Quirinale, Vertice Letta-Speranza-Conte: “Lavoreremo insieme per un nome autorevole”

di Carlo Longo

L’elezione del nuovo Presidente della Repubblica è alle porte ed il tempo stringe. Enrico Letta e Roberto Speranza sono andati, quindi, a casa di Giuseppe Conte per un vertice dove discutere delle scelte del centrosinistra e del Movimento Cinque Stelle in vista delle votazioni previste per il 24 gennaio.

Al termine dell’incontro un tweet identico è stato postato dai profili dei tre partecipanti: il segretario del Pd, Enrico Letta, il presidente M5s, Giuseppe Conte, e il leader Leu, Roberto Speranza: “Ottimo incontro. Lavoreremo insieme per dare al paese una o un presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto, nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità”. Enrico Letta prosegue affermando: “Non c’è alcuna intesa sui nomi perché ne parleremo con il centrodestra nei prossimi giorni”.

Finora sono stati infruttuosi tutti i vertici tra i rappresentanti delle diverse forze politiche. L’unico nome quasi certo avanzato dal centrodestra è quello di Silvio Berlusconi, scelta però non condivisa da più parti. In proposito dopo il vertice durato circa due ore, il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha dichiarato: “Siamo disposti ad adottare qualsiasi strategia per far saltare la candidatura di Silvio Berlusconi, compresa l’uscita dall’Aula. Aspettiamo un segnale dal centrodestra”. Conte ha, inoltre, aggiunto: “E’ opportuno che Mario Draghi resti alla guida di Palazzo Chigi per garantire continuità al governo, nella consapevolezza dei problemi che ne seguirebbero e della difficoltà di proseguire in un quadro di maggioranza di governo che, senza Draghi, difficilmente potrebbe reggere”. Probabilmente, quindi, l’ex premier ritiene pericolosa la candidatura di Silvio Berlusconi anche per la stabilità del governo Draghi e, al contempo, frena su un’ipotetica candidatura di Draghi al colle.

ìEnrico Letta, invece, durante una riunione con le capogruppo, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi si è soffermato sull’affermazione di Conte relativa al necessario mantenimento di Draghi a capo del governo affermando: ”Non è il momento di bruciare nomi”.

Intanto il ministro e capo delegazione del Pd, Andrea Orlando, in riferimento alle alle indiscrezioni secondo cui lui,Dario Franceschini ed un gruppo di ex renziani sarebbero scettici su un’eventuale candidatura di Mario Draghi come successore di Sergio Mattarella. “Il tema fondamentale, e che è uscito dalla direzione del Pd, resta se si vuole o meno proseguire sulla strada che ha visto la nascita del governo Draghi, se si vuole o meno mantenere un quadro di unità nazionale”, ha detto Orlando continuando, “ho parlato in chiaro alla direzione del partito e ho detto cosa penso. Penso che il tema è che Draghi è assolutamente un nome che può dare una risposta in questo momento. Il tema fondamentale è come si arriva a questa scelta, qual è il quadro che si viene a determinare e il metodo che si individua perché in questo caso il  metodo è sostanza. L’idea di una elezione che non veda il mantenimento dello spirito che ci ha portato fino a qui espone il paese a una serie di contraccolpi. Ma la carta di Draghi e delle altre che si stanno discutendo saranno più o meno utilizzabili in base alla capacità di dialogo che si aprirà fra le forze politiche. Non è un prendere o lasciare”.

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