera in questo nuovo approccio, ma è fondamentale che noi riusciamo con il nostro buon esempio e se dimostriamo che funziona a coinvolgere a livello internazionale tanti altri: riguarda il tema dell’Unione europea, riguarda il tema del G7 non è un caso che abbiamo aperto il G7 proprio con il Vertice Italia-Africa, non è un caso che il tema del rapporto con l’Africa, del ruolo del continente africano nell’attuale contesto geostrategico sia una delle principali questioni che l’Italia ha scelto di portare nella sua presidenza del G7, che ha scelto di portare al Summit dei leader, che come voi sapete si svolgerà tra il 13 e il 15 di giugno, ma lungo tutto l’anno della nostra Presidenza”.

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