Question time alla Camera, primo confronto tra Meloni e Schlein. La premier: “No a salario minimo”

Primo confronto diretto tra Meloni e Schlein. Affrontati il tema del salario minimo legale e del congedo parentale paritario. Meloni addebita le responsabilità ai governi passati ma la neosegretaria del Pd attacca duramente: “E’ tempo di dare risposte. Siete una destra ossessionata dall’immigrazione ma che non vede l’emigrazione”

di Emilia Morelli

Question time alla Camera per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La premier si è trovata a rispondere a diverse interrogazioni proposte dai parlamentari. Si è trattato, peraltro, dell’esordio in veste di neosegretaria del Pd di Elly Schlein. Per il primo confronto pubblico con la presidente del Consiglio, Schlein ha portato alla luce due temi a lei molto cari: il salario minimo e ulteriori misure che incrementino le garanzie per i lavoratori.

“Ci sono più di tre milioni di lavoratori che sono poveri anche se lavorano, a cui è negata ogni possibilità di costruirsi un futuro libero e dignitoso. Occorre fissare per legge un salario minimo, perchè sotto una certa soglia non si può chiamare nemmeno lavoro ma è sfruttamento”, ha detto la segretaria dem che ha incalzato “non si deve trattare di una misura sostituiva alla contrattazione collettiva che deve, invece, essere rafforzata”. Sul punto la leader del Pd ha chiesto come il governo intenda comportarsi.  Elly Schlein ha poi tirato in mezzo un tema caro al centrodestra quello del calo della natalità e ha chiesto, rivolgendosi alla premier: “mi stupisce che non venga colto il nesso tra la crisi della natalità e la precarietà in cui versano molte donne in questo Paese, perchè non approviamo un congedo paritario non trasferibile di tre mesi?”

La premier Giorgia Meloni, pur riconoscendo la precarietà che colpisce molti italiani si è affrettata ad addossare le colpe ai governi precedenti, rivendicando le misure che sono state invece messe in campo dall’esecutivo da lei guidato. “Chi ha governato fino ad ora ha reso purtroppo più poveri gli italiani e, questo governo deve fare quello che può per invertire la rotta. Questo governo pur con risorse limitate ha dato segnali in questo senso: con interventi a tutela del potere di acquisto delle famiglie, il rinnovo del taglio di due punti percentuali del cuneo fiscale e contributivo, l’aggiunta di un ulteriore punto percentuale di taglio”, ha detto Giorgia Meloni che, comunque, si è dichiarata inamovibile sulla questione dell’introduzione del salario minimo. Per Meloni, finirebbe inevitabilmente per sostituire la contrattazione collettiva creando paradossalmente una situazione in cui i lavoratori sono ancor meno tutelati e favorendo le grandi concentrazioni economiche. Partendo dalla specifica che la premier non ha un approccio “ideologico” ma ” pragmatico” Giorgia Meloni ha specificato: “credo che sia più efficace estendere la contrattazione collettiva, credo che sia più efficace tagliare le tasse sul lavoro perchè la ragione per la quale i salari sono inadeguati è che la tassazione è troppo alta”. Per quanto riguarda la questione del congedo parentale Meloni si è detta d’accordo con Schlein e ribadendo che il tema è molto caro al governo “è sempre disponibile a confrontarsi e parlare”.

Schlein nella replica ha esordito affermando che le risposte della premier non sono soddisfacenti. Ricordando che l’introduzione del salario minimo, voluta dal Pd, è stata ostacolata nella scorsa legislatura proprio dagli alleati di Meloni -in primo luogo la Lega- la leader dem ha sottolineato: “Non è più il tempo di dare le responsabilità ad altri, ma di dare le risposte alle italiane e agli italiani”.  In particolare sul salario minimo Schlein ha evidenziato la contraddizione del partito di Meloni che in Italia si oppone al salario minimo ma in Ue ha votato a favore della direttiva che lo introduce. La segretaria del Pd ha poi aggiunto che il problema della contrattazione collettiva è che, nonostante sia aumentato il numero dei contratti , la gran parte non è firmata dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative pertanto “il salario minimo vuole essere un supporto laddove la contrattazione collettiva non arriva”. Schlein ha poi sferrato un ulteriore attacco. Rivolgendosi a Meloni ha detto: “E’ vero che il governo da lei guidato è in carica solo dai cinque mesi, ma finora sta andando in direzione opposta alla tutela dei lavoratori. Avete allargato il ricorso ai vaucher che sono per definizione una delle forme più precarie di lavoro, avete dato l’intenzione di estendere i contratti a termine anzichè limitarli. Siete una destra ossessionata dall’immigrazione ma che non vede l’emigrazione di tanti giovani che sono costretti ha costruirsi un futuro altrove”, ha concluso Elly Schlein.

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