Qatargate, Metsola: “La polvere non sarà messa sotto il tappeto, apriremo un’indagine interna”

Roberta Metsola ha commentato la vicenda della presunta corruzione del Qatar nei confronti di alcuni esponenti del parlamento europeo affermando: “Sono infuriata e dispiaciuta ma la polvere non sarà messa sotto il tappeto”. Intanto la Grecia ha congelato i beni della vicepresidente Eva Kaili e la Procura federale belga ha annunciato che è il 14 dicembre ci sarà la prima udienza per i 4 arrestati

di Emilia Morelli

La vicenda sulla presunta corruzione ad opera dal Qatar nei confronti di alcuni esponenti del Parlamento europeo sta smuovendo l’opinione pubblica internazionale. Non poteva esimersi dal commentare l’accaduto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che in apertura alla plenaria dell’organo ha affermato: “Non è esagerato dire che gli ultimi giorni siano stati i più lunghi della mia carriera. Sono infuriata, dispiaciuta, e questi sono i sentimenti che accompagnano la mia determinazione a rafforzare quest’istituzione. L’europarlamento è sotto attacco, la democrazia europea è sotto attacco”.

Metsola ha, poi annunciato che “la relazione sulla liberalizzazione dei visti con Qatar e Kuwait viene rinviata in Commissione”, e che sarà a brevissimo innescata la procedura per la decadenza da vicepresidente di Eva Kaili. Sul punto la presidente del Pe ha sottolineato: “In via cautelare, sempre nel pieno rispetto della presunzione di innocenza, ho destituito il citato vice presidente da ogni incarico e responsabilità connessi al suo ruolo di Vicepresidente e ho convocato una riunione straordinaria della Conferenza dei Presidenti per avviare una procedura di cui all’articolo 21 per porre fine al loro mandato di Vicepresidente nel tentativo di proteggere l’integrità di quest’Aula”.

“Non metteremo la polvere sotto il tappeto. Avvieremo un’indagine interna per esaminare tutti i fatti relativi al Parlamento e per valutare come i nostri sistemi possano diventare ancora più impermeabili”, ha poi continuato Metsola spiegando che ha intenzione di avviare un processo di riforma dell’ Istituzione europea che renda più stringenti i controlli .

“Questo scandalo non è una questione di destra o sinistra, non è questione di nord o sud. Vi chiedo di astenervi dalla strumentalizzazione di questo scandalo a fini politici”, ha concluso la presidente.

Congelati i beni di Kaili in Grecia

Dopo i sacchi di denaro in contante rinvenuti nella sua abitazione, di un ammontare che si stima si aggiri intorno alle centinaia di migliaia di euro,  l’autorità greca per l’antiricilaggio ha deciso di congelare i beni della vicepresidente del Parlamento europeo, la greca Eva Kaili.  In particolare è stata sequestrata una società immobiliare creata a nome di Kaili e del marito, Francesco Giorgi, in uno dei quartieri più lussuosi di Atene.

Intanto l’ex sostituto procuratore della Corte Suprema della Grecia, Haralambos Vourliotis, ha ordinato un esame approfondito anche delle dichiarazioni patrimoniali presentate dal padre di Eva Kaili. Lo riporta l’agenzia ellenica Ana Mpa. In quanto funzionario pubblico a tutti gli effetti, il padre di Kaili è obbligato per legge a presentare annualmente tali dichiarazioni patrimoniali.

Attesa l’ udienza per i 4 arrestati

I quattro accusati di cui è stato confermato l’arresto  -l’ex eurodeputato Antonio Panzeri, il suo assistente Francesco Giorgi, la vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili il responsabile della ong Niccolò Figà-Talamanca – sono attesi davanti al giudice belga il 14 dicembre.

In una nota diffusa dalla Procura federale belga si legge, inoltre, “Da venerdì, con il sostegno dei servizi di sicurezza del parlamento europeo, i mezzi informatici di 10 assistenti parlamentari erano stati congelati” perché i dati che contenevano non sparissero. La perquisizione di oggi al parlamento europeo “aveva quindi come obiettivo quello di ottenere questi dati”.

“Altre perquisizioni – continua la Procura federale – sono avvenute ieri in Italia, un’operazione resa possibile dal sostegno di Eurojust. In tutto, dall’inizio delle operazioni, ci sono state 20 perquisizioni: 19 in residenze e uffici oltre a quella di oggi nei locali del parlamento europeo. Sono stati sequestrati, in tre diversi luoghi, diverse centinaia di migliaia di euro: 600 mila al domicilio di uno dei sospetti, diverse centinaia di migliaia in una valigia che si trovava in una camera di albergo a Bruxelles e circa 150 mila circa in un appartamento di proprietà di un deputato europeo. Ad oggi, in questo dossier, sono state arrestate 6 persone. Per quattro, fra cui un parlamentare europeo, è stato confermato lo stato di arresto: compariranno davanti alla camera di consiglio mercoledì”.

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