Quirinale: Mattarella rieletto con 759 voti all’ottavo scrutinio fortifica il governo tranquillizza il Paese

di Emilia Morelli

Dopo una settimana da brivido, in cui la politica ha mostrato il suo volto peggiore, si è verificato quello che in molti auspicavano.  Sergio Mattarella è  Presidente della Repubblica ed ha accettato, come già avvenne con Giorgio Napolitano nel 2013, solo perchè i leader politici glielo hanno chiesto in ginocchio. E così, al termine dell’ottavo scrutinio con 759 voti, Sergio Mattarella è il secondo presidente più votato nella storia della Repubblica italiana. Supera le 752 preferenze ottenute da Francesco Cossiga nel 1985, ma non riesce a scalfire il record di Sandro Pertini, eletto nel 1978 con 832 voti.

“La rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica è una splendida notizia per gli italiani. Sono grato al Presidente per la sua scelta di assecondare la fortissima volontà del Parlamento di rieleggerlo per un secondo mandato”, ha commentato il premier Mario Draghi.

All’ottavo scrutinio, che ha consacrato il Mattarella bis, il candidato di Fdi che l’ha votato creando una spaccatura nel centrodestra, l’ex magistrato Carlo Nordio ha ottenuto più dei voti del partito che lo promuoveva con 90 preferenze; Nino di Matteo ha ottenuto 37 voti; Silvio Berlusconi 9; Elisabetta Belloni 6; Mario Draghi 5; Pierferdinando Casini 5.

Inizia, così, nel lungo applauso dell’Aula il nuovo settennato di Sergio Mattarella. In questa settimana si è passati da Draghi  Presidente della Repubblica a Draghi no perchè deve restare a Palazzo Chigi, da eleggiamo una donna perchè così la novità fungerà da diversivo a no una donna no; sono stati bruciati nomi e ruoli, ed intanto mentre eravamo tutti spettatori di un teatrino aberrante si è innescato un moto spontaneo: nell’incapacità di trovare una soluzione il nome di Sergio Mattarella si è palesato come l’unico capace di salvare l’Italia.

La luce in fondo al tunnel si è intravista quando Draghi, deus ex machina, ha chiesto personalmente a Mattarella di restare al suo posto per “il bene e la stabilità del Paese”, durante il colloquio di venti minuti al termine della cerimonia al Quirinale di giuramento del nuovo giudice costituzionale, Filippo Patroni Griffi.

I capigruppo della maggioranza  sono, poi, usciti insieme dal Colle dove si sono recati per chiedere la disponibilità a Mattarella. Per Forza Italia: Paolo Barelli e Anna Maria Bernini mentre per la Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. Per i 5stelle, Davide Crippa e Mariolina Castellone, per il Pd, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Per Italia Viva. Maria Elena e Boschi e Davide Faraone .

“Il Presidente Mattarella ci ha detto che aveva altri piani per il suo futuro, ma vista la situazione ha detto che serve una mano lui c’è, si è messo a disposizione. Lo abbiamo pregato, vista la situazione, di restare per un altro mandato”, queste le parole della capogruppo delle Autonomie al Senato Julia Unterberger, con si è appresa la disponibilità del Capo dello Stato al termine dell’incontro.  Subito dopo al Quirinale si è recata una delegazione delle Regioni pronta a fare la medesima richiesta.

Nel frattempo intorno le 14.00 è arrivata la settima fumata nera, Mattarella  seguendo l’onda spontanea che ha visto accrescere i suoi voti di giorno in giorno ha ottenuto 387 voti, l’ex magistrato Carlo Nordio 64 voti. Adesso sono però quasi tutti d’accordo, si è raggiunta l’intesa sul Mattarella Bis tra il giubilo di una politica che getta fumo negli occhi per tentare di mascherare la sua inconcludenza.

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha sottolineato che l’unità tra le diverse forze politiche si ottiene soltanto “attorno a Mattarella”. ”Fi sosterrà la rielezione del presidente Mattarella” ha confermato su Twitter Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Fi.

Salvini addirittura si autoproclama promotore dell’intesa:  “Al posto di dover andare avanti con veti ho ritenuto molto più serio chiedere a Mattarella e Draghi l’impegno e il sacrificio di continuare. Andiamo a testa alta, abbiamo scelto noi per il bene del Paese. La situazione andava sbloccata e ci siamo presi una grossa responsabilità. Vinceremo le Politiche e governeremo questo Paese”.

Il pd parla di “un grande successo per il Paese” e la proposta di Enrico Letta di votare compatti Sergio Mattarella è stata accolta con unanime favore  dall’assemblea dei grandi elettori dem riunita a Montecitorio. “Il Parlamento ha ascoltato il Paese. Si consolida in un momento tanto difficile per il Paese un punto di riferimento saldo per tutte le italiane e gli italiani. Grazie Presidente Mattarella” ha commentato invece il ministro del Lavoro e capo delegazione dem al governo, Andrea Orlando. Soddisfatto anche Conte, leader del M5s, che ha confermato che  “voterà Mattarella, figura super partes, di alto profilo e autorevole”. Poi ricorda che il partito ha avuto: “ha avuto sempre una posizione chiara e lineare”.

Renzi, leader di Italia Viva, ha sottolineato come “mantenere Mattarella al Quirinale e Draghi a Chigi è l’unico modo per lasciare l’Italia al riparo dalle strampalate follie e dalla mancanza di regia politica. Mattarella e Draghi sono due scelte eccellenti, due nomi che garantiscono le Istituzioni. Viva l’Italia”.

Tutti contenti tranne un partito, Fratelli d’Italia, che “per coerenza” ha continuato a votare Nordio. In particolare Giorgia Meloni in una nota ha dichiarato: “Ancora una volta il Parlamento dimostra di non essere all’altezza degli italiani che dovrebbe rappresentare. Da domani Fratelli d’Italia moltiplicherà i suoi sforzi per una riforma presidenziale della nostra Repubblica e per ribadire che la sovranità appartiene al popolo, non agli intrighi di Palazzo”.

Sergio Mattarella potrebbe giurare mercoledì. Il giuramento e il discorso di insediamento si terrebbero dunque il giorno prima della scadenza del mandato: Mattarella si insediò il 3 febbraio 2015 e dunque mercoledì 2 febbraio sarebbe la data ‘ideale’ per un passaggio soft da un settennato all’altro.

La cosa che fa sorgere un sorriso amaro è che tutti i leader politici sembrano fare una corsa per accaparrarsi il merito della riconferma di Mattarella a Capo dello Stato. E’ vero che si tratta di una scelta eccellente quella di mantenere Mattarella alla presidenza della Repubblica e Draghi alla presidenza del Consiglio ma era anche l’unica possibile, ed è proprio questo che dovrebbe far riflettere. Diversamente è accaduto nel 2015 dove la nomina di Mattarella è frutto dell’esplicita iniziativa  del Pd ed il Capo dello Stato fu eletto con 665 preferenze. Nel 2022 l’elezione di Mattarella è  stata una necessità. Ne esce sconfitto il centrodestra, spaccato in due, che ha tentato in tutti i modi di avere al Colle una persona del proprio colore politico. Ne esce sconfitto il centrosinistra lacerato in dissensi interni e alle prese con matrimoni di convenienza che non funzionano. Ne escono sconfitte soprattutto le donne, non solo la Casellati, la Belloni, la Cartabia ma tutte le donne alle prese con un mondo politico che guarda al genere e non al merito. Ad oggi, se di vincitori si vuol parlare gli unici che possano considerarsi tali sono stati Mattarella, risultato in concreto insostituibile, Mario Draghi, grande mediatore che ha consentito alle forze politiche di raggiungere un’intesa pur restando indispensabile a Palazzo Chigi.

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